L'Opv, con il nuovo direttore Marco Angius, inaugura la stagione numero 50
Sabato 24 ottobre alle 20.45 si apre all'auditorium Pollini la stagione concertistica dell'Orchestra di Padova e del Veneto, che con il cartellone 2015/16 festeggia la sua 50ª edizione. Per la prima volta, nelle vesti di nuovo direttore artistico dell'Opv, sale sul podio il maestro Marco Angius.
Per il concerto inaugurale del 24 ottobre alle 20.45 all'auditorium Pollini di Padova salirà sul podio il Maestro Marco Angius, neo direttore musicale e artistico della Fondazione OPV, considerato uno degli esponenti più autorevoli del panorama direttoriale italiano, nonché interprete particolarmente sensibile al repertorio contemporaneo.
Inizia così una stagione di prestigio sia per il livello degli interpreti che per l'impaginazione originale dei concerti, a conferma di una volontà di rilancio e rinascita percepibile, simbolicamente, anche nel programma della serata inaugurale. Saranno eseguiti infatti la Sinfonia n. 2 “Resurrezione”di Gustav Mahler e un pezzo in prima esecuzione assoluta di Salvatore Sciarrino, uno dei maggiori compositori contemporanei, che ha appositamente orchestrato, reinventandolo, un brano pianistico di Franz Liszt, “Sposalizio”. Per l'occasione, il Maestro Sciarrino sarà presente all'Auditorium Pollini. L'esecuzione della seconda sinfonia di Mahler, presentata per la prima volta in Italia nella versione Kaplan/Mathes, prevede anche i contributi del Coro del Friuli Venezia Giulia diretto da Cristiano Dell'Oste e di due voci soliste: la veneziana Sara Mingardo, uno dei pochi, autentici contralti del nostro tempo, affermata a livello internazionale come grande interprete del repertorio barocco e della musica sacra, e il giovane soprano coreano Mina Yang, talento emergente sia in ambito operistico che concertistico.
A prima vista, il mondo compositivo di Liszt (rivisto da Sciarrino) e quello di Mahler sembrano distanti fra loro: il più carismatico virtuoso della tastiera dell’Ottocento accostato al più grande sinfonista attivo tra Otto e Novecento. Ma a un esame più approfondito – e grazie anche alla trasfigurazione orchestrale di Sciarrino – fra queste due figure è possibile individuare un denominatore comune nella prorompente spinta al rinnovamento artistico, riassumibile nella formula della cosiddetta “musica dell’avvenire”, secondo la definizione dello stesso Liszt.
In “Sposalizio”, il pezzo che apre la raccolta delle Années de pèlerinage dedicata all'Italia e composta durante i viaggi compiuti da Liszt nel nostro Paese tra il 1838 e il 1839, si colgono infatti quelle libertà formali che troveranno sfogo e attuazione nella musica di fine Ottocento e del XX secolo. È una composizione in cui Liszt “ridipinge” in suoni lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, rispettando la delicatezza cromatica e l’incantata, statica purezza che caratterizzano lo stile del quadro tuttora conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano. Convinto che elaborare per orchestra non comporti «semplici travasi di note, bensì ulteriore invenzione», Salvatore Sciarrino accoglie e considera la ricerca formale di Liszt come la ricerca di un'utopia. Non aspira a conciliare le contraddizioni del Liszt romantico ma a esibire le frammentarie e rivoluzionarie intuizioni del Liszt moderno, svelando la sperimentalità di un brano che sembra anticipare compositori di generazioni successive come Debussy, Scriabin e, appunto, Mahler: «Orchestrare – spiega Sciarrino – serve qui a proclamare la presenza virtuale degli autori che s'intuiscono attraverso l'originale pianistico». Il programma del concerto inaugurale della Stagione OPV è completato dall'imponente Sinfonia n. 2 “Resurrezione”di Mahler, compositore che il Maestro Angius definisce «irrinunciabile crocevia tra il passato musicale europeo e la comprensione dei successivi percorsi compositivi novecenteschi» e che sarà di fatto il filo conduttore della stagione 2015/16. Di qui un vero e Percorso Mahler che prevede l'esecuzione anche della Sinfonia n. 1 e dell'Adagio dell'incompiuta Sinfonia n. 10. Composta fra il 1887 e il 1894, la Sinfonia n. 2 è la prima in cui Mahler prevede l'impiego delle voci; allo stesso tempo apre il trittico delle Wunderhorn Symphonien (le altre sono la Terza e la Quarta), partiture in cui vengono messi in musica testi provenienti dalla raccolta di canti medioevali tedeschi intitolata Des Knaben Wunderhorn. Uno di questi Lied, La predica ai pesci di Sant’Antonio da Padova, viene quasi letteralmente trascritto come Scherzo della sinfonia, mentre il Lied “Urlicht” diventa il quarto movimento.
Opera estremamente complessa, sia dal punto di vista della concezione che da quello tecnico-esecutivo, la Sinfonia della “Resurrezione” presenta una trama ricca di significati metafisici, richiami simbolici e riflessioni spirituali, dando vita a un grandioso affresco musicale che offre diversi piani di lettura. Una complessità ora più agevolmente decifrabile grazie alla versione per organico ridotto approntata da Gilbert Kaplan e Rob Mathes. Secondo Marco Angius, la veste orchestrale più snella consente di: «entrare nel laboratorio del compositore e osservare le nervature strutturali di un pezzo grazie al ridimensionamento dell’assetto globale di una partitura». Quasi un paradosso rispetto al gigantismo delle sinfonie mahleriane: «eppure – sottolinea il Maestro Angius – questa pratica torna quanto mai opportuna ed efficace di fronte alla crisi che paralizza talvolta le orchestre sinfoniche dei nostri tempi». Info: www.opvorchestra.it, tel. 049-656848.