Terremoto in Centro Italia. Vigili del fuoco e Gendarmeria vaticana: gli "angeli" di Papa Francesco in aiuto alla popolazione
Una squadra di sei vigili del fuoco ed un gruppo di cinque unità della Gendarmeria vaticana. Questo il “piccolo” contingente di aiuto, supporto e presenza che papa Francesco ha voluto inviare nei luoghi colpiti dal sisma. «Siamo una goccia in questo oceano di solidarietà», racconta Fabio Vagnoni, responsabile dell'unità della gendarmeria vaticana. E sull'ipotesi di una visita di papa Francesco sui luoghi colpiti dal sisma dice: «Sinceramente non ne sono informato. Ma questo non esclude che possa avvenire. So quanto papa Francesco sia vicino agli ultimi e ai più bisognosi. Immagino che voglia esprimere e dimostrare la sua vicinanza».
Una squadra di sei vigili del fuoco ed un gruppo di cinnque unità della Gendarmeria vaticana. Questo il “piccolo” contingente di aiuto, supporto e presenza che papa Francesco ha voluto inviare nei luoghi colpiti dal sisma. La primissima squadra dei Vigili del Fuoco a recarsi ad Amatrice era guidata da Fabio Di Canio. «La macchina – racconta - è partita nelle ore immediatamente successive alla prima scossa, la notte del 24 agosto. Il tempo di organizzare la squadra e i nostri mezzi di soccorso con le attrezzature specifiche, partire e prendere posizione. Siamo andati subito ad Amatrice dove ci attendeva l’Ucl (unità di crisi) di Rieti».
Le squadre vaticane fanno turnazioni di 36-48 ore al massimo e si danno il cambio. «Personalmente sono stato richiamato in servizio quella mattina, stando di riposo. Posso dire comunque che il papa desiderava mandare una squadra dei vigili del fuoco. Il comando ne ha preso atto ed ha formato una prima partenza di soccorso».
Il mestiere del vigile del fuoco pone spesso di fronte a situazioni di dolore ma non ci si abitua mai.
E arrivati ad Amatrice i “vigili” del Papa si immergono in un mare di morte e distruzione. «Si prospetta davanti a noi uno scenario simile a un bombardamento – racconta Di Canio -. Non abbiamo trovato nulla in piedi. Solo macerie, grovigli di lamiere, massi e disperazione della gente, tra chi cercava un familiare, chi aveva delle attività commerciali, case, tutto era distrutto. Non c’è più niente. Sembra una città bombardata». Ci sono poi immagini che rimarranno per sempre nella memoria.
«È quando abbiamo estratto una bambina di circa 10 anni, purtroppo non in vita. Siamo padri di famiglia con bambini della stessa età. Sono cose che personalmente toccano e rimangono dentro per tanto tempo. E anche quando stai facendo un’altra cosa, il pensiero va a quel corpicino senza vita: lo rivedi bianco ricoperto di calcinacci e senza respiro. È un’immagine forte. Noi facciamo questo mestiere con orgoglio, con passione. Perché il mestiere del vigile del fuoco è passione, come ama dire il nostro comandante. Non è solo un lavoro. È una missione. Quando quindi si opera in queste occasioni, puoi sembrare distaccato ma non lo si può essere mai completamente. Sono immagini forti che toccano il cuore».
Da ieri pomeriggio, la squadra di Fabio Di Canio ha ricevuto il cambio, il tempo di passare le consegne e di prendere di nuovo contatto con l’Ucl e mettersi subito al lavoro. «La nostra disponibilità – dice il capo squadra - è illimitata. Nel tempo, i lavori andranno avanti e gli impegni di conseguenza andranno a diminuire, ma la disponibilità è illimitata, la presenza è sul campo. Poi con il tempo si valuterà».
Ma papa Francesco andrà nei luoghi del sisma?
«Sicuramente – risponde il vigile del fuoco - quando i tempi lo consentiranno il santo padre non mancherà – penso – di recarsi sul posto, come già è successo in precedenza con il terremoto dell’Aquila quando il santo padre andò sul posto». All’epoca era papa Benedetto XVI e il pontefice visitò L’Aquila il 28 aprile 2009. «Per cui – prosegue Di Canio – non mi sorprenderà se il papa non mancherà di andarci. Papa Francesco è sensibile a queste cose. Lo ha dimostrato in più occasioni, praticamente tutti i giorni da quando c’è stata la prima scossa. È comunque una prospettiva che verrà in seguito perché attualmente c’è molto lavoro da fare. La visita se ci sarà, si farà quando si saranno calmati i recuperi».
Se i vigili del fuoco stanno dando una mano al recupero delle persone e allo sgombero delle macerie, la gendarmeria vaticana sta invece aiutando le forze dell’ordine a controllare il territorio dallo sciacallaggio. A coordinare una piccola unità di cinque persone c’è Fabio Vagnoni. «Stiamo dando una mano alle forza di polizia – racconta - per il controllo sul territorio e lo stiamo facendo in punta di piedi e in maniera molto discreta. Questa mattina c’è stato anche un apprezzamento per la nostra presenza da parte della popolazione perché stiamo coprendo le zone limitrofe ai centri devastati. Siamo arrivati ieri mattina presto e non abbiamo limite temporale alla nostra attività. Siamo qui a disposizione e collaboriamo finché ci sarà la necessità».
La popolazione accoglie e apprezza questa presenza di protezione voluta personalmente da papa Francesco. «C’è stupore. Oltretutto – racconta Vignoni - la nostra è una divisa non conosciuta. Ma è uno stupore che si unisce anche all’apprezzamento per quello che viene visto come seppur piccolo ma prezioso gesto di vicinanza di papa Francesco. Noi viviamo questa nostra presenza come una testimonianza. È ammirevole vedere come si è mossa la macchina delle organizzazioni e la risposta forte che c’è stata. Noi siamo una goccia in questo oceano di solidarietà».
Nonostante il dolore tra la gente, la distruzione e la morte di moltissime persone, il fenomeno dello sciacallaggio «purtroppo c’è – conferma il responsabile dell’unità – C’è stato un caso eclatante ma ci sono stati anche casi di persone avvistate che appena hanno capito di essere stati visti si sono allontanati. La notte è il momento peggiore, perché qui essendo zona colpita in maniera forte dal sisma, non c’è luce e il buio è totale».
Alcuni hanno ipotizzato che la presenza della gendarmeria vaticana sia anche finalizzata a una visita di papa Francesco. «Sinceramente non ne sono informato – risponde il gendarme – Ma questo non esclude che possa avvenire. So quanto papa Francesco sia vicino agli ultimi e ai più bisognosi. Immagino che voglia esprimere e dimostrare la sua vicinanza».