Povertà, via libera al reddito di inclusione: stanziati 2 miliardi l'anno
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo. Il beneficio economico va da un minimo di 190 euro a un massimo di 485 per circa 660 mila famiglie. Il ministro Poletti: "I due pilastri del provvedimento sono il sostegno al reddito e l'inclusione con la presa in carico". Nel 2016 l'11,9% delle famiglie italiane si è trovata nelle condizioni di grave deprivazione materiale.
"Per le risorse siamo intorno ai 2 miliardi l'anno e per quanto riguarda il beneficio economico si va da un minimo di 190 euro ad un massimo di 485, ma si sale con il numero dei componenti del nucleo familiare. È prevista una soglia di accesso di seimila euro Isee e una di tremila euro per il reddito equivalente".
Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo che il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo sul contrasto alla povertà e sul reddito di inclusione.
"Le famiglie interessate sono circa 660 mila, di cui 560 mila con figli minori". In queste condizioni, rileva, "noi siamo in grado di raggiungere quasi il target a cui stiamo guardando".
"I due pilastri del provvedimento sono il sostegno al reddito e l'inclusione con la presa in carico. Perché queste due cose funzionino servono le risorse sia per il primo che per il secondo caso. Quindi abbiamo previsto che il 15% del Fondo venga destinato alle politiche attive, che servono per fare in modo che le persone esano da una situazione di difficoltà. E aggiungiamo a quelle risorse 550 milioni in tre anni per il potenziamento dei servizi nel territorio".
A fianco del ministro anche il premier Gentiloni, che ha ricordato il lavoro fatto con le associazioni dell’Alleanza contro la povertà e sottolineato come il reddito di inclusione sia "la prima risposta a una esigenza sociale molto rilevante che gli anni della crisi hanno reso ancor più stringente nel nostro paese. Siamo soddisfatti per aver mantenuto questo impegno, abbiamo varato per la prima volta uno strumento universale per la lotta alla povertà ma al tempo stesso sappiamo che si tratta di un primo passo che dovrà vederne di ulteriori".
Soddisfatto anche Andrea Orlando, ministro della Giustizia, e leader della minoranza Pd: "Anche se sappiamo che la platea di poveri nel nostro Paese è molto più ampia, è stata data una prima risposta significativa e concreta alla lotta alla povertà che, in questi anni, ha riguardato un numero sempre crescente di famiglie e intaccato e reso precarie le aspettative di giovani e ceto medio. Alle misure varate oggi dovranno seguirne altre, ma si conferma la volontà di proseguire concretamente un percorso sulla strada dell'inclusione e della lotta alla marginalizzazione sociale ed economica".
Che l’Italia viva una stagione di progressivo impoverimento lo certifica anche l’Istat.
Nel 2016, secondo i dati provvisori, l'11,9% delle famiglie italiane si è trovata nelle condizioni di grave deprivazione materiale.
"Nonostante il miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie – ha sottolineato in audizione alla Camera il direttore del Dipartimento per la produzione statistica dell'Istat, Roberto Monducci – nel 2016 non si è osservata una riduzione dell'indicatore di grave deprivazione materiale. Quindi la ripresa economica e del mercato del lavoro non sta riducendo alcuni sintomi di disagio".
I minori che nel 2016 risultano in condizioni di grave deprivazione sono 1.250.000 pari al 12,3% della popolazione con meno di 18 anni. Tale quota risulta in lieve diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Monducci ha poi spiegato che, tra il 2015 e il 2016 l'indice di grave deprivazione peggiora per le persone anziane (65 anni e più), passando dall'8,4% all'11,6%, pur rimanendo al di sotto del dato riferito all'insieme della popolazione, e per chi vive in famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (da 32,1% a 35,8%).
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