Eccoci, ci mettiamo in gioco. Giovani padovani in volo verso la GMG di Panama
Lo sguardo sull'anno che verrà... dei giovani che andranno alla Gmg di Panama. Un gruppo di padovani salperà, il 21 gennaio, con destinazione la Giornata mondiale della gioventù di Panama. È tanto l'entusiasmo. Un messaggio per tutti, a inizio anno, dalla Gmg? «Non temere», come ha detto l'angelo a Maria.
«Potevamo dire di no alla Gmg? Ci siamo sentiti chiamati… Quando ci capita, da giovani cristiani, di vivere esperienze come questa? La carica che lascia la Gmg, dove siamo tutti lì per lo stesso motivo – incontrare il Signore – dà i suoi frutti per un tempo lungo. A inizio anno poi… è di buon auspicio. Quindi… non potevamo che dire: eccoci!». È con questo spirito che Elena Frizzarin e Luca Pedroletti si stanno preparando per volare a Panama, dove dal 21 al 27 gennaio si terrà la 34a Giornata mondiale della gioventù, che papa Francesco ha affidato alle mani di Maria, scegliendo come tema il suo “sì” di giovane donna al progetto di Dio: «Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38).
Da Padova partirà un gruppo così composto: 44 persone provenienti da varie parrocchie, e pure dalle Diocesi vicine, e 42 di Campagnola. Dopo l’esperienza a Panama città, dove il 23 arriverà papa Francesco, il primo gruppo si fermerà nel paese fino al 4 febbraio. La seconda settimana di Gmg, infatti, sarà un gemellaggio con la Diocesi di Chitrè, nel sud di Panama. Qui il gruppo sarà ospitato presso una scuola cattolica, il collego Agostiniano, e avrà modo di incontrare vari volti della Chiesa locale (oltre che… di fare un tuffo nel mar dei Caraibi).
Cosa mi aspetto?
«Mi “serve” Panama per prendermi un tempo per me – confida Elena 21 anni, di Montà (Padova), iscritta al terzo anno di economia a Venezia – È quello che ho vissuto a Cracovia, la mia prima Gmg: si stacca dalla “solita” vita, si vivono con tranquillità le proposte (catechesi, liturgie...), si conoscono persone nuove, si raccoglie tutto lo straordinario che c’è in un’esperienza come questa. Vado a Panama con questo spirito... ma senza aspettative vere e proprie, perché il rischio è quello di non accogliere poi ciò che arriva di inaspettato».
Luca vorrebbe «partire un po’ più vuoto per tornare un po’ più pieno». Lui, che ha 26 anni, abita a San Marco di Camposampiero ed è laureato in biotecnologie, di Gmg ne ha già vissute due: Madrid e Cracovia. «La prima volta non sapevo bene cosa aspettarmi… Poi me ne sono innamorato. Mi colpisce, ogni volta, che nonostante tutto – come è capitato a Madrid, quando alla messa conclusiva si è scatenato l’uragano – siamo rimasti lì tutti insieme a pregare, anche papa Benedetto XVI. Da Panama non mi attendo qualcosa di preciso… ma parto con entusiasmo. In verità un desiderio ce l’ho: darmi l’occasione, anche con questa esperienza, di crescere come cristiano».
«Parto da pellegrino – racconta Matteo Cecconello, 23 anni, della parrocchia di Campagnola – con il cuore aperto ad accogliere tutto ciò che verrà dall'esperienza della Gmg. So, così come il resto del gruppo della mia parrocchia, che questo non è solo un viaggio per visitare un Paese che non conosco. L’ho sperimentato a Cracovia, la mia prima Gmg: siamo lì, insieme ad altri giovani, per scoprire sempre di più la nostra fede».
Pronti i bagagli?
Alla Gmg di Panama – dove si attendono, secondo gli organizzatori, 250 mila partecipanti – i padovani si sono preparati con due appuntamenti, durante lo scorso autunno, e un altro che si terrà prima della partenza. Nel primo – accompagnati da Abramo – i giovani si sono soffermati sull’“andare”. «È stato un bel momento – ricorda Elena, che con Luca è responsabile del gruppo diocesano – soprattutto quando, tutti in fila rivolti all’altare, uno alla volta ci siamo girati verso il compagno che ci stava dietro e gli abbiamo consegnato lo stesso messaggio che Dio dona ad Abramo: “Va’ verso di te”. In questo modo, alla fine, tutti eravamo girati verso l’uscita della chiesa… pronti per partire!». L’altro momento importante è stata la veglia dei giovani agli Eremitani, il 12 dicembre scorso: hanno ricevuto la benedizione del vescovo Claudio per questa avventura e l’abbraccio di tutti i coetanei della Diocesi.
Con Francesco
Quella di Panama è la prima Gmg in America centrale e la prima decisa da papa Francesco. Che si è rivolto ai giovani, credenti e non credenti, con un video messaggio in cui sottolinea la loro disponibilità a porsi al servizio degli altri e li invita a mettere in pratica questa attitudine nella prospettiva cristiana: «Mettersi al servizio del prossimo non significa soltanto essere pronti all'azione; bisogna anche mettersi in dialogo con Dio, in atteggiamento di ascolto, come ha fatto Maria. Lei ha ascoltato quello che le diceva l’angelo e poi ha risposto».
