Il vescovo Claudio nell'omelia del Corpus Domini richiama la necessità di non separare annuncio e testimonianza concreta
Basilica Cattedrale strapiena ieri, domenica 23 giugno, in occasione della celebrazione presieduta dal vescovo Claudio Cipolla, per la solennità del Corpo e Sangue di Cristo. Celebrazione che ha poi visto, come da tradizione, la processione eucaristica lungo le vie della città, con una lunga teoria di fedeli, sacerdoti, religiosi e religiose che hanno raggiunto in preghiera la basilica del Carmine per la benedizione finale.
Il vescovo Claudio, durante l’omelia ha voluto sottolineare in particolare due aspetti degli insegnamenti di Gesù «proposti nella fatica e resi possibili proprio dalla fatica dell’impegno apostolico». Annuncio e guarigione vanno insieme, ha ricordato il vescovo:«Qualcuno separa questa duplice azione, l’annuncio e la guarigione, e sostiene che la Chiesa deve soltanto parlare di Dio», ma «da sempre, in realtà noi cristiani stiamo attenti a non separare; quando le comunità dei discepoli vedono le sofferenze e se ne fanno carico con le possibilità che il Signore ha posto nelle loro mani». E ha proseguito: «Oggi in particolare l’annuncio del Regno ci porta a guardare con misericordia e ad accogliere immigrati e profughi, ma le nostre comunità continuano a occuparsi di disabili, di anziani, di minori, di sfruttati… da sempre aiutiamo a risolvere le povertà negli stessi paesi di origine; molti di noi si stanno interessano di ambiente, altri di giustizia. Cioè ci sentiamo mandati là dove un uomo soffre, dove la libertà e la dignità sono compromesse, dove la vita dal suo nascere al suo morire non viene rispettata e onorata».
Impegno di annuncio del Regno e di guarigione che il vescovo ha sottolineato anche con esempi di gesti concreti: «Lo stesso impegno di annuncio del Regno e di guarigione abbiamo voluto evidenziarlo quando due anni fa, proprio in questa occasione, abbiamo riaperto la chiesa di Santa Lucia (o del Corpus Domini) per l’adorazione permanente della presenza del Signore e per la preghiera incessante a favore della nostra città (da allora sempre qualcuno ha invocato e pregato il Signore in adorazione della sua permanente presenza in mezzo a noi, sempre 24 ore su 24, per tutti i giorni dell’anno). Contemporaneamente abbiamo dato inizio alla Fondazione Nervo-Pasini per la gestione dell’altro santuario, quello delle cucine popolari. Sono due aspetti della stessa fede nel Signore Gesù che manda i suoi ad annunciare il Regno e a guarire gli ammalati. Non possiamo dunque separare l’annuncio dalla testimonianza concreta. Non possiamo dichiararci discepoli del Signore e negare Dio o servirlo nella vita di ogni uomo. Ho citato soltanto alcune opere diocesane ma volendo dare valore anche a tutte quelle iniziative di carità, di solidarietà, di giustizia che molte famiglie e persone hanno intrapreso in termini più personali».
Un secondo aspetto che il vescovo ha voluto sottolineare riferendosi alla Parola di Dio del giorno è stato quello della sincerità, specie con noi stessi: « Gesù insegna una strada per vincere il ripiegamento su se stessi: il forte abbandono nell’obbedienza alla sua Parola […] L’apertura alla condivisione e alla solidarietà dà forza al discepolo. Ma nell’espressione di Gesù si va anche oltre. Gesù invita a fare della propria vita un dono: “date voi stessi da mangiare” […] In questo contesto veniamo trascinati a dare la parte più bella di noi stessi, il nostro amore. Siamo invitati ad amare con la forza di Gesù e con la misura del suo cuore. Lasciarci guidare dalla parola di Gesù significa essere portati ad amare con tutto noi stessi fino a dare la nostra carne e la nostra vita.
E l’invito finale: «Questa sera attraverseremo la nostra città con questo messaggio: il Signore Gesù invita i discepoli a dare se stessi da mangiare ai loro fratelli e presentiamo questa strada dell’amore di Gesù come salvezza del mondo».
L’omelia completa su: http://www.diocesipadova.it/solennita-del-corpus-domini/
Fonte: Ufficio stampa Diocesi di Padova