La storia di Arsiè
La comunità di Arsiè (nei primi documenti Arsei) è di antica data e la prima chiesa risale al quinto-sesto secolo. Posta nell'Alto medievo sotto la giurisdizione del vescovo di Feltre, intorno al 1280-90 passò sotto la diocesi di Padova.
Il 24 agosto 2008 l’arcivescovo mons. Mattiazzo ha benedetto il restauro interno dell’arcipretale, che ha ripristinato il marmorino settecentesco e l’apparato decorativo in rilievo.
La comunità di Arsiè (nei primi documenti Arsei) è di antica data: la prima traccia documentale è la donazione del 1085 compiuta da una famiglia privata al monastero dei santi Eufemia e Pietro di Villanova, ora Abbazia Pisani.
Ma la prima chiesa risale al quinto-sesto secolo, come testimoniano i resti rinvenuti sotto il pavimento del tempio attuale assieme a quelli di una chiesa triabsidata del decimo secolo. Le tracce sono emerse tra la ghiaia delle periodiche piene del torrente Aurich che costringevano ad alzare di volta in volta il livello pavimentale.
Circa un secolo dopo, nel 1184, la pieve era sotto la giurisdizione del vescovo di Feltre. Intorno al 1280-90 passò sotto la diocesi di Padova.
Una terza chiesa costruita nel Trecento, dedicata a santa Maria, aveva sotto di sé quella di San Giovanni di Tovedo (ora Rivai). Doveva trattarsi di una pieve di una certa importanza, dato che l’edificio era ampio ed elegante e aveva numerosi arredi e suppellettili (così lo descrive il vescovo Pietro Barozzi nella visita pastorale del 1488). La chiesa fu incendiata dalle truppe dell’imperatore Massimiliano durante la guerra di Cambrai; la ricostruzione e la decorazione si trascinarono tanto a lungo che è don Giovanni Dal Castello, arciprete tra il 1680 e il 1702, a essere ricordato come «assai benemerito pel compimento della chiesa e l’erezione di nuovi altari».
Nel 1661 papa Alessandro VII le aveva intanto conferito il titolo onorifico di arcipretale. Nel 1734-36 è stata rifatta la facciata. Nel secolo seguente il tempio fu dapprima restaurato (1813) e quindi consacrato (1816).
Il 24 agosto 2008 l’arcivescovo mons. Mattiazzo ha benedetto il restauro interno dell’arcipretale, che ha ripristinato il marmorino settecentesco e l’apparato decorativo in rilievo. Il restauro ha anche reso agibili i resti delle chiese altomedievali (fondamenta, pareti e lacerti di affreschi) rinvenuti nei primi anni Ottanta durante i lavori di sostituzione del pavimento del presbiterio.