Concorso degli insegnanti di religione. Firmata l’Intesa tra Cei e Governo. La vicinanza del vescovo Claudio
Il 14 dicembre scorso il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina hanno sottoscritto l’Intesa in vista del concorso per l’entrata in ruolo degli insegnanti di religione, atto formale e dovuto, in quanto richiesto dalla legge 186/2003 e dalla più recente legge 159/2019 (art. 1-bis).
Il testo prevede i requisiti che la Cei ritiene necessari perché possa svolgersi il concorso nel rispetto della normativa concordataria e stabilisce che sia «prevista la certificazione dell’idoneità diocesana […] rilasciata nei novanta giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di concorso». Per quanto riguarda invece «l’articolazione, il punteggio e i criteri delle prove concorsuali e della valutazione dei titoli, essi saranno oggetto di determinazione da parte del bando di concorso».
In seguito a tale firma numerosi insegnanti di religione, incaricati annuali da molti anni, si sono rivolti al vescovo manifestando la loro preoccupazione e delusione, dal momento che, attraverso le loro rappresentanze sindacali, avevano espresso la contrarietà a un concorso ordinario, richiedendone uno riservato per titoli e anzianità di servizio. Il vescovo, nella sua risposta, ha espresso comprensione verso gli insegnanti, ma li ha anche invitati a non scoraggiarsi e a non dubitare della vicinanza dei loro pastori: tra vescovi, anche con l’ausilio degli uffici competenti, si stanno confrontando per approfondire e comprendere meglio la complessa questione. Inoltre, ha espresso loro gratitudine e apprezzamento, a nome di tutta la Chiesa diocesana, per il servizio svolto nella scuola, riconoscendone la preziosità. Infine, rivolgendosi alle rappresentanze sindacali di settore, ha auspicato che vi sia sempre spazio per una proficua collaborazione con gli Uffici diocesani e, in vista del concorso, le ha esortate a contribuire nelle opportune sedi per definire forme che consentano un equo trattamento di tutti gli insegnanti e di far emergere le competenze e le professionalità maturate da ciascuno.