Infermieri a convegno sull'oggi e il domani della professione
"Ricerca infermieristica: scenari attuali e prospettive future" è il titolo del convegno organizzato dall'Ipasvi (Infermieri professionali, assistenti sanitari,vigilatrici d'infanzia) il 13 e il 14 maggio presso il Centro Congressi "Pietro d'Abano". Al centro dei lavori, il ruolo dell'infermiere nella sanità e nella ricerca, in ambito italiano e internazionale.
Guerra di Crimea, 1854. Al fronte arriva finalmente, dopo una lunga trattativa con le autorità militari, Florence Nightingale a capo di 38 infermiere per accudire i soldati inglesi feriti.
Scoprendo ben presto l'altissima mortalità tra i degenti ma soprattutto che solo il 10 per cento dei decessi era dovuto ai postumi degli interventi chirurgici. Tutti gli altri erano causati dalle pessime condizioni igieniche e dalla mancanza di assistenza continua.
Nightingale organizzo un servizio di pulizia dei locali, cambio di lenzuola, lavaggio dei pazienti, rifornimento di pasti caldi regolari.
Nasceva così un nuovo modo seguire i combattenti, la moderna "nursery" che nel giro di qualche decennio diventerà una scienza completamente autonoma rispetto a quella medica e chirurgica.
Nel mondo anglosassone il percorso infermieristico sfocerà nell'istituzione di corsi di laurea di alto profilo tanto da consentire ai diplomati di dirigere ospedali e cliniche. InItalia invece bisognerà attendere gli anni Novanta con la creazione presso diversi Atenei di corsi di studio specifici: triennio, biennio di specializzazione, master e soprattutto dottorati di ricerca.
E proprio per parlare di ricerca, il Collegio infermieri di Padova ha organizzato per il 13 e il 14 maggio un convegno nazionale invitando come relatori colleghi, medici e dirigenti amministrativi.
Il convegno è finalizzato a sensibilizzare i professionisti sanitari sulla necessità, nonché le opportunità, relative all’ambito della ricerca clinica e vuole evidenziare il ruolo attuale dell’infermiere di ricerca (Research Nurse). Ricerca significa verificare, giorno per giorno, ora per ora, gli effetti delle terapie decise dal medico ma anche gli effetti pratici della più tradizionale forma di accudimento: pulizia del paziente, alimentazione, cambio di posizione per i degenti allettati.
Ma anche ricerca più avanzata, accedendo alla sperimentazione finanziata dalle case farmaceutica e sollecitando nuovi finanziamenti da parte della Regione. Non erogazioni a fondo perduto ma veri e propri finanziamenti finalizzati a una reale "spending review" in quanto una più alta forma di assistenza può non solo giovare alla qualità della vita del paziente ma anche abbreviarne la permanenza in ospedale, dove ogni giornata di ricovero costa alla Regione attorno ai 1.000 euro. E ancora, nuove e più mirate forme di assistenza domiciliare, soprattutto nel caso di cronicità, per allontanare il momento di non autosufficienza e successivo ricovero in una struttura clinica od ospedaliera.