Papa Francesco: largo ai giovani per “responsabilità importanti” nella Chiesa
Nel messaggio per la prossima Gmg, il Papa chiede ai giovani di non rimanere prigionieri della logica del digitale e di operare il "discernimento" sulla propria vocazione tramite il coraggio nel presente. L'auspicio: che nella Chiesa i giovani assumano "responsabilità importanti", a patto che sappiano prepararsi a questo compito.
“Desidero che nella Chiesa vi siano affidate responsabilità importanti, che si abbia il coraggio di lasciarvi spazio: e voi, preparatevi ad assumere queste responsabilità”. Il messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale della gioventù – che si celebrerà a livello diocesano il 25 marzo, Domenica delle Palme, sul tema: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” – è all’insegna della fiducia reciproca tra Francesco e i giovani. “Coraggio”, la parola d’ordine, per operare il “discernimento” sulla propria vocazione, qui ed ora, e prepararsi così al doppio appuntamento con il Sinodo di ottobre e la Gmg di Panamá: “Maria cammina con noi”. Il rischio da scongiurare: lasciarsi fagocitare dalla logica del digitale, passando la vita dietro lo schermo di uno smartphone o il monitor di un pc.
Quando siamo di fronte alle scelte fondamentali da cui dipende ciò che saremo e ciò che faremo in questo mondo proviamo un “brivido”, esordisce il Papa menzionando una paura “di sottofondo” che esiste in molti giovani: quella di non essere accettati per quello che sono. I troppi “fotoritocchi” rendono i ragazzi quasi un “fake” di sé stessi, ossessionati come sono dal ricevere il maggior numero di “mi piace”. Senza contare l’insicurezza affettiva, la paura di rimanere soli, la precarietà del lavoro. È proprio di fronte a tali dubbi e paure – spiega Francesco – che si rende necessario il discernimento, per “mettere ordine nella confusione dei nostri pensieri e sentimenti, per agire in modo giusto e prudente”. Il primo passo è superare le paure, dare ad esse un nome guardandosi dentro, perché spesso l’ostacolo alla fede non è l’incredulità ma è proprio la paura.
“Per noi cristiani – ricorda Francesco – la paura non deve mai avere l’ultima parola, ma essere l’occasione per compiere un atto di fede in Dio… e anche nella vita! Mai chiudersi! Nelle Sacre Scritture troviamo 365 volte l’espressione: ‘non temere’, con tutte le sue varianti. Come dire che ogni giorno dell’anno il Signore ci vuole liberi dalla paura”.
Il discernimento, quando si tratta di ricerca della propria vocazione, non è “sforzo individuale di introspezione”: è “una chiamata dall’alto”, è Dio che bussa alla porta dei nostri cuori come ha fatto con Maria. Per rispondere non bastano soltanto la preghiera, l’ascolto delle Scritture, l’Eucaristia o il sacramento della Riconciliazione: è importante anche il confronto e il dialogo con chi ha più esperienza di noi e ci aiuta a vedere meglio e a scegliere tra le varie opzioni. “Nei vostri dubbi, sappiate che potete contare sull’aiuto della Chiesa”, scrive il Papa citando i tanti “bravi sacerdoti”, religiosi e religiose, fratelli e sorelle maggiori.
“Non lasciate, cari giovani – l’invito centrale del messaggio – che i bagliori di una gioventù si spengano nel buio di una stanza chiusa in cui l’unica finestra per guardare il mondo è quella del computer e dello smartphone. Spalancate le porte della vostra vita! I vostri spazi e tempi siano abitati da persone concrete, relazioni profonde, con le quali poter condividere esperienze autentiche e reali nel vostro quotidiano”.
“Aprire spazi nelle nostre città e comunità per crescere, per sognare, per guardare orizzonti nuovi!”, l’altra consegna del messaggio, in cui il Papa chiede il
“coraggio di svincolarci dalla pressione omologante dei luoghi comuni”,
perché Dio chiama ciascuno di noi per nome e non serve un “curriculum di eccellenza” per meritarne la vicinanza e l’aiuto. “La Gmg è per i coraggiosi”, conclude Francesco chiedendo ai giovani il coraggio nel presente.