Giorgio Ortolani, cuore e azione per le associazioni
Il presidente del Csv di Padova lascia la carica dopo 4 mandati consecutivi, segnati da grande vicinanza alle quasi 600 associazioni, attenzione ai giovani e cura alla formazione.
Le parole di una canzone di Gino Paoli «... fai finta di non lasciarmi mai, anche se dovrà finire prima o poi questa lunga storia d’amore» riescono a raccontare la scelta generosa e responsabile di Giorgio Ortolani che, dopo dodici anni di servizio, impegno e dedizione ha deciso di lasciare la presidenza del Csv di Padova anticipando quella che a fine anno sarebbe stata la naturale conclusione della carica.
La scelta è stata accorata e maturata da un po’ di tempo, annunciata già un anno fa sul palco del teatro Verdi durante la consegna dei premi Gattamelata e ora resa definitiva.
I dati dei mandati 2004-2016 sotto la presidenza Ortolani raccontano una lunga esperienza basata sullo sviluppo e la vicinanza alle quasi 600 associazioni di volontariato della provincia: 12 milioni e 742.398 euro di finanziamenti erogati a 2.779 associazioni, grazie ai fondi provenienti dalle fondazioni di origine bancaria attraverso il Comitato di gestione del fondo speciale per il volontariato del Veneto; 20.374 consulenze erogate su gestione associativa, contabilità, progettazione; 318 corsi di formazione a 17.450 persone; 23.082 prestiti di sala, gazebo e tavoli; oltre 200 eventi di promozione del volontariato; 59 pubblicazioni su tematiche utili alle associazioni; 600 newsletter inviate; cinque siti internet gestiti, con oltre 250 mila visite solo nell’ultimo anno.
Presidente perché lascia adesso?
«A gennaio il Coge (Comitato di gestione, ndr) ha riaffidato per altri sei anni la gestione del Csv di Padova al Centro servizi Padova solidale e visto che sia il Coge che la provincia hanno rinnovato i loro rappresentanti all’interno del Csv, ritenevo giusto che anche lo stesso Csv avesse un nuovo consiglio, un nuovo presidente e una nuova gestione per gli anni futuri. Il mio lasciare è, dunque, un voler guardare al futuro con fiducia e con speranza, certo che chi mi succederà saprà rinnovare, proporre, sostenere tutte le centinaia di associazioni e le migliaia di volontari che ho incontrato e conosciuto in questi dodici anni di intenso lavoro».
Possiamo affermare che il Csv di Padova è nato e cresciuto insieme a lei?
«Quest’anno il Csv di Padova compie 18 anni di attività e tanti sono gli anni del mio personale impegno in questo organismo, nato dalla legge 266/91 e che negli anni ha subito notevoli cambiamenti e sviluppi. Nei primi anni sono stato consigliere del Csv rappresentando la consulta del volontariato, organismo di coordinamento padovano nato nel 1998. Successivamente, da fine 2003 a oggi sono stato presidente, essendo stato eletto per quattro mandati consecutivi dall’assemblea dei soci, alla quale va il mio grande ringraziamento per avermi dimostrato fiducia e affetto. L’avvio della gestione guidata da me in qualità di presidente non è stato semplice, dato che il Csv veniva da un periodo di commissariamento. Ma non mi piace ricordare l’inizio come un momento difficile, piuttosto come l’opportunità che abbiamo avuto di operare al fianco delle associazioni cercando di capire quali erano le loro necessità, offrendo il nostro aiuto. Nel momento in cui abbiamo preso in mano la gestione del Csv, insieme all’intero consiglio direttivo (al quale va il mio secondo importante ringraziamento per essere sempre stato al mio fianco condividendo le responsabilità) abbiamo deciso di chiudere con il passato e iniziare una nuova vita del centro servizi».
In questi anni di presidenza sono stati raggiunti molti risultati importanti, investendo prima di tutto nelle associazioni e nelle relazioni.
