Nasce il parco letterario Petrarca: turisti sui colli a degustar parole
Grazie al Parco letterario intitolato a Francesco Petrarca, sta per diventare operativo anche dal punto di vista commerciale, attraverso una rete d’impresa o club di prodotto, il vasto patrimonio letterario che rende affascinanti le colline padovane non solo dal punto di vista ambientale, artistico ed enogastronomico, ma anche come luogo in cui ascoltare le parole ispirate da letterati d’ogni tempo.
«Non c’è in Italia (e quindi nel mondo...) un paesaggio più ricco di presenze letterario dei colli Euganei»
Un’affermazione che non ammette smentite quella di Paolo Gobbi, coautore, insieme a Stefano Brugnolo e al compianto Aldo Pettenella, del saggio-antologia-guida Di pensier in pensier, di monte in monte, e ora consulente letterario del neonato Parco letterario Francesco Petrarca e dei colli Euganei.
Un parco nato dalla Confesercenti di Padova – come spiega il referente Mauro Cinefra – in collaborazione con la Camera di commercio, che sta lavorando a questo progetto già dal 2007 (ma si può risalire anche a una decina d’anni prima), organizzando vari eventi nel territorio: caffè letterari, cene di gala a tema, intrattenimenti musicali, letture di opere e poesie, visite guidate sulle orme dei poeti. Unico parco letterario del Veneto, è stato registrato ufficialmente facendo il suo ingresso nella rete nazionale di questi siti, ora posta sotto l’egida della Dante Alighieri.
Nel 2013 ha partecipato all’anno della cultura italiana negli Stati Uniti e nei primi mesi di quest’anno è presente a fiere e momenti di promozione turistica in Norvegia con un video appositamente realizzato.
In collaborazione con il master universitario in pianificazione e gestione del prodotto turistico, tre partecipanti al corso di studi, Valentina Tobaldo, Claudia Agujaro e Maria Giulia Turino hanno catalogato le risorse esistenti e prodotto un piano di fattibilità su cui, a partire dal prossimo mese, si avvierà la raccolta delle adesioni per giungere a una rete d’impresa, o a un club di prodotto che offra al turismo culturale un insieme di proposte, agili e articolate, all’interno delle quali ciascuno possa scegliere il suo itinerario personalizzato.
«Noi non puntiamo, per forza di cose, al turista mordi e fuggi – spiega Mauro Cinefra – che deve visitare l’Italia in una settimana e ha le ore contate, dobbiamo piuttosto cercare quell’ospite culturalmente sensibile, che è disposto ad allungare il suo soggiorno se riceve delle proposte interessanti e a questo offrire un pacchetto flessibile ma organico di proposte, che partono magari da un collante letterario, ma non dimenticano l’arte, la natura, la gastronomia. Il disciplinare è già pronto per essere firmato, per avviare un meccanismo virtuoso che vada a intercettare questi soggetti con budget di spesa rilevante».
A questo punto, identificato l’obiettivo commerciale, conviene fare un passo indietro.
Che cosa rende i colli Euganei un ambiente culturale a così alta densità letteraria e che cosa si sta facendo per rendere sensibile questa densità?
«Indubbiamente – sostiene Paolo Gobbi – è stato il nome di Francesco Petrarca che ha aggregato attorno a sé questa presenza qualificata e costante nei secoli. Poi il fascino dell’ambiente collinare ha fatto il resto, ma senza la spinta iniziale di quella “seconda Elicona” allestita per gli amici e per le muse in modo da far passare la voglia di andarsene, non ci sarebbero stati i tanti letterati che crearono una specie di “rito di visita” alla casa del poeta con l’offerta di versi scritti in sua memoria. Nel Sette-Ottocento il fenomeno si è intensificato e si è aggiunto anche il vagabondare alla scoperta dei paesaggi euganei. Il parco letterario ha cercato di cogliere questo accostarsi al soggetto euganeo come fonte di ispirazione per dare al viaggiatore attento gli strumenti per scoprire quello che persone dotate di una speciale sensibilità o di una particolare abilità nel manifestarla hanno saputo provare ed esprimere davanti alle stesse cose che ora ha davanti anche lui. Ecco gli itinerari, già elencati nella prima guida ma ora in continua rielaborazione; ecco soprattutto le targhe, molto discrete, che riportano brani e poesie, se possibile “faccia a faccia” con i luoghi che li hanno ispirati. In certi casi gli ambienti sono facilmente identificabili nel testo, in altri abbiamo lavorato di interpretazione cercando la rispondenza tra le emozioni descritte e quelle evocate dal paesaggio. Per una poesia di Zanzotto, per esempio, che “petrarchizza” in modo evidente e descrive i colli nel loro insieme, abbiamo cercato un punto di osservazione dominante, vicino ad Arquà, che offrisse una buona sintesi del paesaggio descritto ed esplicitasse l’influenza del grande aretino. D’altra parte Zanzotto era innamorato degli Euganei e ho saputo che in un certo momento stava quasi per prendere casa qui».
Le targhe per ora sono sette: il sonetto di Ugo Foscolo sulla cima del conte Ceva, in comune di Montegrotto; un brano da Veneto felice di Giovanni Comisso sul muro del giardino di villa Barbarigo a Valsanzibio; un frammento de Il fuoco di Gabriele D’Annunzio nella via centrale di Arquà Petrarca; una poesia dell’abate Giuseppe Barbieri al passo delle Fiorine, tra i comuni di Rovolon e di Teolo; i versi di Diego Valeri sul sentiero nelle vicinanze dell’oratorio di Sant’Antonio abate a Teolo; la poesia sui Colli di Andrea Zanzotto in via Scalette ad Arquà Petrarca; Giovanni Comisso al castello del Catajo.
Altre targhe sono di imminente collocazione: quella con le parole di Claudio Claudiano sulle terme aponensi sarà collocata all’entrata del colle del Montirone ad Abano Terme; le parole di Giorgio Bassani andranno a ornare via del Santuario o via delle Sette Chiese a Monselice; l’ode Versi scritti fra i colli Euganei di Shelley sarà collocata nei pressi di villa Kunkler sopra Este e forse anche in un altro sito lì vicino; altri interventi sono previsti prossimamente a Torreglia, abitata dall’abate Barbieri e dalle sue Veglie Tauriliane, il comune che si è dimostrato più sensibile alle iniziative del parco letterario.
Altre due targhe infine sono in progetto, sempre previa approvazione dei proprietari e degli enti, a villa dei Vescovi a Luvigliano, con un testo di Dino Buzzati, e all’esterno dell’eremo del Rua, con una divertita descrizione del povero pranzo dei monaci scritta da Concetto Marchesi che era un frequentatore abituale di quel cenobio.