«Francesco è il papa delle piccole cose e mi piace per questo – sottolinea Elena – È bello, inoltre, che abbiamo dato alla Gmg il volto di Maria. Mi tocca come donna e sono curiosa di sentire cosa ci racconterà di questa giovane, dei suoi gesti quotidiani, di come ha amato...». «Ogni volta che lo ascolto – racconta Luca – mi sento più carico. Le parole che dice ai giovani, in particolare, mi colpiscono. Spesso ci sollecita a non essere giovani “da divano”. Essere alla Gmg, per me, è mettere in pratica proprio questo. Quindi sento che parla proprio a me!».
Chi ben comincia…
Essendo “dall’altra parte del mondo”, la Gmg di Panama si svolge in gennaio. Questo, in un certo senso, le consegna la responsabilità – diciamo così – di dare un “tono” a tutto il 2019. «Vivo questa Gmg in un momento di passaggio nella mia vita – spiega Luca – Mi sono laureato un anno fa, ho lavorato un po’ e ora sono in cerca di lavoro. Sto in mezzo tra un prima e un dopo… Non so bene come la Gmg influenzerà ciò che sto vivendo, ma sento che mi farà bene. La vivo come un inizio di “qualcosa”. Un po’ come è avvenuto con il Sinodo dei giovani. Sono stato io a proporlo in parrocchia a San Marco di Camposampiero e sono contento di averlo fatto. Ora esiste un gruppo di giovani che prima non c’era. Mi sono reso conto che ciò che mette in moto i giovani è positivo per tutta la comunità. Vorrei, al ritorno da Panama, portare qualcosa anche alla mia parrocchia».
Spera di portare a casa il più possibile, Matteo, che possa “segnare” la sua vita e l’anno che inizia. «Soprattutto conto di tornare con un bel sorriso che racconti la gioia immensa che Dio può darci. Arriverò a Panama non “conoscendo” completamente il Signore, ma disponibile a scoprirlo sempre di più. E a raccontarlo alla mia comunità».
«Sento – continua Elena – che mi porterò a casa, per i tempi a venire, il sentirmi parte di qualcosa di più grande. E che, intorno, ci sono gli altri con cui camminare. E c’è una comunità. A Cracovia ero molto giovane… ora, che sono cresciuta, sento di poter raccogliere motivazioni per prendere strade diverse. A volte, se non abbiamo stimoli forti, rischiamo di chiuderci. La Gmg può aiutarci in questo senso. Non solo noi, anche le nostre parrocchie».
Ecco la serva del Signore
«Vivo la Gmg come una chiamata, come quella che ha ricevuto Maria – confida Luca – Lei ha detto: eccomi. L’ho detto anch'io. Non so come sarà, ma parto. Mi sono sentito chiamato a mettermi in gioco. Chiamato a vivere un’esperienza di fede. In questo senso sono stati importanti gli incontri formativi di preparazione, perché ci hanno aiutato a capire che avremmo compiuto sì un viaggio, ma non qualunque. Il viaggio di un cristiano». «L’“eccomi” che dice Maria per me significa: è importante, per me, dedicare del tempo al Signore – evidenzia Elena – Quando mi sono iscritta, l’estate scorsa, la Gmg mi sembrava lontanissima e… incerta, ma ho sentito che potevo prendermi questo impegno. Per la mia vita di fede… Per rimettermi in strada e crescere». «Mi ricorda la confermazione l’“eccomi” di Maria – spiega Matteo – È ridire ogni giorno un sì più forte a mettermi in gioco. E sapere che non lo dico da solo, ma con tutti i giovani che andranno alla Gmg per lo stesso motivo: il Signore».
Il messaggio della Gmg di Panama… per tutti
«Non si è soli: questo arriva dall'esperienza della Gmg – evidenzia Elena – E non arriva solo ai giovani! È un messaggio che fa bene a tutti, così come quest’altro: c’è futuro! E noi giovani ne siamo portatori». Per Luca, che sogna di portare i ragazzi del suo gruppo di Ac alla prossima Gmg (verrà annunciata alla fine della messa di domenica 27 gennaio), un’esperienza come questa dice a ciascuno: non avere paura. «Penso, ad esempio, che spesso si ha paura di pregare, di compiere scelte che viste da fuori sono “cattoliche”, di raccontare cosa si fa in parrocchia… A me la Gmg ha insegnato a non avere paura. Si è in tanti e, se ci si sostiene a vicenda (sentendo anche la vicinanza di chi resta a casa), si supera la paura. Questo sostegno lo senti poi anche quando sei da solo. È facile dirlo, lo so, ma… anche a Maria, quando ha ricevuto l’annuncio che avrebbe concepito un figlio e l’avrebbe chiamato Gesù, l’angelo ha detto: “Non temere”».