Dopo il Sinodo diocesano. La primavera ci stupirà sempre
Il Sinodo diocesano si è concluso e ora siamo chiamati a lavorare insieme, in nome della comune chiamata battesimale, per la “fioritura” di quanto è stato seminato. Al “terreno” dell’annuncio la Chiesa di Padova riserva forte attenzione. In questo senso va la verifica del cammino di iniziazione cristiana che si svolgerà in questi mesi
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Con la Lettera post-sinodale, il vescovo Claudio ha portato a compimento i lavori del Sinodo e domenica 25 febbraio abbiamo vissuto una giornata di sole che scalda il cuore e di vento che scompiglia i pensieri. I giorni seguenti sono stati bagnati dalla pioggia, attesa e necessaria, che cade e prepara il terreno alla fioritura. Ci sono tutti gli ingredienti della primavera, un tempo speciale di stupore e speranza dove tutto si riveste di nuovo. Cosa ci consegna il Sinodo diocesano? Cosa può far fiorire? Basterà per rinnovare la Chiesa di Padova? Consegna innanzitutto la bellezza, la forza e la passione della nostra Diocesi, della Chiesa che ci è madre e ci genera all’incontro con Gesù! Poi il valore della sinodalità: aver sperimentato in modo ampio e popolare questo stile irrobustirà i percorsi quotidiani, anche attraverso il metodo del discernimento comunitario. Disegneremo un volto di Chiesa maggiormente sinodale con i tratti della comune chiamata battesimale, con meno separazioni tra preti e laici e con la fisionomia di alcune priorità che danno unità. Fioriranno le tre proposte che il vescovo ha rilanciato nella Lettera. I ministeri battesimali con la centralità di ogni parrocchia, i piccoli gruppi della Parola e il rivedere la geografia diocesana nella logica di ripensare la presenza cristiana nel territorio sono buone sementi pronte per la fioritura. Il terreno, cioè l’attuale contesto culturale e sociale, può innervare e dare sostanza al nostro contributo di credenti. Potremmo tutti investire in una maggior spinta evangelizzatrice e missionaria. La fioritura, però, avrà bisogno di giardinieri. Gli organismi di comunione sono quelle persone che accompagnano, custodiscono e promuovono la fioritura. In questo periodo di transizione, il rinnovo parrocchiale del consiglio pastorale e del consiglio per la gestione economica diventa una tappa decisiva. A loro il vescovo affida compiti precisi: preparare le comunità a cogliere il senso e il valore dei ministeri battesimali; puntare sull’evangelizzazione attraverso i piccoli gruppi della Parola; definire i confini delle future collaborazioni pastorali. È un compito da giardinieri: occorre cura e pazienza, intervenire e attendere. Ci vuole speranza: intuire oggi quello che diventerà più chiaro domani. È un compito bellissimo, anche perché poi si vede il frutto e non la mano del giardiniere: si lavora per la fioritura e non per se stessi. L’attenzione forte che il vescovo, insieme con tutta la Chiesa, riserva all’annuncio aiuta a capire anche la portata dei referenti per la catechesi. In questa primavera si svolgerà la verifica del cammino di iniziazione cristiana e poi, sulla base di quanto raccolto, il vescovo indicherà le linee unitarie per l’intera Diocesi, pertanto i referenti parrocchiali saranno un grande anello di congiunzione. Basterà tutto questo a cambiare la Chiesa? Il prodigio delle gemme e dei primi fiori che diventeranno frutti non ha eguali. Nella fioritura molto ci supera sempre: nessun nostro sforzo potrebbe vestire a festa la campagna, i prati e gli alberi. Noi ci siamo, poi il miracolo della primavera, sempre immeritato e eccedente, ci stupirà ancora una volta!