Cammini paralleli. Brugine e Campagnola accolgono il vescovo Claudio da venerdì 8 a domenica 10 novembre
Brugine e Campagnola accolgono il vescovo Claudio da venerdì 8 a domenica 10. Storie diverse, alcune similitudini, per le due comunità si apre un futuro di dialogo. I laici: «Questo è il momento di formarci»
Brugine e Campagnola non fanno distinzione. Distano appena due chilometri, si spartiscono il territorio e la popolazione dell’unico Comune: 3.400 anime di qua 3.100 di là. Viste da lontano appaiono molto simili, e invece le due comunità cristiane hanno alle spalle percorsi diversi, che emergono in occasione della visita pastorale del vescovo Claudio, qui da venerdì 8 novembre per tre giorni.
Certo, gli elementi in comune non mancano, a partire dalla dedizione ai giovani e dallo sviluppo del cammino di iniziazione cristiana per fanciulli e ragazzi – e soprattutto per i loro genitori. Anche l’attesa per l’arrivo del vescovo è la medesima, come testimoniano i due vicepresidenti dei rispettivi consigli pastorali: «Ci sentiamo chiamati a guardare al futuro – sottolinea Davide Cecconello di Brugine – Da una parte si aprono nuovi scenari, come ci siamo detti fin dall’arrivo qui di don Francesco Malaman, sei anni fa; d’altra parte questo può anche allarmare, perché tutto sta cambiando, i numeri ci dicono che diventeremo terra di missione. Il modello “parroco-centrico” della comunità è ancora ben radicato e non aiuta». Sulla stessa linea si pone Luca Sartori, l’omologo di Campagnola: «Pensiamo che la visita alle nostre due parrocchie insieme non sia una scelta casuale – conferma – Probabilmente in futuro saremo chiamati a collaborare. Attendiamo di capire come metterci in cammino e da parte del vescovo avremo bisogno di una parola di incoraggiamento, per andare incontro a ciò che non possiamo conoscere compiutamente e superare resistenze e campanilismi».
Da qui iniziano le distinzioni. Campagnola ha una storia di continuità, segnata dalla presenza dell’Azione cattolica, che oltre ai ragazzi dell’Acr che il 12 ottobre hanno fatto una grande Festa del ciao, vive di quattro gruppi di giovanissimi e due di giovani dalla quinta superiore in su, e anche del gruppo adulti. A Brugine invece, dove molti ragazzi fanno parte del Brugine 1 degli scout Agesci, si nota una ripartenza, avvenuta proprio con il cambio di parroco, dopo che in 70 anni si erano avvicendati due preti: «Da allora è iniziato un percorso di presa di coscienza di chi siamo in quanto comunità – racconta lo stesso don Francesco – e la visita pastorale ci ha concesso occasioni per avanzare su questa strada. Non solo, abbiamo percepito l’importanza di favorire le relazioni, trovare una “unità nel Signore”, puntare su giovani e famiglie e incentivare la formazione. In particolare, il consiglio pastorale si è ripromesso di incontrare nel prossimo anno tutti i referenti dei gruppi, in modo da migliorare la collaborazione e combattere la tendenza a costruire una parrocchia fatta da isole».
A Campagnola è emersa con chiarezza la volontà di crescere dal punto di vista della carità: «Non abbiamo un vero e proprio gruppo Caritas – chiarisce il parroco, don Luca Gallocchio – ma i laici sentono la necessità di trovare un modo di vivere questa dimensione fondamentale della fede». Dopo due anni, la parrocchia ha salutato la famiglia siriana accolta attraverso i Corridoi umanitari promossi da Cei, Sant’Egidio e Tavola Valdese che ora si è resa autonoma a Legnaro, e si sente che è il momento di qualcosa di nuovo: «Il consiglio pastorale si sta orientando a far nascere un’equipe capace di captare e affrontare le nuove povertà – aggiunge don Luca – Domenica 13 ottobre abbiamo organizzato in parrocchia un incontro con disabili e anziani: per molti è stato l’uscita dalla solitudine».
A Brugine, ciò che più si sente importante è la formazione. Giovanissimi e giovani hanno cammini settimanali, mentre per gli adulti è ormai tradizione un percorso in Avvento che quest’anno partirà giovedì 28 novembre alle 20.30, con don Andrea Toniolo a parlare della formazione degli operatori pastorali in un ciclo intitolato: “Quando si è pronti a mutare, si è pronti ad amare. Pronti a rimettersi in gioco?”.
«A oggi non saremmo pronti ad assumere dei ministeri – commenta Davide Cicconello – Probabilmente lo è di più chi è arrivato da fuori o vive esperienze particolari come quella della Fattoria solidale. È un cammino lungo che però siamo pronti a percorrere». In ogni caso, il vescovo Claudio insisterà molto sull’opportunità che sempre più i cristiani laici si prendano le loro responsabilità: «Lo comprendiamo bene – aggiunge Luca Sartori – Anche se occorre trovare i giusti equilibri, per evitare che qualche laico prenda il posto del prete. La redistribuzione dei ruoli sarà fondamentale, e va fatta con molta franchezza e sincerità».