Giubileo e scuola. A Catania quattro lapbook e un “dado della pace” per vivere e testimoniare la speranza

Quattro lapbook e un “dado della pace” come cammino di speranza per il Giubileo 2025. Sono il frutto del percorso didattico sull’Anno Santo svolto in quattro classi di due Istituti scolastici di Catania. Per Margherita D’Aquino, docente di religione cattolica e coordinatrice del progetto, i ragazzi hanno lavorato con curiosità, gioia ed entusiasmo “traducendo” gli spunti emersi in azioni concrete per vivere la speranza in ogni aspetto della vita quotidiana

Giubileo e scuola. A Catania quattro lapbook e un “dado della pace” per vivere e testimoniare la speranza

Quattro lapbook e un “dado della pace” come cammino di speranza per il Giubileo 2025. Sono il frutto del percorso didattico sull’Anno santo svolto in quattro classi di due istituti scolastici di Catania: due classi del Liceo scientifico statale Galileo Galilei (una seconda e una terza) e due della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Maria Ausiliatrice (una seconda e una terza media). A raccontare l’iniziativa al Sir è Margherita D’Aquino, docente di religione cattolica al Liceo Galilei e coordinatrice del progetto.

“Il nostro cammino – esordisce l’insegnante – è iniziato con lo studio del Giubileo approfondendone riferimenti biblici, storia e significato. Successivamente, ci siamo dedicati a ricerche sull’organizzazione del Giubileo 2025, esplorandone simbolo e mascotte”. Ogni classe ha quindi realizzato un lapbook – due in formato digitale e due in cartaceo – nel quale gli studenti, suddivisi in gruppi, hanno tentato di approfondire il concetto di speranza, le possibili definizioni, caratteristiche e azioni che ne derivano. Infine, a queste riflessioni sono state associate alcune immagini.

Punto di riferimento la Spes non confundit, bolla d’indizione dell’Anno santo 2025, fonte di ispirazione anche “per le facce del dado della pace, come cammino di speranza”.

Durante gli incontri effettuati insieme, prima tra le due seconde e poi tra le due terze, i gruppi misti e di età diverse hanno estrapolato dalle parole della bolla frasi che avrebbero formato le facce del dado, associandole ad immagini, utilizzando i lapbook, stampe e disegni precedentemente realizzati. Due i dadi prodotti: uno dalle due seconde e uno dalle due terze.

Come hanno reagito i ragazzi a questa proposta? “Con curiosità e interesse, pieni di domande. Hanno chiesto come vivevano l’anno sabbatico gli ebrei, che cosa ci sia dietro la Porta Santa, che cosa sia l’indulgenza plenaria. Si sono interrogati sul perché del tema della speranza trovando una possibile spiegazione nelle guerre in corso nel mondo.

Hanno lavorato con gioia ed entusiasmo”.

Quale l’obiettivo dell’iniziativa? “Trasmettere messaggi di speranza e accompagnare quanti si interfacceranno con il dado verso un cammino di fede, pazienza, amore e luce”, risponde D’Aquino precisando che parole e immagini “sono state scelte per stimolare mente e cuore a vivere la speranza in ogni aspetto della vita quotidiana”. Sì, perché per gli studenti le affermazioni scelte possono ispirare azioni concrete. Ecco come.

La pazienza tiene viva la speranza. “L’immagine della clessidra, del cuore e della mascotte Luce del Giubileo – spiegano – ci invita ad avere pazienza durante le difficoltà, segno di una speranza che non si spegne mai… Un’azione concreta potrebbe essere dedicare tempo ogni giorno per pregare in silenzio, riflettere sulla propria vita, affrontare le sfide con calma e speranza”.

L’amore fa fiorire la speranza. “Ogni atto di amore, grande o piccolo, è un seme che fa fiorire la speranza nei cuori degli altri. Un gesto concreto che possiamo compiere è dedicare più tempo alle persone che ci circondano, in particolare a chi vive nel dolore o nella solitudine, offrendo ascolto, accoglienza e affetto”.

Dio è il fondamento della speranza. “L’immagine dell’ancora e delle mani di Dio che ci sostengono esprime la verità che la nostra speranza è salda in Lui… Un’azione concreta potrebbe essere partecipare più attivamente alla vita della Chiesa, nutrirci della Parola di Dio e sostenere con la preghiera e la fede il nostro cammino quotidiano, ricordando che solo in Lui troviamo la vera speranza”.

La speranza non delude. “Questa frase ci invita a credere fermamente che la speranza in Dio non verrà mai meno… Un’azione concreta potrebbe essere aiutare chi sta attraversando difficoltà, diventando testimoni di una speranza che non tradisce mai, invitando gli altri a non perdere la fiducia, anche nelle avversità”.

La speranza fa guardare oltre. “Il disegno di un omino che guarda con il cannocchiale verso il futuro ci incoraggia ad una visione positiva, a guardare oltre le sfide del presente”. L’azione concreta “potrebbe essere impegnarsi in attività che promuovano il bene comune, come l’educazione dei giovani o la cura dell’ambiente, con la speranza di costruire un futuro migliore per le generazioni che verranno”.

La speranza illumina anche la notte più buia. “Il simbolo del sole che brilla nella notte stellata e la parola ‘hope’ sono un invito a non perdere mai la luce della speranza… Un’azione concreta potrebbe essere portare luce e speranza nelle situazioni di buio e disperazione, offrendo conforto a chi soffre e agendo in modo altruista, con la consapevolezza che ogni atto di carità e speranza è una luce che illumina la via”.

“La cosa meravigliosa – riprende D’Aquino – è che la versione digitale del dado della pace come cammino di speranza per il Giubileo sta già facendo il giro del mondo, attraverso la rete Living Peace International  della quale fa parte il nostro liceo. Ho appena saputo che è stato già tradotto in lingua spagnola ed utilizzato in Uruguay per le missioni di speranza dei Giovani ambasciatori della pace della rete”. Già da anni l’insegnante inizia ogni lezione tirando il dado della pace: chi lo tira ha il compito di suggerire il modo in cui vivere quella frase concretamente e la classe si impegna a viverla tutta la settimana. “Nei prossimi giorni – annuncia la docente – i ragazzi doneranno il dado della pace in un centro di persone sordomute”. Ma non finisce qui:

“Con una rappresentanza della classe terza del nostro Liceo andremo a Roma dal 5 al 7 maggio per attraversare la Porta Santa. I ragazzi sono molto emozionati”.

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Fonte: Sir