Caritas. Diseguaglianze economiche e sociali. È ora di "Chiudere la forbice"

Una campagna per affrontare il problema delle crescenti diseguaglianze economiche, sociali e politiche. Si chiama “Chiudiamo la forbice” ed è l’obiettivo del progetto destinato a realtà ecclesiali, associazioni, movimenti, scuole, mondo della cooperazione, imprenditoria sociale e terzo settore.

Caritas. Diseguaglianze economiche e sociali. È ora di "Chiudere la forbice"

«“Chiudere la forbice” – fa sapere Caritas Italiana, una dei molti promotori dell’iniziativa – è l’obiettivo che ci vogliamo assumere come priorità per garantire a ogni donna e ogni uomo che vive su questo pianeta, di questa generazione e delle generazioni future, la possibilità di vivere una vita dignitosa e piena, libera dalla paura e dal bisogno. “Chiudere la forbice” significa interrogarsi circa le cause della povertà, e sulle conseguenze concrete dei meccanismi attraverso cui la povertà stessa si produce e riproduce, ponendo attenzione agli ostacoli che incontrano le iniziative volte a ridurre la distanza tra chi ha troppo e chi non ha abbastanza e mantenendosi attenti alla concentrazione sproporzionata del benessere e delle opportunità».

I promotori della campagna, tra gli strumenti di animazione e di partecipazione, hanno lanciato tre concorsi per porre l’accento su temi quali il cibo per tutti, i conflitti dimenticati, le migrazioni e la crisi ambientale. Il primo concorso, dedicato ai video, è aperto a tutti, come il secondo, dedicato alla fotografia. Il terzo, di disegno, è invece riservato ai bambini. «Occorrono  capacità di esprimere visivamente lo spirito e il tema della Campagna nel modo più efficace e comunicativo, possibilmente come frutto di un percorso di riflessione, approfondimento e confronto», si spiega nel sito della campagna. Possono partecipare singoli o gruppi parrocchiali, sportivi o classi scolastiche.

Un ulteriore modo, sulla scia della Laudato Si’, per «cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali» e «un approccio integrale per combattere la povertà».

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