Estate in parrocchia: a Campodarsego giovani... in progress
Nuova proposta, a Campodarsego, per i 21-25enni. L’appuntamento di avvio, domenica 13, ha raccolto trenta partecipanti «molto diversi tra loro»
“Walk in progress”. Ha preso il via nel pomeriggio di domenica 13 settembre un nuovo cammino per i giovani dai 21 ai 25 anni di Campodarsego, un nuovo modo per vivere l’esperienza del gruppo giovani rivolto a tutti, al di là degli steccati rappresentati dalle appartenenze associative e dai percorsi individuali.
Questo nuovo cammino è progettato da un’equipe formata dal vicario parrocchiale don Giovanni Casalin, da un’educatrice trentenne e da una coppia di sposi, con la collaborazione di don Paolo Zaramella, direttore dell'ufficio diocesano di Pastorale dei giovani.
Il primo invito ha riscosso successo: «Volevamo vedere in quanti sarebbero venuti – racconta don Giovanni Casalin – e siamo stati piacevolmente sorpresi nel trovare oltre 30 giovani, molto diversi tra di loro. C’è chi frequenta la parrocchia e chi meno, chi si professa credente e chi no. Vedremo poi quanti di loro vorranno mettersi in cammino».
Il gruppo affronterà, in modo nuovo, tematiche molto impegnative: «Parleremo di attualità, politica, bene comune, affettività, del rapporto con se stessi secondo la fede. I giovani non hanno spesso l’occasione per trovarsi e discuterne. Con il gruppo vogliamo favorire l’incontro e lo scambio. Non abbiamo la pretesa di dare alcuna risposta, ma vogliamo accendere degli interrogativi». Del resto, sono le proposte “forti” che attraggono i ragazzi: «Il titolo, “Walk in progress”, parla del mettersi in cammino. Il nostro è un territorio particolare, pieno di grandi imprenditori, votato alla cultura dell’efficienza, dell’impegno e dello studio. I giovani, se vengono al gruppo, è perché vogliono provocazioni e stimoli su cui riflettere. Non hanno tempo da perdere».
Il gruppo “Walk in progress” ha una prospettiva biennale: al termine la proposta convoglierà nel progetto “Simbolo”, su cui sta lavorando la pastorale giovanile diocesana, che potrà portare, chi lo desidera, a una professione di fede pubblica.
L’esordio fa promettere bene: «Ho visto educatori di Azione cattolica, capi scout, ma anche ragazzi che non avevo mai visto in tutto l’anno che sono qua a Campodarsego. Ciò che ha fatto la differenza è il livello della proposta». E il Covid non è stato un ostacolo: «Siamo rimasti all’aperto, rispettando le distanze. C’è un forte desiderio di ritrovarsi dopo mesi di isolamento: anche questo contribuisce alla loro voglia di incontro».
I mesi estivi, i primi dopo il confinamento più duro, confermano anche a Campodarsego questo desiderio di comunità: «Abbiamo dato la possibilità a tutti i gruppi di potersi ritrovare, con campi non residenziali. Per i giovani c’è stato il Summer festival: per cinque settimane un chiosco aperto e la possibilità di dialogare su alcuni temi con gli ospiti. Nonostante i blocchi e le limitazioni, la parrocchia non si è mai fermata. C’è stata poi una buona collaborazione con l’amministrazione comunale per i centri estivi e per attività di servizio con i giovani delle superiori, in sinergia con le associazioni».