Dalla Nigeria a Pimonte. La parrocchia di San Michele Arcangelo ha accolto Joseph come nuovo figlio

A 15 anni ha lasciato con il fratello maggiore la sua casa per avere un futuro migliore, dopo un viaggio per terra, a piedi, e per mare, su un barcone, il ragazzo è arrivato a Lampedusa. Trasferito in una comunità per minori, ha chiesto di frequentare la comunità cristiana e oggi, a 19 anni, ha realizzato il suo sogno più grande: ricevere il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia

Dalla Nigeria a Pimonte. La parrocchia di San Michele Arcangelo ha accolto Joseph come nuovo figlio

Una storia a lieto fine. Iniziata in Nigeria nel 2020, con un “viaggio della speranza”, a piedi fino alla Tunisia e in mare fino a Lampedusa, per arrivare a Pimonte, un paese della diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia. Joseph David, oggi 19 anni, aveva un grande sogno: ricevere il Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia. La parrocchia di San Michele Arcangelo, a Pimonte, l’ha adottato come un figlio e lui ricambia questo amore. E, insieme, il diciannovenne e tutta la comunità hanno vissuto la gioia e l’emozione di una vita nuova che nasce, in seno alla Chiesa, venerdì 3 maggio, quando l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, mons. Francesco Alfano, ha impartito i sacramenti a Joseph.

“Joseph viene dalla Nigeria, ha 19 anni. Ha intrapreso il suo viaggio a 15 anni, lasciando la casa – ci racconta il parroco di San Michele Arcangelo, don Nino Lazzazzara -. Ha attraversato l’Africa a piedi arrivando in Tunisia, ha viaggiato con il fratello maggiore che a volte per lo sfinimento del più piccolo lo portava sulle spalle. Dalla Tunisia hanno affrontato il viaggio in mare su un barcone e sono arrivati a Lampedusa, dopo un anno e mezzo di viaggio totale, ma lì le loro strade si sono separate perché il fratello era maggiorenne e Joseph minorenne”. Il fratello oggi vive e lavora a Roma, ma è venuto a Pimonte per la celebrazione durante la quale Joseph ha ricevuto il Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia. “Dopo alcuni mesi in una comunità in Sicilia – spiega don Nino -, Joseph è stato trasferito a Pimonte, presso la cooperativa sociale Il Mirto onlus – ‘Comunità dei fiori’, coordinata da Carmela Somma, nell’ambito del progetto Rete Sai-Categoria minori stranieri non accompagnati, perché il Comune all’interno di una rete del Ministero dell’Interno ha dato la disponibilità ad accogliere.

Dopo i 18 anni i ragazzi hanno 6 mesi di tempo per decidere se essere trasferiti in una comunità di adulti o di uscire fuori dal progetto. Joseph, stando qui a Pimonte, avendo creato relazioni con tutti in paese, collaborando anche con associazioni sul territorio, non ha voluto seguire l’iter istituzionale né ha scelto di non raggiungere il fratello a Roma, ma è restato a Pimonte perché qui si sente a casa”.

Quella del giovane nigeriano è una storia a lieto fine. “Joseph – spiega don Lazzazzara – è arrivato a Pimonte ad agosto 2022, io a ottobre 2022 come parroco. Dopo un paio di mesi sono andato a fare una visita alla comunità che ospitava questi ragazzi. La responsabile della comunità, Carmela Somma, mi ha detto che tra i ragazzi, 4 musulmani e 2 cristiani, Joseph voleva venire in chiesa e iniziare un percorso. Noi l’abbiamo inserito insieme agli altri giovanissimi suoi coetanei, così Joseph ha fatto questo percorso con loro, chiedendo sin dall’inizio di ricevere il Battesimo perché viene da una famiglia molto cattolica, ma non aveva ancora ricevuto i sacramenti.Avendo chiesto il Battesimo l’abbiamo inserito in un itinerario di preparazione che ha condiviso con i giovanissimi, con i giovani che hanno fatto il percorso per la Cresima e con tutti i catechisti e gli operatori pastorali della parrocchia.

Ogni operatore pastorale lo ha aiutato a vivere una tappa. La parrocchia ha affidato Joseph a un tutor, una catechista, ma tutta la comunità ha partecipato alla sua formazione: catechisti, quelli che preparano al matrimonio, alla Cresima, ministri straordinari dell’Eucaristia, il vice parroco, ognuno ha dato il suo contributo. Joseph è amato da quanti lo circondano, è un ragazzo gioioso e volenteroso, il suo arrivo ha fatto tanto bene a tutta la comunità”. Durante la Quaresima, continua il sacerdote, “Joseph ha fatto tutti i passaggi previsti dalla liturgia e il 3 maggio è stato il grande giorno”.

Ora il ragazzo vive in canonica. “Diventato maggiorenne, dopo 6 mesi ha dovuto lasciare la struttura e ora vive con me in canonica, dove ha residenza – dice don Nino -. Nel frattempo un’azienda di Pimonte gli ha dato un lavoro come meccanico e lo ha assunto regolarmente, gli piacciono tanto le auto e desidera diventare un elettrauto”.

