Al Don Mazza crescono i volti nuovi della musica
Tra le orchestre dei conservatori e quelle professionali si inserisce la Nova Symphonia Patavina, formazione autogestita dai suoi membri che, nata come compagine sinfonica, si è appena ampliata con la costituzione di una wind band e di un coro, al debutto in questi giorni.
A Padova c’è una nuova realtà musicale in forte crescita.
È la Nova Symphonia Patavina, orchestra sinfonica giovanile semiprofessionale, nata nel 2011 e sostenuta dal 2014 dall’omonima associazione di promozione culturale. Da poche settimane, poi, dietro a questo nome ci sono anche un’orchestra di fiati e un coro, entrambi al debutto nei prossimi giorni.
L’articolata compagine si è costituita nello stimolante ambiente del collegio universitario don Mazza.
Fondata e diretta dal maestro Davide Fagherazzi, è autogestita dagli stessi musicisti, ai quali offre l’occasione di sperimentarsi nella conduzione di un’idea imprenditoriale di tipo culturale.
Nel caso specifico, la Nova Symphonia Patavina è andata a colmare il vuoto presente a livello locale tra le formazioni didattiche dei conservatori e le grandi compagini sinfoniche dei teatri. Con una duplice ricaduta: «Dare a giovani musicisti, diplomandi e diplomati, la possibilità di maturare nella pratica d’insieme e avvicinare alla nostra arte un pubblico di coetanei, attraverso concerti e lezioni che mescolano la classica ad altri generi» spiega Fagherazzi.
L’orchestra ha raggiunto un numero stabile di una quarantina di elementi tra studenti universitari e lavoratori, impegnati allo stesso tempo negli ultimi anni di conservatorio o diplomati, provenienti da tutto il Veneto e non solo.
La nascita della proposta in ambiente accademico, infatti, ha permesso l’affluenza di studenti di altri stati europei ed extra europei, tra cui Belgio, Albania, Germania, Siria, Russia, Venezuela e Giappone.
Ad accomunare tutti, l’amore per la pratica collettiva della musica e la voglia di contribuire alla diffusione della cultura musicale nel territorio. Con una spiccata sensibilità anche per temi di ben altra natura: a fine novembre otto orchestrali sono diventati donatori di midollo osseo per l’Admo.
Sulla scia della reputazione che l’orchestra ha saputo costruirsi, di recente hanno preso forma, come detto, altre due ambiziose articolazioni di Nova Symphonia Patavina: un’orchestra di fiati e un coro.
«A Padova mancava una realtà giovanile semiprofessionale di questo tipo – osserva Fagherazzi a proposito della wind band – Siamo riusciti a costituire una formazione di oltre trenta elementi, che debutterà il 12 dicembre alle 21 nella chiesa del collegio Mazza. Sarà un concerto curioso, in quanto proporrà brani di Bach e Buxtehude nell’originale versione per organo e, quindi, in trascrizioni per fiati, seguiti dalla Suite di Holst».
Il coro, a sua volta, raccoglie giovani in grado di muoversi con perizia e flessibilità tra varie formazioni – coro maschile, femminile, misto ed ensemble ridotto – per affrontare con versatilità un repertorio che va dal classico al pop.
La prima esibizione sarà lunedì 19, sempre nella chiesa del Mazza, con la A Ceremony of Carols di Britten e canti natalizi nordamericani.
Per il futuro le idee sono chiare: «Attendiamo l’esito di un bando per poter allestire, nel 2017, partendo da zero, Gianni Schicchi di Puccini, potendo contare sul tutoraggio di un affermato direttore d’orchestra. L’idea è riuscire a mettere in piedi un’opera lirica all’anno. In generale, le nostre diverse anime ci permetteranno di creare molteplici eventi tematici. In febbraio, ad esempio, ci sarà all’università una lezione-concerto con una suite dallo Schiaccianoci nella doppia versione classica e per big band jazz».