Una domenica al Barbarigo. Torna l'open day

L’istituto paritario diocesano apre le porte domenica 27 novembre (replica il 15 gennaio). In programma anche ministage. «Quello di insegnare è uno dei compiti essenziali della comunità cristiana - spiega il rettore don Cesare Contarini – Noi cerchiamo di metterci la massima dedizione. Senza pesare sulle casse della diocesi». Il BArbarigo insomma guarda a un futuro più "smart"... ma con radici solide.

Una domenica al Barbarigo. Torna l'open day

E così è già tempo di scegliere la scuola: da internet al più tradizionale passaparola, in questi giorni famiglie e studenti cercano di informarsi per una scelta decisiva per la loro vita. Per questo a novembre e dicembre le scuole si aprono alla cittadinanza con gli “open day”: tra queste anche l’istituto Barbarigo, da quasi un secolo (è nato nel 1919) un’icona significativa della proposta educativa della chiesa padovana.

L’offerta formativa dell’istituto paritario diocesano comprende scuola secondaria di primo grado, liceo classico, liceo scientifico (anche con opzione scienze applicate) e istituto tecnico economico: la più ampia tra le paritarie padovane a livello di superiori.

Perché si sceglie il Barbarigo?

«Le ragioni possono essere tante – risponde il rettore don Cesare Contarini – la tradizione e la buona fama dell’istituto; l’averlo frequentato in gioventù ricevendone una formazione di qualità; la volontà di dare ai figli un ambiente teso non solo al successo scolastico ma anche alla formazione della persona; la cura attenta a ogni singolo studente, con particolare attenzione ai bisogni educativi speciali; la stretta collaborazione tra scuola e famiglia; la qualità dell’insegnamento; le opportunità in campo linguistico e musicale...».

Se la tradizione è importante, il Barbarigo vuole anche essere smart, con investimenti nei nuovi strumenti didattici, anche digitali, e sulle lingue straniere: fa parte, infatti, di Elos, un network di scuole di eccellenza europee con scambi e attività comuni. Un approccio e un metodo che negli anni hanno dato pregevoli frutti, se anche agli ultimi esami di stato i risultati sono stati lusinghieri: tanti alle medie i “10” (anche con la lode), mentre alle superiori le commissioni ministeriali hanno promosso tutti i candidati e attribuito ben cinque “100” e vari voti d’eccellenza.

«I risultati di cui andiamo più fieri sono però soprattutto i volti di ragazzi e ragazze che, recuperato il sorriso, affrontano volentieri la fatica scolastica – spiega il rettore – Genitori rasserenati, i “miracoli” di fiducia (e di risultati) realizzati».

Ma che senso ha oggi studiare “dai preti”?

«Va detto innanzitutto che quasi tutti gli insegnanti sono laici – continua don Contarini – Anche se non nascondiamo la nostra identità di scuola cattolica e diocesana, che anzi negli anni ha continuato a essere un punto di forza. Cattolica nel senso più proprio e profondo, cioè aperta al mondo e inclusiva, anche alle più diverse visioni, religiose e non; attenta alle idee ma anche al vissuto concreto, alle esperienze proposte ai ragazzi. Mi riempie il cuore di gioia vedere il cammino del GGB, il Gruppo giovani Barbarigo, frequentato ormai da una quarantina di ragazzi del triennio delle superiori e freschi diplomati».

Eppure il ruolo della scuola cattolica continua a incontrare diversi pregiudizi, persino nella stessa comunità ecclesiale.

«Quello di insegnare è uno dei compiti essenziali della comunità cristiana – taglia corto don Cesare – Noi cerchiamo di metterci la massima dedizione, perché anche l’istruzione e la cultura sono una forma di annuncio e di liberazione. Tengo a precisare: senza pesare sulle casse della diocesi».

Negli ultimi anni infatti è stato portato avanti un percorso di risanamento che ha quasi azzerato i debiti pregressi, accompagnato dall’ammodernamento degli ambienti, resi più piacevoli oltre che efficienti da un punto di vista energetico. Spesso la perplessità delle famiglie viene dal portafoglio, che “dissuade” anche solo dal chiedere informazioni. Una situazione non voluta ma che deriva dal costante sottofinanziamento da parte dello stato, nonostante le paritarie siano a tutti gli effetti scuole pubbliche.

«Il Barbarigo comunque ha pensato di favorire gli iscritti al primo anno con la proposta di rette scaglionate in base alla condizione economica (Isee) – spiega don Cesare – dal prossimo anno ci saranno... belle sorprese, possibili appunto in seguito al risanamento finanziario effettuato. Inoltre, grazie ad amici sostenitori del nostro istituto, offriamo l’opportunità di borse di studio per ragazzi meritevoli, magari inviati dalle parrocchie e aiutati a integrare la retta annuale».

Appuntamento a conoscere il Barbarigo, allora: l’open day, si svolge domenica 27 novembre, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17, con replica il 15 gennaio, in via Rogati 17 a Padova (ingresso auto da via Seminario 5A). Per chi vuole un assaggio dello stile educativo del Barbarigo, sono inoltre disponibili anche i ministage “face to face”, in cui gli studenti di terza media del territorio potranno farne esperienza diretta per una mattinata (6 dicembre e 24 gennaio).

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