Joseph “si è integrato benissimo nella vita comunitaria,

fa parte della band musicale parrocchiale, fa parte della nostra vita non solo religiosa ma anche civile, si è inserito in alcune associazioni giovanili sul territorio, ha partecipato al presepe vivente come re magio, alla Via Crucis come soldato. Partecipa sempre a tutte le attività, a feste di compleanno, tutti lo cercano, è diventato un beniamino della comunità”.

Tutto il cammino verso il 3 maggio e la celebrazione stessa sono stati vissuti con grande emozione da Joseph, “perché ha desiderato intensamente ricevere i sacramenti. Ha scelto come madrina Carmela Somma – evidenzia il parroco – proprio perché riconosce che nel percorso che sta vivendo pienamente ci sono persone importanti che l’accompagnano. Forte del bagaglio di tutto quello che ha vissuto, ha invitato tutti alla celebrazione, ci ha reso partecipi della sua forte emozione. Anche noi come comunità siamo stati con lui in cammino per tre mesi in vista della celebrazione con i sacramenti a Joseph. È stata un’attesa per l’intera comunità. Lui era emozionato perché ha raggiunto un traguardo a cui teneva molto, ma anche noi ci siamo emozionati con lui. Lui è di casa nella nostra comunità, entra e esce dalla canonica e dall’oratorio”. Don Nino sottolinea:

“È un ragazzo di grande fede e forte spiritualità nella sequela a Cristo, anche sui social ne parla. Lui è uno che annuncia, in tutte le situazioni, non solo in parrocchia, ma anche al lavoro e con gli altri parla di Gesù, di Dio, la sua è una fede attiva, pregnante,

lo dimostra nella gioia che ha e da buon africano anche ballando e cantando. Anche canti che la mamma gli ha insegnato. Quando era in Nigeria già frequentava la chiesa dove cantava e suonava e condivide con noi la sua esperienza di fede”.

Durante la celebrazione, l’arcivescovo Francesco Alfano ha sottolineato l’importanza della tappa che Joseph e tutta la comunità hanno vissuto.“Si tratta di nascere a vita nuova. I sacramenti dell’iniziazione cristiana che tu ricevi, il Battesimo, la Confermazione, l’Eucaristia – ha affermato nell’omelia rivolgendosi al ragazzo -, sono un tesoro preziosoe a chi li chiedi ti introduce e te li fa scoprire nella loro bellezza consegnandoteli. Tu hai chiesto alla comunità non solo di essere accolto e voluto bene – e questo quanto è importante – ma di spiegarti il segreto della nostra gioia, di aiutarti a conoscere Colui che ci tiene uniti insieme, di donarti quel tesoro che ci rende ricchi di una ricchezza che nessuno ci può togliere”. “Consegnando a Joseph che cosa siamo noi e a cosa siamo chiamati noi – ha proseguito il presule, rivolgendosi a tutta la comunità -, ci ricordiamo che il centro non siamo noi.Al centro c’è il Signore, che ci raduna intorno a sé, così quando accogliamo un nuovo fratello o sorella lo aiutiamo a rinascere a vita nuova e anche noi capiamo che il centro è Gesù, il Suo Vangelo.

La fede è per tutti i popoli, Gesù non è venuto per una tradizione, una cultura, una lingua”.

La mamma, figura fondamentale per la fede del figlio, ha potuto seguire tutta la celebrazione grazie alla diretta sulla pagina Facebook della parrocchia. Anche lei si è emozionata molto, come il fratello, che è venuto per l’occasione. Joseph è in contatto con la sua famiglia di origine, anche con videochiamate alla mamma restata in Nigeria. E alla fine della messa, dopo la benedizione, c’è stata una sorpresa della corale parrocchiale per Joseph:

“Abbiamo preparato il canto africano che la mamma gli cantava e lui ci ha fatto conoscere: lo abbiamo cantato a fine messa, dopo la benedizione, per ricordare la sua mamma, le sue origini. Joseph si è inginocchiato commosso”.

Alla celebrazione e ai festeggiamenti successivi “c’era tutta la comunità – dichiara il sacerdote -, come alle veglie di Pasqua. È stato molto bella la messa, poi nei locali della parrocchia un momento di festa, a cui tanti hanno voluto dare il loro contributo, proprio come segno della gioia che continua”. Conclude don Nino: “Joseph è stato tutto il tempo della celebrazione emozionatissimo, ha pianto tantissimo. Ed ha espresso una grande gratitudine, ha ringraziato Dio e lo ha tanto pregato. E ha ringraziato di tutto questo amore. Ha detto: ‘L’amore è grande’.

Per noi è sorprendente vedere una fede così forte in un giovane. È stato un bel momento di grazia per Joseph e per tutta la comunità”.

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Fonte: Sir