Giovani consacrati di Padova alla scoperta dei tesori locali: una serata di condivisione e spiritualità
Da qualche anno, intorno alla Giornata mondiale della vita consacrata, i giovani consacrati della Diocesi (in formazione e
fino ai 10 anni di voti perpetui) si regalano una serata alla scoperta dei tesori di Padova.
«Il 7 febbraio – racconta Silvia Sandon, consacrata nell’Ordo Virginum – abbiamo visitato il battistero della Cattedrale e ascoltato una riflessione di don Antonio Oriente, delegato per la vita consacrata, sulla “Bellezza e il dono della chiamata”».
«È stata per me un’esperienza molto significativa – sottolinea suor Annamaria Saponara, elisabettina – Gli affreschi di Giusto de' Menabuoi, narranti la storia della Salvezza ci hanno “avvolto” e abbiamo fatto memoria di come anche noi siamo parte di quella storia, sempre viva e attuale. Avere un tempo per fermarsi e rinnovare tale consapevolezza è stato un dono, sentendoci sostenuti e incoraggiati anche da coloro che ci hanno preceduto, come i santi dipinti nella cupola. Ho sentito in noi il desiderio di rinnovare la nostra missione, con i nostri diversi carismi, a servizio della Chiesa con un’attenzione particolare a quella diocesana. La bellezza meditata e la fraternità condivisa sono la buona notizia che siamo chiamati ad annunciare nel quotidiano».
«La consapevolezza di immergersi nella meticolosità dei ricchi particolari artistici del battistero – evidenzia fra Alessandro Bosio, minore conventuale – stata occasione per rallentare i ritmi frenetici delle nostre giornate. Contemplare la bellezza è un modo per assaporare i prodigi di un Dio che non si trattiene, che ogni istante si dona riempiendo la nostra vita di inaspettati frutti preziosi e gustosi. Ogni pennellata, ogni colore creano armonia e ci rimandano alla sequela di Cristo, alla sua libera donazione. Vederci con il naso all’insù, immersi nello stupore e nella profondità dei racconti biblici ci fa sentire sorelle e fratelli in cammino, uniti dalla gioia di vivere anche la diversità delle nostre scelte, della preghiera, dell’accoglienza di sfide nuove che l’uomo del nostro tempo si aspetta, chiede e brama dalla vita consacrata.
«Pregando compieta – conclude Silvia Sandon – abbiamo ricordato i giovani in ricerca vocazionale e le comunità religiose in diocesi e le parole di Simeone hanno davvero risuonato in noi: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele” (Lc 2,29-32)».
Prosegue, sabato 2 marzo dalle 9 all’Istituto Sant’Antonio dottore, la riflessione sul tema degli abusi, avviata in occasione della Giornata mondiale della vita consacrata. Don Antonio Oriente e Silvia Destro, membri del Sinai-Servizio di informazione e di aiuto della Diocesi, intervengono su “Le basi psico-pedagogiche della relazione educativa”. Ecco alcune restituzioni sulla giornata del 3 febbraio, in cui c’è stato un primo intervento di suor Tiziana Merletti e Giuseppe Comotti – entrambi del Sinai – sul tema degli abusi.
Don Antonio Oriente: «La Giornata della vita consacrata è stato un momento intenso per partecipazione e per i contenuti condivisi. Il ritrovarsi in tanti attorno al vescovo ci aiuta a vedere quanta ricchezza e bellezza vive all’interno della nostra Chiesa di Padova, quanti carismi, quanti uomini e donne impegnati per “aiutare” il Signore Gesù a farsi più vicino a ogni persona. Il ritrovarsi ci aiuta a vivere, come dice papa Francesco uno “spirito di umiltà gioiosa e di gratitudine silenziosa”, ci aiuta “a risvegliare il desiderio di Dio, lo stupore del primo giorno…”. Insieme ai presenti ci accompagnava la preghiera costante dei religiosi e delle religiose delle infermerie. Significativa la presenza nel coro di giovani religiosi e dei novizi dei frati conventuali insieme alle suore elisabettine. Hanno contribuito a dare un’anima alla celebrazione. Il Vescovo Claudio durante l’omelia della messa ha sottolineato come il criterio di unità espresso dalla celebrazione sia la verità del nostro essere insieme anche all’interno di questa nostra Chiesa: “Ciò che stiamo vivendo nell’Eucarestia che celebriamo contiene quella chiamata all’unità, alla comunione, alla fratellanza che tutti desideriamo. Questa è la lettera di questo nostro ritrovarsi”. Anche il momento formativo e informativo che ha preceduto la messa è stato accolto con interesse tanto che alcune comunità si sono mosse chiedendo l’intervento dei relatori».
