Con Marco Angius, neodirettore dell'Opv, la musica classica sarà per tutti
Conosciuto anche a livello internazionale, Marco Angius è uno dei direttori italiani più richiesti al momento. Il prossimo appuntamento con l’Orchestra di Padova e del Veneto è per il 6 novembre al Pollini con due sinfonie di Beethoven eseguite sotto la direzione di Gérard Korsten.
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Metamorfosi e doppio, cioè il modo in cui compositori – anche lontani nel tempo – si rispecchiano e si trasformano gli uni negli altri. È questo il fil rouge scelto da Marco Angius, nuovo direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto, per la nuova stagione concertistica che all’auditorium Pollini ha aperto le porte sabato 24 ottobre con la Seconda sinfonia di Mahler (che, come sottolinea Angius, «Non fa che ribadire il concetto di una declinazione a oltranza di linguaggi musicali»), preceduta da un pezzo in prima esecuzione assoluta del grande Salvatore Sciarrino, che ha appositamente orchestrato, reinventandolo, il brano di Franz Liszt Sposalizio.
Direttore di riferimento per il repertorio moderno e contemporaneo, Marco Angius ricopre dal 2011 la carica di coordinatore artistico e direttore principale dell’ensemble Giorgio Bernasconi all’accademia del teatro alla Scala. Dal 2006 è regolarmente invitato dall’orchestra sinfonica nazionale della Rai di Torino (che tornerà a dirigere nelle stagioni 2016-2017), oltre a coltivare un rapporto privilegiato come direttore ospite al comunale di Bologna per la produzione musicale contemporanea. «Dopo l’inaugurazione mahleriana – spiega il maestro Angius – gli appuntamenti del 2015 dell’Opv sono all’insegna del classicismo e dei compositori più amati da sempre: un dittico beethoveniano con la direzione di Gerard Korsten, un binomio Bach/Mendelssohn e uno speciale abbinamento natalizio. La valorizzazione di un repertorio italiano è un presupposto essenziale per una ricerca alle radici del presente, così come la diffusione di una cultura musicale che ci rappresenti tanto sul territorio quanto altrove. Questo connotato si rivela sia nelle scelte musicali che negli artisti coinvolti e vorrei farne una cifra distintiva del nostro percorso».
Con quali attese approda a Padova e nel Veneto, dopo aver diretto realtà importanti a livello internazionale?
«Conosco da qualche anno la realtà dell’Orchestra di Padova e del Veneto con cui ho realizzato già due dischi nelle passate stagioni (Checkpoint di Michele dall’Ongaro e L’arte della fuga di Bach, entrambi per l’etichetta Stradivarius). La prima impressione è di grande entusiasmo e reciproco gradimento, premesse fondamentali per lavorare bene. Il rapporto con l’Opv deve condurre non solo a una programmazione coerente e rigorosa, ma anche a un coinvolgimento diretto della città e del territorio, perché la musica è anche un veicolo di conoscenza culturale e di dialogo sociale».
Ha in mente alcune strategie per avvicinare alla musica classica sempre più pubblico, ma anche nuovo pubblico, in particolare i giovani che oggi faticano a cogliere l’emozione e l’architettura della musica che non conosce tempo?
«È un aspetto senz’altro cruciale della gestione di un’istituzione sinfonica. L’interesse e l’attrazione verso i nostri programmi si dipana su molteplici livelli. C’è la stagione principale, ma ciò non significa che le altre attività concertistiche siano secondarie. In primo luogo sarà rafforzato l’incontro con gli studenti. La strategia è semplice, ma le modalità di applicazione assai variabili. La componente didattica della musica è da sempre un elemento trainante che sarà incrementato con la presenza di figure di grande spessore artistico e culturale. Abbiamo iniziato con Salvatore Sciarrino, uno dei massimi compositori viventi, che nelle mie intenzioni tornerà spesso a Padova in una sorta di residenza. Spesso si considera la musica contemporanea come espressione di un ghetto culturale, come un genere riservato a pochi intellettuali e questo concetto va sdoganato a favore della componente formativa ed educativa della musica classica più in generale».
Il prossimo appuntamento con la stagione concertistica è per venerdì 6 novembre, alle 20.45 all’auditorium Pollini, con Gérard Korsten che dirige l’Opv sulle sinfonie 3 e 4 di Beethoven. Per avvicinare i giovani alla musica classica ci sono altre due date in calendario con “Allegretto. Aperitivo con Opv”: giovedì 5 novembre alle 18.30 al Pollini i giovani (over 18 e under 35) sono invitati all’ascolto “responsabile” dell’Eroica di Beethoven eseguita dall’orchestra diretta da Korsten e il 19 per la Scozzese di Mendelssohn eseguita dall’Opv con Paul Goodwin.