Fondo di solidarietà. Veneto in ginocchio, la diocesi di Padova c'è
L'iniziativa. 100 mila euro destinati dal Fondo straordinario di solidarietà per il lavoro alle popolazioni colpite dalla tempesta Vaia che tra ottobre e novembre ha sconvolto il Bellunese e l'Altopiano di Asiago. Saranno attivati 40 posti di lavoro della durata di sei mesi. Un segno della Chiesa padovana per esprimere la propria vicinanza, un modo per affiancarsi e camminare insieme con i territori colpiti.
«Un segnale di vicinanza alle popolazioni colpite dalle calamità dello scorso ottobre», ma anche, allo stesso tempo, un modo per «sostenere progetti di lavoro e di pubblica utilità in un territorio che registra già importanti problemi di disoccupazione».
Il Fondo straordinario di solidarietà per il lavoro guarda ai territori colpiti dal maltempo di fine ottobre attraverso le persone che li abitano. La diocesi di Padova ha infatti stanziato 100 mila euro per attivare 40 opportunità di lavoro, della durata di sei mesi, per persone disoccupate in situazione di disagio che abitano nei comuni montani del Vicentino, del Bellunese e del Trevigiano in cui si trovano parrocchie padovane; ben 35 comuni, piccoli ma anche grandi, che vanno da Asiago a Bassano, da Cismon del Grappa a Romano d’Ezzelino, da Valstagna fino ad Arsié, Fonzaso e Quero-Vas.
Le proposte e le modalità di adesione e finanziamento al progetto vengono presentate a sindaci, rappresentanti di comunità montane e unioni di comuni, ma anche a parroci e operatori degli sportelli di solidarietà in due incontri. Il primo si è svolto mercoledì 6 febbraio ad Asiago, il secondo, invece, si tiene venerdì 15 febbraio, alle 14.30, nella sede dell’unione montana Valbrenta, in piazza 4 novembre a Carpanè di San Nazario.
«La nostra è una collaborazione modesta – ammette Roberto Bonato del Fondo di solidarietà – perché potrà dare poco rispetto al grande danno subito da questi territori. Ma voleva comunque essere un segno, da parte della Chiesa padovana, per esprimere il suo senso di vicinanza, un modo per affiancarsi e camminare insieme».
Entro metà marzo dalle comunità montane potranno arrivare idee per alcuni – piccoli – lavori di sistemazione del territorio. Dall’eliminazione delle ramaglie al ripristino di qualche sentiero, dalla pulizia dei parchi ad alcuni interventi urbani, sono molte le possibilità da individuare. «Le persone che faremo lavorare – osserva però Bonato – non saranno necessariamente persone specializzate. Per questo, è fuori discussione che possano muoversi in contesti pericolosi o utilizzare strumenti complessi, ma ci sono molti interventi elementari di cui il territorio ha bisogno». Nel progetto è previsto che i vari interventi siano resi noti alla popolazione: «Sarà bello dire: “qui hanno lavorato tre disoccupati di Asiago”, o “qui due di Enego”. Capiremo nel concreto come rendere edotte le comunità di ciò che sarà fatto».
Ai monti e alle valli servirà tempo – molto tempo – per guarire. Solo gli interventi umani richiederanno due anni. Spiega Bonato: «C’è la possibilità di replicare questa iniziativa anche nel 2020. Se nel 2019 riteniamo più plausibili interventi nelle zone urbane, dato che molte aree boschive saranno ancora bloccate all’accesso, nel 2020 saranno necessari altri tipi di interventi una volta che sarà concluso il taglio e il trasporto dagli alberi abbattuti dalle precipitazioni torrenziali». Il gesto della Chiesa di Padova vuole essere un inizio: altre realtà e altri soggetti possono contribuire e ampliare questo progetto. «È un piccolo segno che si affianca ai più consistenti interventi in carico alla Regione – ha osservato il vescovo Claudio in occasione del lancio dell’iniziativa – ma ci auguriamo possa stimolare un circuito virtuoso di azioni coordinate che allevino le sofferenze di famiglie e comunità e offrano anche possibilità di inserimento lavorativo».
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia non ha tardato a dimostrare il suo apprezzamento per l’iniziativa: «Ringrazio il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, e la diocesi di Padova per aver coniugato l’emergenza attuale con l’apprezzata iniziativa di solidarietà occupazionale avviata ormai da anni: convogliare 100 mila euro del fondo diocesano di solidarietà su progetti lavorativi che attivino posti di lavoro nelle aree della montagna veneta devastate dalla tempesta di fine ottobre significa "stare sul pezzo" e cogliere con grande sensibilità una delle emergenze sociali della nostra regione».
«La collaudata esperienza del Fondo straordinario di solidarietà, che vede anche la Regione Veneto tra i partners istituzionali – ha aggiunto Zaia – ha rappresentato un grande volano nella collaborazione tra amministrazioni e privato-sociale per reinserire in attività lavorative soggetti svantaggiati e disoccupati di lunga durata. Sono già migliaia le persone in Veneto che hanno potuto reggere ai colpi della crisi economica grazie ai tirocini e ai lavori di pubblica utilità creati con le risorse del fondo. Trovo che aver deciso ora di dare priorità alle aree devastate dal maltempo, già in sofferenza dal punto di vista economico e occupazionale e di investire sul lavoro, fonte primaria di dignità e di riscatto delle persone e delle famiglie, sia uno di quei segnali di grande sensibilità sociale e di lungimiranza che di cui è intessuta la storia e la cultura del mondo cattolico veneto».
In Regione
Giovedì 14 febbraio si è tenuta una seduta straordinaria del Consiglio regionale nella sede di palazzo Ferro Fini a Venezia. All'ordine del giorno la mozione, primo firmatario Stefano Fracasso (capogruppo del Pd), "Interventi di ripristino del patrimonio forestale del Veneto gravemente danneggiato dalla tempesta Vaia dell'autunno 2018".
Il consigliere vicentino, a margine del convegno "Tempesta Vaia. Disastro o opportunità per le foreste del Nord-Est" che si è tenuto l'8 febbraio a Belluno, aveva avanzato forti dubbi su come la Regione sta gestendo la fase post emergenziale.
Il Fondo: da dieci anni a sostegno dell'occupazione
Il Fondo straordinario di solidarietà per il lavoro dal 2009 opera attraverso borse lavoro, progetti di pubblica utilità e altri mezzi di sostegno al lavoro. La modalità di accesso per comuni, unioni di comuni e comunità montane delle zone colpite dal maltempo possono essere consultate in dettaglio su www.fondazionecariparo.it/iniziative/fondo-straordinario-di-solidarieta-per-il-lavoro