Ornella Colombo, piccola apostola della carità: «Un colpo d’occhio molto suggestivo, quello colto nell’ampia chiesa dell’Opsa lo scorso sabato 3 febbraio, sulle tante persone presenti. Persone consacrate nei più diversi istituti e congregazioni, tutte riunite intorno all’eucaristia da un unico intento: celebrare e ringraziare per il dono della vita donata totalmente a Dio e al servizio dei fratelli in questa grande comunità diocesana. Una celebrazione ben preparata e curata, che ha reso possibile una partecipazione serena e senza distrazioni. Appartengo ad un istituto secolare, una presenza davvero esigua al confronto delle numerosissime religiose, ma mi sono sentita veramente “a mio agio” nonostante l’evidenza della diversità. Ho vissuto intensamente la celebrazione, e mi sono lasciata accompagnare da una parola/sentimento: Insieme. Insieme innanzitutto a Gesù perché “senza di Lui non possiamo fare nulla”, ci ricorda anche il nostro Fondatore Luigi Monza; insieme alle varie famiglie religiose femminili e maschili; insieme al pastore di questa Diocesi, il vescovo Claudio, e ai tantissimi sacerdoti presenti. Mi piace pensare a questo momento intenso e sereno di comunione, riuniti intorno all’Eucaristia, come ad un incontro che continui nella concretezza della vita per portare il “frutto buono” della condivisione e della comunione, al di là delle diverse appartenenze di ciascuno. Un sogno che pian piano prende forma grazie alla vivace presenza di don Antonio Oriente e alle iniziative che si vanno delineando con il suo Consiglio per la vita consacrata. È un segnale forte che la vita consacrata nel suo insieme vuole dare di unione nella diversità e di solidarietà, in questa società dominata da relazioni “liquide”, lontane, da diffidenza e individualismo».
Padre Mauro Pizzighini, devoniano e parroco del Crocifisso in Padova: «Quella del 3 febbraio nel teatro dell’Opsa di Padova è stata una mattinata che è scivolata via tra il realismo del tema (quello degli abusi) e quello di una modalità di perdono e di misericordia (al centro sta sempre la persona… colui che procura l’abuso e la vittima). Erano presenti i religiosi e le religiose che celebravano come diocesi di Padova, riuniti attorno al proprio vescovo Claudio la Giornata della vita consacrata. Un momento bello che sapeva di “convenire” di tante famiglie religiose che la fantasia dello Spirito non permette mai di omologare. Un tema certamente spinoso, affrontato professionalmente da suoi relatori competenti sul piano giuridico canonico, ma che respirava di fiducia che il Signore anche attraverso la sofferenza si consegna in atteggiamento di accoglienza e di tenerezza. Parole come rispetto, sincerità, fraternità e conversione erano insite dentro quei riferimenti al diritto canonico e ai diversi documenti ecclesiali sull’argomento trattato. Sullo sfondo la Chiesa nel suo volto più concreto della parrocchia e gli istituti religiosi maschili e femminili nel loro volto più fraterno delle comunità. Correzione fraterna sincera, attenzione all’altro, il prendersi cura della fragilità, il rifondare la propria vocazione sull’appartenere totalmente al Signore, percorsi di novità e di rinnovamento sono le chiavi di lettura per un fenomeno da non sottovalutare, come da non drammatizzare: la cornice è l’amore del Padre che attraversa ogni situazione di fragilità».
Paola Olivi, consacrata nell’ordo viduarum: «Per noi donne vedove, che viviamo il nostro sì al Signore nella vita ordinaria e soprattutto nella vita famigliare (siamo mamme, nonne, lavoratrici e volontarie in vari ambiti ecclesiali, del sociale e della sanità) l’incontro creato in occasione della Giornata della vita consacrata è stato un invito a confermarci nel nostro impegno ad essere presenze attente e consapevoli in tutte le situazioni di povertà umana e spirituale. La conoscenza e l’approfondimento della tematica dell’abuso non riguarda solo gli “addetti ai lavori”. È un cammino formativo necessario a tutti per prevenire e saper indirizzare situazioni che direttamente o indirettamente potrebbero toccarci. È stato bello vivere un momento di Chiesa viva che rinnova il suo “Eccomi” aprendo lo sguardo all’ascolto, alla custodia e alla cura di tante relazioni ferite. Un forte invito a servire sempre con carità, giustizia e verità ogni fragilità dell’uomo».
Giuseppe Comotti, membro del Sinai e intervenuto – con suor Tiziana Merletti – all’appuntamento formativo: «La partecipazione alla Giornata diocesana della vita consacrata è stata un’esperienza molto positiva. Non solo la presenza delle tantissime religiose e dei religiosi che vivono ed operano nella nostra Diocesi è stata numericamente consistente, ma ho potuto percepire il loro interesse e la loro attenta considerazione per il tema degli abusi, trattato nelle due relazioni. È quindi auspicabile che possa esserci un ulteriore seguito di riflessione e di confronto sulle questioni poste da questo argomento di grande attualità per la vita della Chiesa e di ogni istituto religioso, soprattutto in chiave di prevenzione e formazione. All’incontro ha partecipato il vescovo Claudio, che ha poi presieduto la celebrazione eucaristica, davvero molto ben preparata e che, come ha detto il Vescovo stesso nell’omelia, “esprime ciò che davvero siamo”, cioè una comunità unita intorno alla Parola di Gesù, pur nella diversità dei carismi che ciascun istituto vive e realizza».