Anno pastorale 2021-22 in Diocesi di Padova. “Viaggio” senza meta, con il Signore a fianco
L’anno pastorale 2021-22 si sviluppa, per parrocchie e Diocesi, tra ordinario e straordinario. Tre le dimensioni ordinarie da coltivare: l’eucaristia, la carità e l’alleanza parrocchia-famiglia sul fronte dell’iniziazione cristiana. E poi c’è la preparazione al Sinodo diocesano
«Vattene dalla tua terra... verso la terra che io ti indicherò!». Sono le parole che il Signore dice ad Abramo. Sono le parole che “accompagnano” la Chiesa di Padova nell’anno pastorale 2021-22 in preparazione al Sinodo diocesano, la cui apertura è prevista il 5 giugno del prossimo anno, solennità di Pentecoste.
«Il viaggio di Abramo – sottolinea don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la pastorale e membro della segreteria del Sinodo – era già stato iniziato dal padre Terach, fermatosi a Carran. La sua è una vita come tante: modesta, sterile, avara di soddisfazioni, pur all’interno di contorni sicuri e con quanto basta per sopravvivere. Eppure Abramo comincia il viaggio, che “gli aveva ordinato il Signore”, perché sente che è il momento di cambiare. Si fida, pur non conoscendo la meta, sente che la morte e la sterilità stanno entrando nel suo casato e accoglie un cambiamento “necessario”: andare verso una vita buona, piena».
Nel testo del prossimo anno pastorale – consegnato a fine maggio alle presidenze dei consigli pastorali e ai vice amministratori – si sottolinea come Abramo sia «ancora qui a dirci: “Prima di arrivare all’ultima spiaggia, prima di lasciarti abbattere dalle circostanze critiche della vita, prima di perdere la speranza del futuro, fidati di Dio, ascolta/ ubbidisci alla sua Parola, cogli i segni della sua presenza, perché egli ha in serbo per te la sua benedizione, ti invita nel cammino che dal deserto e dalla schiavitù conduce alla bellezza e grandezza di una vita da respirare a pieni polmoni”».
Al cuore della vita delle comunità
L’anno pastorale che si apre vuole sottolineare la bontà della “strada” ordinaria e sensibilizzare al Sinodo diocesano. «Una spinta forte è verso le dimensioni ordinarie – continua don Voltan – I mesi difficili della pandemia hanno fatto emergere delle priorità da coltivare, non sollecitate da un progetto astratto, ma motivate dagli avvenimenti. Come dice Evangelii gaudium, la realtà supera l’idea. Eccole: la celebrazione dell’eucaristia, perché sia realmente un incontro accessibile a tutti; l’“orizzonte” della carità nel tempo della fragilità; i percorsi di iniziazione cristiana soprattutto nell’alleanza tra famiglia e parrocchia. Sono tre dimensioni ancora “fragili”: a messa la domenica si nota il vuoto di giovani e adulti; la trasformazione della carità nello stile di ogni battezzato si sta ancora compiendo; il coinvolgimento delle famiglie nel comunicare la fede sta muovendo i primi passi. Crediamo, inoltre, che le parrocchie possano prendere confidenza con due ulteriori percorsi: il cosiddetto “Progetto Simbolo”, cioè le linee guida di pastorale giovanile che elaborano le intuizioni del Sinodo diocesano dei giovani; e “Incontro a chi ricomincia”, una proposta che intende accompagnare giovani e adulti alla riscoperta della fede. Queste attenzioni, che rappresentano l’ordinario della vita cristiana e comunitaria, rimangono al centro della vita delle nostre parrocchie».
Una chiamata a rinnovarci
Nel testo troviamo questo stimolante invito: «Il Sinodo si inserisce all’interno della vita parrocchiale per favorirne la ripresa, che vorremmo fosse, non semplicemente un ritornare all’identico, piuttosto un cammino di discernimento e cambiamento. In questo tempo avvertiamo una provocazione, una chiamata che ci porta a rinnovarci interiormente come cristiani e come comunità».
L’anno pastorale 2021-22 prepara alla celebrazione del Sinodo diocesano, indetto dal vescovo Claudio il 16 maggio scorso: «È tempo di una sintesi ecclesiale che permetta di guardare al futuro “insieme”, con un rinnovato coraggio – ha sottolineato – anzi con un rinnovato entusiasmo. È venuto il tempo di favorire il futuro e di andargli incontro, mettendoci in ascolto dello Spirito del Signore Risorto». E proprio “ascolto” è una delle parole-chiave del prossimo anno pastorale: «Vanno creati i presupposti – evidenzia don Voltan – perché in ogni parrocchia si ascolti la vita delle persone per coglierne i “punti di rottura” (personale, relazionale, sociale, lavorativa, ecclesiale) e i “germogli”. Non sarà una mera registrazione di dati! Possiamo chiederci: a partire dai punti di rottura e dai germogli, quale sogno, quale desiderio di Chiesa emerge? Il frutto di questo primo ascolto – che sarà accompagnato in ogni parrocchia da dei “facilitatori” – verrà affidato alla Commissione preparatoria, che sarà chiamata a elaborarne i temi».
Coinvolgimento effettivo e affettivo
Ci aspetta, come Chiesa di Padova, un “viaggio” da scandire con flessibilità, proprio come capitato ad Abramo. Non sappiamo dove ci condurrà il Signore, che ci parla attraverso gli avvenimenti storici e la continua novità del Vangelo. «Ci viene chiesta un’adesione effettiva alla proposta, accogliendola e facendola nostra. Ci rendiamo conto dell’ulteriore impegno, che vorremmo vivere nella logica dell’opportunità, rivelando il volto fraterno e ospitale delle nostre parrocchie. È poi auspicabile un coinvolgimento anche affettivo. L’affetto garantisce un surplus di entusiasmo, disponibilità e speranza. Rappresenta la consapevolezza che “questa strada ha un cuore”».
Facilitatori: ruolo centrale nelle comunità
Ai consigli pastorali parrocchiali viene data la consegna di individuare in comunità – nel mese di giugno – alcune persone a cui affidare il compito di accompagnare e facilitare la realizzazione del primo ascolto. «I facilitatori dovranno essere persone accoglienti e capaci di ascolto – si legge nel testo per la preparazione al Sinodo – in grado di far stare bene gli altri e di creare un dialogo aperto e sincero. Sarà anche importante una bella intensità di vita spirituale e di spirito ecclesiale». Il compito dei facilitatori – che a settembre incontreranno la segreteria del Sinodo e la Commissione preparatoria – consiste nel creare interesse, allargamento e scambio nelle parrocchie: stile, in grado di mostrare il volto estroverso, aperto, ospitale delle parrocchie e della Diocesi. «Tra settembre e ottobre 2021, durante una messa in parrocchia, verrà presentato l’anno pastorale e i facilitatori riceveranno, in modo molto semplice, il mandato per il proprio servizio. Questa occasione rappresenta anche l’inizio del Sinodo a livello parrocchiale».
Regolamento del Sinodo elaborato durante l’estate
Durante l’estate, la segreteria del Sinodo – assieme al vescovo Claudio – preparerà il Regolamento del Sinodo, ovvero lo strumento che definirà le modalità per eleggere i membri dell’Assemblea sinodale, per lavorare sui temi pastorali e per procedere alle votazioni, «affinché il lavoro dell’assemblea e le sue deliberazioni concorrano a realizzare la Chiesa che desideriamo diventare».