"Quante opportunità nella fragilità di oggi". Come i soci di Azione Cattolica vivono questo momento difficile
Due soci raccontano come stanno vivendo questo momento. E come dalla loro esperienza di Azione cattolica attingano lo stile per affrontarlo. Si cercano tutti i modi per vivere il contatto con le persone.
Come stanno vivendo questo momento i soci dell’Ac di Padova? «Pesa non poter uscire, non vedere parenti e amici, non muoversi liberamente – racconta Anna Valentini, 27 anni, di Sarmeola – ed è forte la preoccupazione per le persone care e per il nostro paese. Allo stesso tempo mi accorgo che sto dando un valore diverso alla mia libertà, ai rapporti umani, ai contatti possibili attraverso la tecnologia. Sto anche cercando di informarmi al meglio, ma a volte prendo le distante».
Anna insegna italiano, storia e geografia al Barbarigo e questo tempo, in cui a scuola non si va, è una sfida: «A noi insegnanti viene chiesto di metterci in gioco: dobbiamo continuare a “fare scuola” (anche in maniera diversa a seconda delle età), ma è fondamentale anche stare vicino agli studenti con le modalità che il momento ci permette. Certo, ci stiamo aggiornamento parecchio sulle nuove tecnologie».
Per vivere questo momento, Anna “attinge” dalla sua esperienza di Ac: «Mi aiuta ad avere un certo stile: prendermi a cuore le persone, il lavoro... Ma anche mettermi in gioco, essere elastica e coltivare un equilibrio personale e professionale».
Imprevisto, fragilità e opportunità: tre parole – secondo Michele Norbiato, 59 anni, di Selvazzano – per dire questo momento. «L’incontro con il Coronavirus lo paragonerei a un imprevisto. Nella nostra giornata così piena e densa, arriva lui e scombina i nostri piani. Questo tempo, inoltre, mette in mostra tutta la fragilità dell’uomo e la sensazione di smarrimento è grande».
C’è anche, per Michele, un forte senso di inadeguatezza nell’incontrare “a distanza” le persone: «Le relazioni sono l’acqua viva di cui sento la mancanza». Nel lavoro, alla Nuova agricola Girasole, «facciamo i conti con il non poter vendere le nostre piante e fiori e con la prospettiva di doverli buttare».
L’esperienza di Ac lo sta sostenendo e guidando: «Mi ha allenato a coltivare rapporti sani e genuini, a prendermi cura dell’altro con grande attenzione e rispetto, a non avere paura del domani, a confidare sempre nel Signore. Ecco allora alcune opportunità che questo tempo mi sta offrendo e che provo a vivere: in casa abbiamo recuperato e vissuto momenti di relazione più forte e più profonda, riscoprendo anche la dimensione della preghiera insieme e a distanza con la parrocchia; al lavoro ci sosteniamo a vicenda, ci confrontiamo fra noi e con altre aziende con le stesse difficoltà, per provare a inventarci qualcosa di nuovo (come la consegna a domicilio) e provare a salvare il posto di lavoro. In comunità manteniamo vive le relazioni con ogni strumento possibile».