Assegno unico per figlio, un sì bipartisan da sinistra a destra

Insieme alla maggioranza, voto favorevole e compatto anche dalle opposizioni alla legge delega che dà avvio al Family Act. Passiamo in rassegna i commenti e le ragioni che hanno spinto anche il centrodestra a votare il via libera

Assegno unico per figlio, un sì bipartisan da sinistra a destra

Di momento “storico” hanno parlato tutti, con l’entusiasmo e l’enfasi riservata ai grandi eventi. Il paragone (copyright Stefano Lepri, relatore del testo) si è spinto fino ad assegnare all’introduzione nel nostro ordinamento della misura dell’assegno unico per figlio la stessa importanza avuta nel lontano passato dalla riforma agraria nel secondo dopoguerra o dall’istituzione del Servizio sanitario nel 1978: “Riforme epocali che hanno segnato e hanno cambiato la storia dell'Italia”. Ieri il primo passaggio, quello nell’Aula della Camera, per l’approvazione in prima lettura del disegno di legge delega, che ora va al Senato per l’approvazione definitiva. Dopo di che, per dare sostanza effettiva alla misura, ci vorranno i decreti attuativi emanati dal governo.

Nell’attesa che l’iter compia interamente il suo corso e la storia venga così scritta per intero, vale la pena non passare sotto silenzio la singolarità di un provvedimento che a Montecitorio nei fatti ha raccolto una unanimità niente affatto scontata. Voti favorevoli da parte dell’intero emiciclo (452 sì, con un solo astenuto), con lo schermo dell’Aula che si colora solamente di pallini verde. Non accade poi così spesso, men che meno quando sul piatto c’è una legge che promette di incidere davvero sulla vita dei cittadini.

Il Pd, il primo firmatario Delrio: “Politiche chiare, eque e robuste”

I commenti soddisfatti della ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, e quelle del relatore Stefano Lepri (Pd) sono arrivati puntuali appena ottenuto il via libera. Accompagnati naturalmente da quelli delle forze di maggioranza. Nelle dichiarazioni di voto finali, in Aula, Graziano Delrio (Pd) - che alla proposta di legge utilizzata come base aveva dato il suo nome in qualità di primo firmatario - dice che dalla catastrofe dell’inverno demografico si esce “con politiche di sostegno chiare, semplici, robuste, eque, con politiche di armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro, con politiche di investimenti massicci sui servizi alle famiglie”. Perché “non solo non nascono più figli, ma pare non esservi più fiducia nel futuro, e questo è il vero problema politico di cui dobbiamo farci carico”. Un tema che tocca la libertà, che incide sulla società e sulla sua sopravvivenza (“siamo a rischio di estinzione”), che tocca l’economia e costituisce una rivoluzione culturale. “I nostri figli - aggiunge Delrio - hanno paura di diventare padri non per egoismo, come qualcuno dice, ma forse per eccesso di responsabilità, perché pensano “sarò all'altezza, sarò in grado, potrò garantire ai miei figli quello che è stato garantito a me?”. Sono domande legittime, io credo, e noi non abbiamo nemmeno oggi risposte definitive, dobbiamo dirlo con molta umiltà. Possiamo solo dire loro e invitarli a non avere paura del futuro né per se stessi né per i loro figli, perché la Repubblica vuole essere al loro fianco; e non per prenderli sulle spalle, ma per accompagnarli con un sostegno giusto, semplice e robusto, perché il loro destino e la loro apertura al futuro sono il nostro destino e sono il nostro futuro”.

La maggioranza Leu M5s Iv: “Un primo passo”

Tutta la maggioranza fa quadrato sul disegno di legge. Per Rosa Menga (M5S) con la legge “diamo nuova linfa allo Stato sociale rafforzando le misure a sostegno delle famiglie con figli a carico”, per Nicola Stumpo (Leu) il merito principale del provvedimento, al di là di un sistema di razionalizzazione degli istituti a sostegno della natalità, è quello di mettere al centro il tema della natalità parlando “al complesso della famiglia, alla genitorialità, ai diritti del lavoro delle donne, alla capacità di dare una risposta complessiva al problema che il nostro Paese avrà di fronte nei prossimi anni” Un “primo passo” perché “è del tutto evidente che non basterà aver semplificato l'accesso a questo istituto ma bisogna costruire un nuovo modello 0-6 anni”, che punti alla costruzione dei servizi. Un provvedimento, quello approvato, che per Vito De Filippo (Italia Viva) “darà importanti effetti anche di orientamento delle politiche generali nel nostro Paese, perché il ribaltamento mette al centro il bambino o la bambina”. 

L’opposizione: sì nonostante gli emendamenti bocciati

E poi c’è l’opposizione, e a fare rumore è il voto favorevole di tutto il centrodestra. Anche Forza Italia (con Gelmini) e Lega (con Locatelli) avevano presentato proposte di legge tendenti all’introduzione di un assegno unico, e il dibattito in Commissione, oltre che in Aula, era entrato nei dettagli del provvedimento. Molte proposte emendative del centrodestra sono state bocciate, ma a conti fatti la scelta dei tre partiti è stata quella di dare un segnale di fiducia votando il provvedimento. 

