Voucher via per decreto, salta il referendum
Il governo con un decreto legge ha abolito i voucher, cancellando così il referendum abrogativo previsto il 28 maggio. Esulta la Cgil, contrarie le categorie economiche che dicono: «L’abolizione dei voucher spinge al lavoro nero». Salta anche l’ipotesi regionale dell’election day per abbinare il referendum sull’autonomia del Veneto a quello nazionale
Niente più voucher. Il decreto legge che li abolisce è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 17 marzo e da quella data non sono più in vendita.
«Abbiamo preso questa decisione nella consapevolezza che essa è coerente con l'orientamento maturato nelle ultime settimane, anche in parlamento - ha spiegato alla stampa il presidente del consiglio Gentiloni - Avevamo una risposta sbagliata, o che con il tempo si è rivelata sbagliata, a una esigenza giusta. Ora concentreremo il nostro lavoro nel confronto con le parti sociali e il parlamento, per l'individuazione di strumenti efficienti e moderni per regolare il lavoro saltuario e occasionale».
Il decreto legge modifica anche la disciplina in materia di appalti, ripristinando integralmente la responsabilità solidale del committente con l’appaltatore, e ciascuno degli eventuali subappaltatori, per garantire una migliore tutela dei lavoratori. Grazie al decreto non si dovrebbero dunque votare i referendum abrogativi già fissati per il 28 maggio, ma l'ultima parola in materia spetta ora alla Cassazione.
Le reazioni del mondo del lavoro
Solo la Cgil, che ha raccolto tre milioni di firme per chiedere i referendum, ha espresso viva soddisfazione perché «il nero va abolito», mentre per Cisl e Uil il sistema va cambiato ma non abolito.
La segretaria nazionale della Cgil, Susanna Camusso, ha comunque chiarito che «finché non sarà approvata una legge, la campagna di mobilitazione va avanti». Decisamente contrariate dalla decisione del governo le associazioni di categoria: per Confcommercio e Confagricoltura con i voucher si cancella «uno strumento molto apprezzato che consentiva di operare legalmente», mentre Confindustria parla di «scelte deludenti» perché i voucher si sono rivelati «un ottimo strumento per far emergere il lavoro nero e per impiegare il lavoro occasionale e persone con difficoltà di accesso al mercato del lavoro». Grande delusione viene espressa anche da Confartigianato.
Anche il ministro del lavoro Poletti, peraltro, si è detto preoccupato che l'abolizione dei voucher aumenti l’alibi per il lavoro nero e ha annunciato che verrà aperto al più presto il confronto con le parti sociali sulla revisione della materia con lo studio di un provvedimento che regolamenti i lavori occasionali. Tra le ipotesi più gettonate c'è il modello francese - che vale solo per le famiglie e gli enti no-profit accreditati - oppure un ampliamento della disciplina del lavoro a chiamata, o lavoro intermittente, che oggi è riservato a soggetti sotto i 25 anni o sopra i 55 per un massimo di 400 giornate di lavoro in tre anni.
In Veneto la decisione del governo ha comportato un altro contraccolpo: niente election day.
«I presupposti per l'election day - ha sottolineato l’assessore regionale Federico Caner, dopo l’incontro romano con il ministro per gli affari regionali Costa e il sottosegretario Bressa - che il presidente Zaia aveva chiesto per abbinare il referendum sull’autonomia del Veneto a quello nazionale, sono ormai venuti meno».