“Case per la gente”: la nuova sfida ambrosiana
In occasione del 50° della Caritas diocesana l'arcivescovo Mario Delpini ha illustrato origini, intenti e operatività del Fondo Schuster. Risposta all'emergenza abitativa: si parte da un milione di euro e dal sostegno di Comune e Regione. Tre le finalità concrete. Ma c'è anche un intento "educativo e culturale"
Una città che non è fatta “solo per comprare o vendere”, ma per “essere abitata e da abitare, per prendersi cura delle persone”: una città-comunità. È quella che ha in mente l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, volgendo lo sguardo alla metropoli lombarda ma anche all’intero territorio ambrosiano. “In questa nostra Milano così attraente e intraprendente è necessario ripetere il grido antico: non ci sono case!”. Così si è espresso Delpini ieri sera durante la messa per i 50 di Caritas Ambrosiana, annunciando un fondo speciale dedicato al problema abitativo in una realtà in cui mancano case a prezzi o affitti sostenibili.
Opera ispirata dal cardinal Schuster. “Ispirato dalle parole del beato cardinal Schuster, in occasione del 50° di Caritas Ambrosiana, voglio rivolgere un appello simile” – non ci sono case – e “dare vita a un fondo che si chiamerà Fondo Schuster – Case per la gente”:
il fondo annunciato porterà il nome dell’arcivescovo Schuster; sarà un’opera-segno promossa dalla diocesi e affidata a Caritas Ambrosiana.
Nei mesi scorsi era stato monsignor Delpini, in vista del 50° Caritas, a chiedere di proporre un’opera che coinvolgesse l’intera diocesi, incentrata su un tema pastorale e sociale di particolare rilevanza. “La scelta è caduta su tema dell’abitare, perché – spiegano dalla Caritas milanese – il diritto alla casa è principio-base di una buona convivenza civile, ed è fondamento di dignità nei percorsi di sostegno verso l’autonomia che Caritas cerca di costruire con tutti coloro che incontra: famiglie in povertà, minori, senza dimora, anziani, carcerati, stranieri, rom-sinti…”.
Si parte con un milione. Il Fondo Schuster avrà una dotazione iniziale di 1 milione di euro, derivante da riserve diocesane anche in relazione all’8 per mille. In prospettiva, il Fondo Schuster potrà essere alimentato da donazioni monetarie (effettuate da cittadini, imprese, enti privati o pubblici) e dal conferimento di appartamenti (pubblici e privati). Obiettivi e meccanismi di funzionamento del Fondo sono illustrati dal sito internet www.fondoschuster.it.
Gli obiettivi dichiarati. “Le finalità del nuovo strumento saranno tre: effettuare lavori di riqualificazione di immobili, da destinare a famiglie e individui con difficoltà di accesso a soluzioni abitative a prezzo di mercato (a questa finalità saranno destinate il 50% delle risorse del Fondo); erogare garanzie per i privati che intendono mettere a disposizione i propri appartamenti a prezzi calmierati, perché siano destinati a famiglie o individui con difficoltà di accesso a soluzioni abitative a prezzo di mercato (20% del Fondo); erogare a soggetti in povertà o in difficoltà contributi per le spese legate alla casa, ovvero affitti, bollette, spese condominiali, spese per la riqualificazione energetica (30% del Fondo)”. Il Fondo opererà tramite la rete dei Centri di ascolto Caritas, coordinata dal Servizio Siloe, per l’individuazione delle famiglie residenti nel territorio della diocesi destinatarie degli interventi; la Fondazione San Carlo (promossa da diocesi e Caritas) si occuperà, insieme ad altri soggetti, di riqualificare e gestire gli appartamenti conferiti al Fondo.
Giustizia sociale. L’intento dell’iniziativa è però anche educativo e culturale.
Volontà dell’arcivescovo è “suscitare una riflessione e una mobilitazione sul tema dell’abitare, in un territorio, quello milanese, in cui il diritto alla casa è avversato da sempre più evidenti squilibri e diseguaglianze”
registrati anche dai Centri d’ascolto e dai servizi Caritas. Il Fondo è concepito come “occasione per mettere a fuoco le cause della povertà abitativa e per favorire scelte di fede e forme di responsabilità istituzionale e giustizia sociale volte a superarle”.
Messaggio e provocazione. “Il Fondo Schuster non vuole essere solo una raccolta di risorse – ha aggiunto l’arcivescovo nell’omelia in un duomo con oltre mille presenti, tra autorità e volontari Caritas –: vuole essere un messaggio, una provocazione, un invito alle istituzioni e a tutti gli enti e le persone sensibili alla sfida. Comune di Milano e Regione Lombardia hanno già garantito di mettere a disposizione appartamenti da riqualificare. Saranno un primo segno di cui i cittadini sono grati. Ma è solo un segno. Invochiamo una politica, una strategia, un’alleanza perché anche nella nostra città e nelle città della nostra diocesi si diffonda una parola di speranza e di incoraggiamento”.
Gualzetti: “Accogliamo la sfida”. “L’avvio e la gestione del Fondo sono obiettivi di grande attualità e spessore, e rappresentano il modo migliore per celebrare, in maniera non rituale ma generativa di futuro, i 50 anni di azione Caritas a Milano e in diocesi – osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. Accogliamo con entusiasmo la sfida che la diocesi e l’arcivescovo ci pongono, che ci esorta a declinare su nuovi fronti, in risposta alle urgenze sociali che maturano nelle nostre città e comunità, la fedeltà alle radici statutarie (‘testimonianza della carità in vista dello sviluppo integrale dell’uomo’, ‘particolare attenzione agli ultimi’, ‘prevalente funzione pedagogica’) che in mezzo secolo ha sempre contraddistinto Caritas Ambrosiana”.
“Sistema” Caritas Ambrosiana: oltre 2mila lavoratori, 380mila assistiti
Caritas Ambrosiana fu istituita con un decreto arcivescovile emanato il 18 dicembre 1974. Da allora, l’organismo si è ramificato in modo capillare nelle sette zone pastorali della diocesi, arrivando a coordinare l’operato di 873 Caritas parrocchiali (su 1.100 parrocchie), 400 centri d’ascolto, 896 centri di servizio (sportelli, laboratori, comunità e altri luoghi di accoglienza e assistenza), 76 Distretti del Fondo Diamo lavoro. Il sistema comprende diversi altri soggetti: 4 servizi diocesani rivolti alle persone senza dimora e ai gravi emarginati urbani (Sam), alle famiglie in povertà (Siloe), agli immigrati (Sai), alle donne vittime di violenza (Sed); 7 Case della carità, 18 Empori, 15 Botteghe della solidarietà; il Consorzio (Farsi Prossimo) cui aderiscono 13 cooperative sociali; 2 Fondazioni (San Carlo per casa e lavoro, San Bernardino per la riduzione del sovraindebitamento e la prevenzione dell’usura); 2 associazioni (Volontari Caritas e Avvocati per niente). In totale il sistema Caritas coinvolge 2.391 lavoratori, quasi 13mila volontari, 380mila persone in situazione di bisogno.