«I risultati di questi anni ci hanno dato la consapevolezza che l’idea era giusta e le prove sono date soprattutto dal numero di associazioni che siamo riusciti a coinvolgere e dai servizi che abbiamo garantito. C’è uno slogan che amo ripetere: “La ruota da quadrata pian piano è diventata tonda”. I servizi sono stati offerti grazie all’impegno fondamentale del direttore Alessandro Lion, dello staff del Csv, ai quali va il mio riconoscimento per aver saputo crescere insieme alle associazioni. L’aspetto nel quale abbiamo investito maggiori energie, dopo l’attenzione alle necessità delle associazioni del territorio, è sicuramente il lavoro di relazione che abbiamo portato avanti per essere riconosciuti come un importante attore nel tessuto sociale padovano. Ringrazio, quindi, tutti gli amministratori e i rappresentanti delle istituzioni che ci hanno dato credito e con le quali abbiamo raggiunto importanti traguardi. Il mio cammino qui è stato fatto insieme ai componenti del comitato di gestione, ai presidenti degli altri Csv del Veneto e ai rappresentanti delle fondazioni bancarie che ci sostengono, perché senza il loro contributo, molto poco di quello che abbiamo fatto sarebbe stato possibile».
Quali sono stati per lei i progetti più innovativi che hanno segnato il suo mandato?
«Il premio Gattamelata istituito nel 2005, con l’obiettivo di premiare, in occasione della Giornata internazionale del volontario, volontari, associazioni, aziende, istituzioni, cittadini impegnati in azioni di solidarietà. Nel 2011, anno europeo del volontariato, abbiamo emanato un bando di finanziamento straordinario per progetti di promozione del volontariato e con i 200 mila euro a disposizione sono stati finanziati 19 progetti, realizzati 110 eventi in 162 giornate. Il Csv di Padova, inoltre, ha realizzato la prima edizione del raduno del volontariato padovano, un momento di incontro e confronto per le associazioni, proposto poi a cadenza annuale».
Lei è convinto che il volontariato deve guardare sempre più ai giovani.
«È per questo che sin dall’inizio della gestione da parte del Centro servizi Padova solidale si è data particolare attenzione alla promozione del volontariato tra i ragazzi, attivando per esempio lo sportello scuola-volontariato, il servizio civile, i concorsi artistici, i centri estivi “D’Estatevi ragazzi”, il bando Okkupiamo. E ancora “Una giornata particolare” per far incontrare associazioni e mondo della scuola, “Sì possiamo cambiare” per i ragazzi che hanno avuto sanzioni disciplinari e l’ultimo nato in casa Csv, il grande progetto “10.000 ore di solidarietà” per far sperimentare ai giovani il volontariato in un week-end intensivo».
Ha sempre puntato molto sulla formazione...
«Sono convinto che la formazione rivesta un ruolo fondamentale per qualificare l’attività associativa. Ai percorsi formativi di base, riguardanti la gestione amministrativo-contabile, la raccolta fondi, la progettazione, la comunicazione e la ricerca volontari, abbiamo anche accostato percorsi tematici innovativi a livello nazionale come la Scuola del legame sociale, Povertà oggi – Nuovi percorsi di comunità, Vivere per la vita attiva nella terza età e Community care – Per un caregiver di comunità».
Termina il suo ruolo da presidente ma non finisce il suo essere volontario che ha segnato tutta la sua vita.
«Porto a termine il mio impegno nel mondo del terzo settore padovano, sperando di aver contribuito a una positiva crescita delle associazioni e dei volontari, pur sapendo che la strada è ancora molto lunga e in salita. Resto un volontario, nel cuore e nell’anima, perché il mio stesso dna mi ha portato fin da giovanissimo a occuparmi degli altri, del bene della comunità sociale e civile, dell’attenzione verso i più bisognosi. La mia lunga esperienza in questo ambito sarà sempre a disposizione per chi ne avrà bisogno».