È morto don Mario Riboldi: 47 anni dedicati ai rom di Milano
Ha tradotto in sette lingue romanì buona parte del Vangelo. Viveva in una roulotte. Il ricordo di don Mario Frediani: “Ha avuto il coraggio di rompere con tutte le sicurezze di vita di cui ci circondiamo e ha vissuto da rom pur non essendolo”
“Ha sposato i miei genitori e mi ha battezzato. Perdo un pezzo della storia della nostra famiglia e della storia dei rom di Milano”: Giorgio Bezzecchi, presidente della onlus Romano Drom, è commosso mentre ricorda don Mario Riboldi, per 47 anni cappellano delle comunità rom e sinti. Il sacerdote è deceduto ieri a 96 anni in una casa di riposo in provincia di Varese. “Ricordo il suo sguardo sempre sorridente, la sua giacca sdrucita e il cappello di feltro -aggiunge-. Amava farsi chiamare 'il prete degli zingari'. Ha vissuto in roulotte, come noi. Ha condiviso la nostra vita e quando negli anni '80 venivamo sgomberati anche lui veniva sgomberato”.
Don Mario Riboldi era molto conosciuto, ma non amava essere al centro dell'attenzione. “Per tutta la sua vita è stato modesto e umile, povero tra i poveri in una roulotte -aggiunge don Marco Frediani, che con don Mario ha condiviso alcuni anni di vita in roulotte a fianco dei rom a Brugherio, in provincia di Milano-. Era un uomo orante e con un amore profondissimo per la Parola di Dio”. Un amore per la Parola che lo ha portato a tradurre in sette lingue rom buona parte del Vangelo. “Diceva messa in romanes - sottolinea Giorgio Bezzecchi – E quando negli ultimi decenni sono arrivati in Italia rom musulmani leggeva con loro il Corano. Per lui la dimensione religiosa delle persone era fondamentale”.
“Prima dell'avvento del Concilio don Mario aveva iniziato a occuparsi dei rom -ricorda don Marco Frediani-. Aveva deciso di farsi povero tra i poveri. È stato profetico”. Ordinato sacerdote nel Duomo di Milano il 28 giugno del 1953, svolge il suo ministero prima nella parrocchia di Vittuone e poi in quella di Casirate. Nel 1957 arriva a Gninano, al confine delle province di Milano e Pavia. Lì condivide la vita quotidiana con la comunità rom. “Le nostre roulotte erano proprio davanti alla sua parrocchia”, racconta Giorgio Bezzecchi. Nel 1971 diventa incaricato diocesano per la Pastorale dei Nomadi. Un compito che lascia solo nel 2018. “Ha avuto il coraggio di rompere con tutte le sicurezze di vita di cui ci circondiamo e ha vissuto da rom pur non essendolo”, sottolinea don Marco.
“Con Sant'Egidio avevamo la tradizione della preghiera per i defunti rom e sinti a Milano a cui ogni anno hanno partecipato tanti amici rom -ricorda sul suo profilo Stefano Pasta, giornalista e esponente della Comunità di Sant'Egidio-. Don Mario ha dedicato la sua vita ai rom e sinti, che amava. Ha testimoniato cosa vuol dire vivere la testimonianza, radicale e non scontata, del Vangelo”. I funerali di don Mario saranno celebrati venerdì 11 giugno a Biassono in Piazza San Francesco nella chiesa San Martino.