Il libro "Umilmente" di don Ivo Sinico. Un biglietto da visita per gli studenti
Viene presentato sabato 13 aprile il nuovo libro curato da don Giulio Osto che custodisce i testi delle omelie e dei discorsi di don Ivo Sinico rivolti agli studenti universitari: un’eredità preziosa che il fondatore e storico assistente spirituale ha lasciato al Gregorianum.
«Umilmente vive chi è consapevole di essere sempre in cammino, disponibile a imparare alla scuola permanente della vita». Così si legge nella quarta di copertina del libro Umilmente. Parole agli universitari (Cittadella Editrice, Assisi 2019). L’opera, un’antologia di testi curata da don Giulio Osto, assistente spirituale del Gregorianum, è stata prodotta raccogliendo omelie e discorsi di don Ivo Sinico riferiti alla vita universitaria. Ne sono usciti quattro capitoli con altrettanti temi, rivolti al percorso dello studente.
Il primo capitolo fa riferimento al “metodo di studio”, il secondo allo “stile di vita dell’uomo di cultura”, il terzo alla “vita del collegio” e l’ultimo alla “vita dopo la laurea”. Il cuore del libro sono questi quattro capitoli, seguiti poi da altri contributi; uno di questi approfondisce il profilo di don Ivo Sinico, scritto da Fernando Del Maschio presidente dell’associazione ex allievi. Un altro capitolo, focalizzato sul progetto formativo del Gregorianum, è curato da Alberto Scarpis, direttore del collegio, mentre il presidente Massimo Malaguti si è concentrato su una riflessione sul collegio di oggi.
Il libro vuole essere un biglietto da visita del Gregorianum, uno strumento che lo identifichi e che faccia conoscere quello che si fa e da dove viene il collegio; la strutturazione dei capitoli è pensata proprio per gli studenti. Nel volume è presente anche un contributo di Andrea Nante sul pittore Fulvio Pendini, autore di due opere presenti al Gregorianum, tra cui il suo dipinto più grande che si trova nell'aula magna.
La prefazione è di mons. Renato Marangoni, per dieci anni nel collegio con don Ivo, mentre la post-fazione è del prof. Gilberto Muraro che lo ha conosciuto nel 1956. «Un lavoro per custodire un tesoro – commenta don Giulio Osto, curatore del libro – Al Gregorianum c’è un patrimonio, una storia molto interessante che non va persa ma custodita e portata avanti».