Vita pastorale. Riaprono i patronati. Dal 15 giugno riprenderanno le attività
C’è una nuova data da segnare in rosso nel calendario delle comunità cristiane. Si tratta del 15 giugno, il lunedì in cui potranno riprendere incontri formativi aperti al pubblico, concerti, serate culturali, rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche, seppur con posti preassegnati e distanziati, con un massimo di 200 persone all’interno e mille all’esterno.
In quella data potranno riprendere anche le attività con i minori (grest e centri estivi) in conformità alle linee guida governative. La vita pastorale delle parrocchie vede sempre più vicina la normalità. Una normalità che dovrà comunque osservare attentamente il distanziamento sociale, l’utilizzo della mascherina e l’igienizzazione delle mani. Ma dalla metà del prossimo mese, le attività in presenza, a queste condizioni, saranno possibili, esattamente come le proposte formative degli uffici diocesani.
È questa la vera novità presente in un altro decreto che il vescovo Claudio ha siglato martedì 19 che di fatto riapre fin da subito i centri parrocchiali per le riunioni di organismi di comunione, equipe e comitati, per le quali si consiglia ancora la modalità da remoto, ma che sono possibili se i partecipanti osservano la distanza di sicurezza, non presentano febbre o sintomi e indossano la mascherina. In concomitanza con queste riunioni e con gli eventi dal 15 giugno i bar dei circoli Noi e Acli nei centri parrocchiali potranno tornare ad aprire i battenti.
Le attività caritative di Caritas e San Vincenzo continuano prestando attenzione a svolgere colloqui al telefono o, se in presenza, all’aperto o mantenendo la distanza. I generi alimentari e il vestiario vanno consegnati a domicilio o all’esterno della sede distanziando gli appuntamenti e consigliando di indossare i capi di abbigliamento solo dopo alcuni giorni di “quarantena”. Riaprono anche le case di spiritualità presenti in Diocesi (rispettando le norme per le “strutture ricettive”).
I campi e gli impianti sportivi dei centri parrocchiali riaprono già da lunedì 25 maggio, ma solo per gli sport individuali e solo per i maggiorenni.
Este, il nuovo "ministero dell'accoglienza"
A Santa Tecla, il Duomo di Este, le prime messe feriali hanno messo in rilievo la complessità delle procedure, ma il vero banco di prova arriva domenica 24 con le sette messe festive. «Abbiamo messo in campo settanta volontari, dieci per messa - racconta l'arciprete don Franco Rimano - Persone che di fatto svolgono un nuovo ministero, quello di accogliere e accompagnare persone e famiglie abbattendo l'anonimato che si vede nelle nostre comunità. Speriamo sia un piccolo patrimonio che ci rimarrà anche dopo la fine dell'emergenza».
Nell'up di Candiana c'era attesa di tornare a messa
L'attesa di tornare a messa si respira tutta in questi giorni nell'unità pastorale di Candiana, Arre, Pontecasale, Arzercavalli e Fossaragna. Si tratta di accogliere i fedeli e di accompagnarli nell'assunzione di tutte le misure necessarie: dal gel igienizzante all'utilizzo della mascherina, fino al distanziamento. «L'impressione che è che sia attesa - racconta il parroco, don Leopoldo Zanon - Abbiamo preparato questo passaggio in videoconferenza con il consiglio pastorale unitario e ogni parrocchia ha stabilito come reperire i volontari per le celebrazioni. A Candiana per esempio ognuno delle dieci associazioni o gruppi parrocchiali si occuperà di accogliere e sanificare per un'intera domenica. Ad Arre e Arzercavalli ci sono gruppi organizzati per l'occasione. Abbiamo chiese capienti, la vera prova arriverà con i primi funerali».
Vigodarzere continua a coltivare la comunità
A Vigodarzere, la prima messa dopo la lunga pausa si è celebrata martedì 19. Da domenica, le celebrazioni festive sono due, soprattutto per non disperdere un patrimonio spirituale e liturgico appreso in questo tempo: «Ci interessa coltivare il senso di comunità: la messa non è un diritto e non è nemmeno un servizio da richiedere. In questo tempo, ci siamo riappropriati della preghiera e della liturgia, abbiamo (ri)scoperto il celebrare in famiglia - ha scritto la presidenza del consiglio pastorale alla comunità - La proposta dell’angolo bello, la preghiera domenicale sul bollettino, la video-riflessione dei nostri preti non sono parentesi, eccezioni di un tempo difficile, non sono alternative alla celebrazione della domenica in comunità; sono una dimensione della nostra fede che non vorremmo perdere».