Festa della Missione. Giovani missionari con il cuore aperto al mondo
In 40 hanno terminato il cammino annuale di "Viaggiare per condividere". Ora in 21 giovani tra i 18 e i 30 anni sono pronti a partire per un'esperienza missionaria. Domenica 10 giugno, alla festa della missione, il vescovo Claudio conferisce loro il mandato della Diocesi.
La missione? Rende straordinaria la realtà di tutti i giorni. Non hanno dubbi i giovani (ben 40!) che hanno chiuso da poco il cammino annuale di “Viaggiare per condividere” e adesso sono pronti – più di metà di loro – a partire per una realtà missionaria nel mondo. Domenica 10 giugno, alla Festa della missione, il vescovo Claudio conferisce loro il mandato: la loro presenza estiva in Africa, in America Latina, ma anche in Europa o in Puglia tra i migranti, sarà un segno vivo della loro fede e della Chiesa di Padova.
La parola chiave per questi ragazzi è “incontro”. «Non ci pensiamo mai abbastanza – esordisce Federico Parlatore, studente di ingegneria ambientale, proveniente dalla parrocchia padovana del Crocifisso – eppure il nostro approccio agli altri e alla realtà in genere è pieno di barriere, molto spesso inconsapevoli». Aprire gli occhi e rendersene conto è stata la sorpresa più grande donatagli dalla proposta attraverso la quale da molti anni il Centro missionario diocesano forma i 18-30enni. «C’è poco da fare – continua Federico, che dal 7 agosto al 7 settembre sarà in Mozambico con i padri Dehoniani che reggono anche la sua parrocchia – ma quando pensiamo alla missione partiamo in automatico dall’idea che noi occidentali stiamo meglio e possiamo andare a portare qualche aiuto in Africa o altrove. Dopo gli incontri di “Viaggiare”, credo invece che saranno le persone che incontrerò a salvarmi: con la loro differente visione del mondo, con la loro ricchezza interiore, con la loro cultura sorprendente».
Uno stile di incontro prezioso quando si mette piede in un Paese mai visitato, figuriamoci quando si tratta di rimanere un mese, entrare nelle case, conoscerne le famiglie, toccare con mano le scelte pastorali e di sostegno alla persona compiute dai missionari in loco. È l’esperienza che farà anche Ilaria Stocco, educatrice in una comunità per minori a Dolo: «Si tratta di accogliere e farsi accogliere – condivide pensando al suo viaggio nella missione diocesana a Guayaquill, in Ecuador, tra il 27 luglio e il 20 agosto – ma non mi voglio fare aspettative. Sarà bellissimo muoversi e scoprire i mille volti di questa missione. D’altra parte “Viaggiare per condividere”, attraverso le molte testimonianze che ci ha presentato, ci ha preparati all’incontro con mondi diversi dal nostro, ci ha fatto toccare con mano come guardiamo gli altri. E il nostro punto di vista è cambiato radicalmente».
I 21 giovani in partenza oltre che in Ecuador e in Mozambico (un secondo gruppetto lo raggiungerà con i Cappuccini), saranno anche in Tanzania con l’Associazione laicale missionaria, in Brasile e in Albania con le Dorotee di Venezia, e a Foggia, con gli Scalabriniani, tra i migranti. E proprio lì sarà Roberta Mauro che vive a Padova da quattro anni, ma è originaria di Lecce. «Sembra un paradosso – esclama – andare in missione nella mia terra! Ma la cosa interessante è che me la farà vedere in maniera completamente diversa. Insomma “missione” non è per forza andare dall’altra parte del mondo. La si può vivere nelle strade delle nostre città cercando in chi incontriamo, nei nostri parenti, anche nelle persone che ci stanno poco simpatiche, il Suo volto. Penso che una delle missioni più importanti della nostra vita sia quella di incontrare il Signore nella quotidianità, così anche l’ordinario può essere trasformato in straordinario. Tutto ciò ci permette di sentirci figli di un Padre che si prende cura di noi nel dettaglio!».