Compagni di Giuseppe: "Camminiamo insieme a lui da Nazareth"
Camminiamo insieme a lui da Nazareth, il luogo del quotidiano e delle occupazioni, a Betlemme, il piccolo villaggio dove Dio ci viene incontro nei panni di un Bambino
Siamo già giunti, forse senza neanche accorgercene, tanto ci sembra correre veloce l’orologio, alla conclusione del cammino di Avvento. Eppure è così bello questo periodo: assomiglia al sabato di leopardiana memoria. Sì, perché l’Avvento è il tempo della gioiosa attesa del Natale di Gesù, tempo della speranza che ci apre al futuro, tempo della gratuità che ci viene testimoniata anzitutto da Dio stesso che gratuitamente dona a noi suo Figlio; ma anche da Maria che, piena di grazia, accoglie per prima il dono di essere scelta come Madre del Figlio di Dio; da Giuseppe, emblema della gratuità e della premura. Ed è proprio in compagnia di Giuseppe che papa Francesco ha spronato la Chiesa tutta a camminare in questo anno e, soprattutto nel tratto di strada che ci porterà da Nazareth, il luogo della quotidianità e delle nostre occupazioni, a Betlemme, il piccolo villaggio dove Dio ci viene incontro nei panni di un Bambino.
Colgo allora l’invito del papa e rivolgo a tutto il mondo della scuola il mio augurio attraverso alcuni tratti della figura dello sposo di Maria. Giuseppe è l’uomo dei sogni: la sua vita, semplice e lineare come quella di ogni israelita appena diventato adulto, viene sconvolta da un sogno attraverso il quale Dio gli rivela che a lui è chiesto un compito inatteso e impensabile: essere custode del Figlio e diventarne padre in una forma inedita fuori di ogni schema. Eppure Giuseppe non si lascia spaventare ma fa di quell’evento sconvolgente l’occasione per mettersi totalmente al servizio di un progetto che lo supera ma che richiede la sua adesione. Quel giovane di Nazareth con i suoi sogni ricorda a tutti noi che la vera felicità consiste nel coltivare sogni buoni e cercare che essi coincidano con il sogno che Dio nutre da sempre per noi. La scuola e noi che la abitiamo palpita di sogni ma, a volte, ho l’impressione che vi abbia rinunciato: esprimo allora l’augurio che questo Natale ci dia la caparbietà di sognare ancora e di chiedere a chi è deputato a farlo di aiutarci a realizzare i nostri sogni.
Giuseppe è l’uomo della fiducia: si fida di Dio, ma si fida anche di Maria, delle sue parole, della sua lealtà. La fiducia gli permette di superare il formalismo della legge e di aprirsi al futuro senza timore, perché la fiducia va sempre di pari passo con il coraggio. Al contempo Giuseppe è un giovane affidabile: su lui Dio, Maria e poi Gesù possono contare; la sua presenza infonde sicurezza e permette agli altri di superare le paure. Ci piacerebbe tanto assomigliare un po’ a Giuseppe: essere capaci di fidarci di Dio e degli altri, vincere le nostre paure che spesso ci bloccano, essere “promettenti” verso gli altri e poter essere persone su cui si può contare. Mi auguro che noi educatori possiamo essere adulti affidabili per i nostri alunni e che, al contempo, riscopriamo la bellezza di costruire relazioni fondate sulla fiducia: che superiamo steccati e pregiudizi e sappiamo mettere al primo posto la ricerca della comunione anche laddove non ci troviamo d’accordo.
Giuseppe è l’uomo della generosità e della gratuità: pur avendo probabilmente già trovato sistemazione nella sua vita (una casa, un lavoro dignitoso, un matrimonio alle porte), fa in modo che queste cose non lo avvinghino come zavorra, ma si alza e si mette in viaggio... Nei Vangeli Giuseppe è sempre in movimento; si lascia “espropriare” persino della sua vita, donando senza misura. Ci piace immaginare che nella sua casa di Nazareth ci fosse sempre un posto per un povero alla sua tavola. Stimolati dal suo esempio anche noi, donne e uomini di scuola, vorremmo essere sempre capaci di fare posto nelle nostre classi a chi è più in difficoltà, offrendo gratuitamente la nostra disponibilità all’ascolto e ad accompagnare chi si sente perduto coltivando piccoli segni di un amore più grande che ci scalda il cuore e ci conferma che «c’è più gioia nel dare che nel ricevere».
Infine, Giuseppe è l’uomo dello stupore: noi siamo abituati, complici anche i racconti dei Vangeli, a immaginarcelo sempre serio e silenzioso. Invece a me piace pensare a Giuseppe come un giovane che sa meravigliarsi e stupirsi per le cose straordinarie che gli accadono; e quante ne ha viste! Chiedo per tutti noi all’Emmanuele di aprire gli occhi del nostro cuore e della nostra mente per scorgere il bello che sono i nostri ragazzi e il bene che si portano dentro anche quando preferiscono nasconderlo o addirittura imbrattarlo. Lo stupore che è grazia: il dono grande che il Bambino di Betlemme ci ha portato.
Ricchi di sogni, di fiducia, di generosità e di stupore, arriveremo anche noi a Betlemme e, in compagnia di Giuseppe, come i Magi deporremo questi nostri doni davanti a Colui che è il Dono per eccellenza: nella gioia del presepe, inviteremo anche i nostri cari e i nostri amici a compiere questo santo viaggio verso il luogo dove Dio chiede in ogni istante (non solo a Natale) di nascere, in questa nostra umanità.
Fidae
Riconferma a pieni voti per la padovana Virginia Kaladich che continuerà a guidare anche per il prossimo triennio 2021- 24 la Fidae (Federazione istituti di attività educative) nazionale. La notizia è arrivata a conclusione del congresso nazionale “Il futuro della scuola inizia oggi, non domani!”, svoltosi a Roma dal 24 al 27 novembre, che ha visto la partecipazione di numerosi insegnanti e coordinatori di scuole paritarie cattoliche provenienti da tutta Italia. A chiusura dell’appuntamento il rinnovo delle cariche istituzionali che ha portato alla riconferma anche di altri due padovani: padre Sebastiano De Boni (vice-presidente) e Chiara Cavaliere. A tutti loro le congratulazioni più cordiali e l’augurio di un proficuo lavoro, soprattutto nel Tavolo della parità.