La gente di montagna non si arrende. Il racconto di don Federico Zago, parroco moderatore dell’unità pastorale di Gallio, Foza, Sasso e Stoccareddo, dell'emergenza degli ultimi giorni. "Non ci siamo ancora resi conto di ciò che è successo". Black out, isolati, spaventati ma sicuri: "Dio, il Dio delle beatitudini, non punisce".
La parrocchia di Sant’Antonio a Sasso di Asiago fa parte del Vicariato di Asiago e dell’Unità pastorale di Gallio. Conta circa 350 parrocchiani, con una partecipazione alla vita religiosa del 10/15%.
Il 1° settembre 1602 il vescovo Corner, visitata la cappella di Sant’Antonio a Sasso di Asiago, concesse che vi fosse celebrata la messa per amministrare la comunione agli infermi: fu il primo passo del cammino durato tre secoli e mezzo verso la completa autonomia della comunità dall’arcipretale di Asiago, distante 14 chilometri.
Notevole la fattura dello sportello di tabernacolo della chiesa di Sasso, così come il confessionale in legno dalle forme neogotiche. Tra il 1925 e il 1935 furono eseguite le stazioni della Via crucis in gesso dipinto.
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Oltre che per un'escursione lungo la celebre Calà del Sasso, in questi giorni c'è un altro motivo per visitare questo affascinante e genuino angolo di montagna, dove il tempo sembra essersi fermato: la festa di Sant'Antonio, che da 47 anni gli abitanti di Sasso di Asiago dedicano al loro patrono.
Nell’unità pastorale di Gallio (che comprende anche Foza, Sasso e Stoccareddo) l’avvento 2015 ha il sapore del dialogo tra piccoli e grandi. Dove i piccoli sono i ragazzi che stanno compiendo il percorso della catechesi. E i grandi sono anche loro ragazzi, ma di prima superiore.