Giornata mondiale della poesia: il premio san Sabino ricorda Giampiero Giuliucci
Il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia, indetta dall'Unesco nel 1999. Per il comitato organizzatore del premio internazionale di poesia sacra San Sabino, che fa capo alla parrocchia di Torreglia, è il momento per ricordare l'inventore del premio, il docente e poeta Giampiero Giuliucci, scomparso cinque anni fa a 71 anni. Lunedì sera, nella biblioteca di Abano, verrà presentata la sua antologia postuma Canti collegati e poema.
Il comitato organizzatore del premio biennale di poesia San Sabino (di cui sarà promulgato il bando della nona edizione nel prossimo autunno), in occasione della giornata mondiale della poesia, lunedì 21 marzo alle ore 20.45 organizza nella biblioteca comunale di Abano Terme la presentazione di Canti collegati e Poema, (pp 144, euro 13,00) silloge poetica in omaggio all’ideatore e primo direttore artistico del premio San Sabino Giampiero Giuliucci, che faceva parte del Gruppo poeti aponensi.
La serata sarà condotta da Stefano Valentini, presidente della giuria dell’ottava edizione della manifestazione letteraria. L’appuntamento è realizzato dalla biblioteca del comune di Abano in collaborazione con l’Ucai (Unione cattolica artisti italiani) di Padova e il gruppo culturale La Perla di Torreglia.
La giornata mondiale della poesia
La giornata mondiale della poesia è stata istituita dalla 30a sessione della conferenza generale Unesco nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo successivo. La data, che segna anche il primo giorno di primavera, riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace.
L’Unesco negli anni ha voluto dedicare la giornata all’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la comunicazione e la cultura attraversano in questi anni. «Il significato della giornata mondiale della poesia – sottolinea Valentini – è la sua dimensione internazionale: nel medesimo giorno, autori di ogni nazionalità e di ogni lingua si pongono in una sorta di “sintonia collettiva” tramite una delle più nobili e antiche forme di espressione.
La poesia diviene la voce del pianeta, un’idea suggestiva sotto il profilo letterario ma, anche, una concentrazione di energia positiva. In genere, dopo aver ascoltato un incontro di poesia, ci si sente almeno un poco migliori, ed è bello che questo accada a milioni di persone, a tutte le latitudini, nel medesimo giorno».
L'opera postuma di Giuliucci
Il libro Canti collegati e poema di Giampiero Giuliucci, scomparso nel 2011 a 71 anni, che viene presentato ad Abano il 21 marzo, è un’antologia postuma che racchiude numerosi inediti trovati tra le sue carte, unitamente a una selezione di poesie edite scelte dai libri già pubblicati e che i curatori, che sono i familiari e il critico Piero Pieri, hanno voluto riproporre ai lettori vecchi e nuovi, per fornire un ritratto completo del poeta.
Il libro, come suggerisce il titolo, contiene anche alcuni canti di un ampio poema, rimasto purtroppo incompiuto, cui l’autore stava lavorando da molti anni, aspirando a realizzarvi una “summa” dei suoi temi prediletti e del suo sguardo sulla realtà.
«La poesia di Giuliucci – commenta ancora Valentini, che ha collaborato in più occasioni con il letterato e docente, il quale era anche un appassionato, fervido diffusore della cultura poetica tra i giovani – fa tesoro dell’esperienza novecentesca da Eugenio Montale a Paul Celan, da Thomas Stearns Eliot a Ezra Pound, ma tale influsso converge in una espressione completamente autonoma, a mio giudizio tra le più valide, interessanti e significative che si siano manifestate nel panorama nazionale. Vissuto personale e critica pubblica, intimismo e universalità, lucidità cognitiva e misticismo si amalgamano in un insieme che, tra ricercate armonie e volute dissonanze, ben raffigura la condizione dell’umanità nel contesto contemporaneo. Giuliucci, come i grandi autori già citati, ha saputo cogliere le contraddizioni, le difficoltà, le ombre del nostro tempo, ma aggiungendovi una pacificata e risoluta tensione verso la bellezza, il sacro, la natura che rimangono sempre, per lui uomo e poeta, il traguardo più alto dell’esperienza terrena».