FORZA ITALIA: “UN’OCCASIONE PERSA, MA NOI CI SIAMO”

“Diversi passaggi che potevano essere utili - dice Roberto Novelli (Forza Italia) annunciando il voto favorevole del suo gruppo - purtroppo non sono stati compresi in questa legge delega. Con una scelta opinabile, si è deciso di separare l'assegno unico e le misure di sostegno alle famiglie e, con una scelta che noi riteniamo ancora più opinabile, si è scelta la strada di una legge delega e non di una legge ordinaria:abbiamo sperato fino in fondo che fosse possibile percorrere il sentiero più veloce, che ci avrebbe consentito di rendere immediatamente operativa questa legge. È un'occasione persa e, quindi, noi ci auguriamo che, almeno nel prosieguo, questa delega viaggi con i suoi decreti molto rapidamente; che non sia una di quelle norme che poi si blocca e viene fatta slittare perché questi decreti non riescono ad essere resi operativi”. Ma il deputato forzista mette il dito anche su un altro punto di domanda, peraltro ben presente anche alla maggioranza: “Non si sa quante saranno le risorse a disposizione per finanziare la misura; sotto un certo aspetto questo problema lo comprendiamo, ma è una carenza grave in un provvedimento così importante”. Provvedimento che comunque, appunto, “va nella giusta direzione”. 

FRATELLI D’ITALIA: “ITALIA A RISCHIO ESTINZIONE, NOI SEMPRE A FAVORE DELLA MATERNITÀ”

Maria Teresa Bellucci, per Fratelli d’Italia, spiega il sì con parole molto semplici: “Saremo sempre a favore di qualsiasi supporto al desiderio degli italiani di fare figli e di fare famiglia”. Rivendica, come partito, di aver posto il tema come “priorità” per “garantire le famiglie nel doveroso bisogno di ricevere un supporto economico per ciascun figlio a carico, avere servizi educativi che possano essere per tutti, e contare su politiche del lavoro che possano promuovere la maternità”. Sull’altro piatto della bilancia c’è il “rischio stesso dell’estinzione”. Fratelli d’Italia non rinuncia alla contrapposizione italiani - stranieri: “Noi lo diciamo chiaramente: al desiderio di fare famiglia e alla drammatica situazione della denatalità in Italia non condivideremo mai l'idea che la natalità possa essere aumentata attraverso l'immigrazione, perché questa si chiama sostituzione etnica, è un'altra cosa. Il desiderio di dare figli all'Italia, di dare i figli alle famiglie deve passare per sostenere ciascuna mamma e ciascun papà, ciascun italiano, che oggi invece è lasciato solo”. Sul merito del provvedimento, specifica Bellucci facendo riferimento agli emendamenti che non sono stati accolti, “avremmo voluto un'attenzione in più, avremmo voluto più certezza sul dato economico e sulle risorse messe in campo: per questo vi abbiamo chiesto di poter accogliere alcuni emendamenti che dicevano che sotto 300 euro per un bambino con età inferiore a 6 anni non si può andare, o che sotto i 200 euro per un ragazzo inferiore ai 18 anni non si può andare; così come vi avevamo chiesto di poter sostenere meglio quelle famiglie che hanno un figlio disabile, o le le famiglie più fragili, per esempio quei bambini che hanno un solo genitore, una sola mamma o un solo papà”. In ogni caso, pur senza le modifiche sperate, Fratelli d’Italia ha votato favorevolmente: “Siamo al vostro fianco, al fianco della maggioranza ogni qualvolta metterà al centro della propria politica i bisogni reali delle persone, i bisogni reali delle famiglie, i bisogni reali di ciascuna mamma e di ciascun papà che partecipa a costruire la nostra Italia”.

LEGA: “FORTI DUBBI, MA È IL MOMENTO GIUSTO PER DARE UN SEGNALE ALLE FAMIGLIE”

Infine c’è la Lega, che con Alessandra Locatelli (per un breve tratto ministra della famiglia nel governo Conte 1, subentrata a Lorenzo Fontana) che spiega il voto favorevole della Lega con la necessità di dare un segnale: “Abbiamo dei forti dubbi, dei dubbi che anche il relatore stesso ha dichiarato durante le riunioni di Commissione riguardo alle coperture economiche e abbiamo dei forti dubbi sul metodo adottato dal Governo per questo riordino, ma siamo altrettanto convinti che sia questo il momento giusto di dare un segnale forte alle tante famiglie che hanno vissuto mesi di isolamento, mesi di sacrifici enormi. Se non ora, quando? È questo il momento di occuparci di loro e di pensare al futuro delle famiglie, dei bambini e della nostra popolazione”, ha scandito in Aula. La denatalità - dice - è “un tema che non si risolve con il sostegno economico, ma si risolve con politiche mirate e concrete rivolte a tutte quelle mamme e quei papà che, ogni giorno, si trovano in difficoltà nell'accudire i propri figli”. Pensiamo, dice spiegando il pensiero della Lega in materia, “che non sia sufficiente solo il provvedimento di riordino, ma serva un cambio culturale, un cambio di pensiero che si deve declinare su tutti i nostri territori, sugli enti locali, sulle regioni, in collaborazione con le politiche nazionali”. E poi, naturalmente, c’è il tema della copertura economica che ancora manca (e l’immancabile stoccata anti immigrazione: “Quello che ci stupisce è che siamo di fronte a un Governo che si preoccupa molto di dare un futuro, un'accoglienza, un lavoro ai migranti che arrivano e sbarcano nel nostro Paese, ma ancora fa fatica a mettere i soldi a disposizione per un provvedimento che, da anni, stiamo cercando di portare avanti e nel quale crediamo veramente in modo profondo”. Ecco i termini del voto favorevole leghista dunque: “Va bene fare oggi la cornice, va bene dare il segnale alle famiglie isolate, dimenticate da questo Governo anche in un periodo così difficile; lanciamo questo messaggio insieme, ma poi, per il futuro, ci aspettiamo dei passi più importanti soprattutto rispetto alle misure fiscali”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)