Cinque milioni di famiglie non hanno i soldi per curarsi
Il Rapporto 2016 del Banco farmaceutico certifica una crescità di ben 557 mila italiani poveri privi delle risorse necessarie per esami clinici e medicinali. In totale parliamo di 12 milioni di italiani e cinque milioni di famiglie. L'allarme della fondazione: «L'emergenza cresce più della nostra capacità di riepondere a questi bisogni».
Cresce la povertà sanitaria in Italia: sono sempre di più, in altre parole, le persone che non hanno soldi per curarsi. Parliamo di ben 12 milioni di italiani, con cinque milioni di famiglie coinvolte. Il fenomeno riguarda quindi il 6,1 per cento dei nuclei familiari del nostro paese, con una crescita sensibile rispetto all'anno precedente, quando il dato si era attestato al 5,7.
Numeri alla mano, sono 557 mila in più rispetto al 2015 gli italiani che hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivi economici, come certifica il rapporto 2016 del Banco farmaceutico “Donare per curare. Povertà sanitaria e donazione di farmaci”, presentato nei giorni scorsi a Roma.
Secondo i dati raccolti, nel 2016 è aumentata dell’8,3 per cento la richiesta di medicinali da parte dei 1.663 enti assistenziali sostenuti dall’organizzazione: in tutto, le confezioni di farmaci richieste in occasione della giornata di raccolta – organizzata per il 13 febbraio – sono state 994 mila.
«Le famiglie che hanno problemi ad affrontare le cure sanitarie stanno aumentando con un passo superiore di quanto aumenti la nostra capacità di rispondere a questi bisogni»
sottolinea Paolo Gradnick, presidente della fondazione Banco farmaceutico onlus. «Serve quindi fare uno sforzo in più, serve un colpo di reni per fare un vero salto di qualità. L’auspicio è che i recenti provvedimenti adottati dal parlamento per favorire la donazione dei farmaci di recupero risultino realmente efficaci. Le persone povere oggi in Italia dedicano il 60 per cento dei pochi soldi che hanno a disposizione per curarsi. Noi facciamo tutto quello che possiamo per aiutarli, ma è importante anche che ci sia una reale semplificazione normativa».
Secondo il rapporto le persone povere destinano 72,60 euro all’anno pro capite per l'acquisto di farmaci (in media se ne spendono 268,80). I problemi di accesso alle cure si fanno sempre più evidenti anche tra le organizzazioni che aiutano i più bisognosi, come sottolinea Monica Tola, di Caritas italiana:
«Anche tra le persone che si rivolgono ai nostri sportelli di aiuto abbiamo registrato un incremento di interventi in ambito sanitario. Molto spesso le persone arrivano al centro di ascolto senza esplicare il bisogno ma i nostri operatori riescono a intercettarlo».
Tra le cure a cui le famiglie non riescono a far fronte, spiccano quelle dentistiche e pediatriche. «Spesso le famiglie chiedono aiuto, anche al Prestito della speranza della Conferenza episcopale italiana, solo per poter curare i propri figli», aggiunge.
Quest’anno il rapporto del Banco farmaceutico ha dedicato un intero capitolo ai migranti. «Oggi sta cambiando molto la popolazione migrante – sottolinea Silvano Cella, dell’Osservatorio sulla donazione dei farmaci – Ci sono sempre più famiglie che fuggono da zone di conflitto con i figli minori. Abbiamo analizzato le patologie di cui soffrono. Per quanto riguarda i bambini le infezioni più frequenti sono quelle respiratorie e gastrointestinali, spesso legate anche alle condizioni alloggiative e di accoglienza. Mentre per gli adulti riscontriamo soprattutto malattie croniche ed endocrino-metaboliche».
Un fenomeno tutt'altro che marginale dunque. La crisi economica negli ultimi otto anni ha contribuito non poco a far lievitare il numeno delle persone che hanno dovuto tagliare la spesa farmaceutica fino a provare sulla propria pelle le conseguenze di quella che oggi chiamiamo «povertà sanitaria».
Negli ultimi tre anni la richiesta totale di farmaci alla fondazione è aumentata del 16 per cento, mentre è stata addirittura del 37 per cento la crescita di persone che hanno chiesto aiuto. Il Banco farmaceutico (nato nel 2000 dalla collaborazione tra la Compagnia delle opere e Federfarma) conta sull'appoggio di una quindicina di case farmaceutiche, grazie alle quali nel 2015 è stato possibile raccogliere 1,2 milioni di farmaci, per un valore di 11 milioni di euro, oltre all'approvigionamento garantito dalla giornata del 13 febbraio. Ci sono poi anche le farmacie che aderiscono alla missione della fondazione e che nel 2015 hanno garantito più di 212 mila confezioni di farmaci non scaduti.