Seconda Domenica di Pasqua. Il commento al Vangelo dell’11 aprile 2021
Gesù si fa misericordia per Tommaso, non imputandogli la colpa dell’incredulità o dell’assenza dalla comunità ecclesiale, ma proponendo ancora una volta il privilegio della relazione con lui. La Misericordia è prima di tutto il divino privilegio che Gesù concede ad ogni uomo di entrare in relazione con lui, indipendentemente dai suoi peccati, anche se gravi e senza alcuna condizione se non quella di un sincero pentimento
“Tutto quanto esiste è racchiuso nelle profondità della mia Misericordia più di quanto lo sia un infante nel grembo della madre”. Sono parole rivolte da Gesù alla mistica polacca Faustina Kowalska. Egli afferma che nella nostra vita tutto ciò che ci circonda, il lavoro, la famiglia, gli affetti, la salute, il futuro, tutto è racchiuso nel suo amore Misericordioso. La scelta della prima domenica dopo Pasqua come festa della Misericordia ha un suo profondo significato simbolico, che indica un forte legame tra il mistero pasquale della Redenzione e il mistero della Divina Misericordia.
Il tempo della Misericordia è un tempo di grazia per tutti gli uomini, un cammino cha parte dalla dolorosa Passione del Signore e culmina nella luce gloriosa della Risurrezione.
Il Vangelo ci parla della Misericordia attraverso il racconto dell’apparizione di Gesù ai discepoli, concentrandosi sulla figura di uno di loro; Tommaso chiamato “dìdimo”. Questa parola greca si traduce sia con “gemello” che con “doppio”. Probabilmente è la seconda traduzione che rivela meglio la personalità di Tommaso, egli è “doppio”, si pone in relazione senza mai sbilanciarsi e assumendo l’atteggiamento che gli fa comodo a seconda delle circostanze.
Un uomo che non sa prendere una decisione e, se la prende, è sempre per ottenere un beneficio personale.
Giovanni afferma che egli: “non era con loro quando venne Gesù”. Un’affermazione decisiva, tanto importante da essere centrale nel racconto del Vangelo di oggi. Basti pensare che se Tommaso fosse stato con gli altri discepoli avrebbe beneficiato della stessa presenza di Gesù senza mettere in dubbio nulla di quanto stava vedendo e sperimentando. Ancora una volta ci è rivelata la centralità della Chiesa quale comunità che ci rivela la presenza del Risorto e senza la quale il mistero pasquale rischia di essere incompreso o addirittura non creduto. Solo per il fatto di “non essere stato con loro” Tommaso si perde nella sua incredulità eppure, anche in questa sua solitudine, in questo suo essere al di fuori della comunità, non viene lasciato solo; davanti al suo rifiuto a credere, alla sua fatica, il Signore si concede in modo totale e incondizionato all’incredulo invitandolo ad entrare in relazione con lui. La relazione che Gesù offre a Tommaso non è di tipo spirituale, egli offre all’incredulo una relazione di tipo esistenziale, attraverso il contatto con le sue piaghe lo invita ad entrare in relazione con la sua umanità. Gesù si fa misericordia per Tommaso, non imputandogli la colpa dell’incredulità o dell’assenza dalla comunità ecclesiale, ma proponendo ancora una volta il privilegio della relazione con lui. La Misericordia è prima di tutto il divino privilegio che Gesù concede ad ogni uomo di entrare in relazione con lui, indipendentemente dai suoi peccati, anche se gravi e senza alcuna condizione se non quella di un sincero pentimento.
Paolo Morocutti