Elevazione musicale, venerdì 21 nella chiesa dei Servi. Tra silenzio e parola
«Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo rapido corso, la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile».
È l’immagine, potentissima, della nascita del Salvatore restituita dai versetti 14 e 15 del capitolo 18 del Libro della Sapienza. Da queste parole è nata l’antichissima tradizione di celebrare proprio a mezzanotte la prima messa di Natale. Ed è intorno al significato profondo di queste righe che l’elevazione musicale di venerdì 21 dicembre, alle 21 nella chiesa dei Servi, vuole fornire nuovi spunti per la riflessione e la preghiera.
Il coro San Prosdocimo – la cappella musicale della Cattedrale diretta dal maestro Alessio Randon e accompagnata dall’organista Alessandro Perin – intonerà il testo sapienziale in lingua latina (Dum médium siléntium tenérent ómnia), versione gregoriana per l’Ottava di Natale. Un esempio di come la musica possieda la forza di trasfigurare le parole diventando veicolo di fede e di elevazione, appunto, di animo e mente.
«Questa proposta ormai ultradecennale – sottolinea don Gianandrea Di Donna, direttore dell’ufficio diocesano per la liturgia – non è un concerto per regalare sensazioni epidermiche bensì un’occasione spirituale per dare nuova forma ai testi sacri sulla Natività attraverso la musica liturgica e religiosa. Quest’anno, in particolare, tutto è giocato sull’ossimoro tra “silenzio” e “parola”, un silenzio che grida e un Verbo che è solitudine». Si ascolteranno musiche di autori cinquecenteschi, come Bonaventura Somma e Salomone Rossi, dell’Ottocento, come Oreste Ravanello, Johann Ritter von Herbeck e Nicola Spinelli, e contemporanei, come Terenzio Zardini e Domenico Bartolucci.