"Piccoli passi possibili". La formazione dei volontari dei centri d'ascolto Caritas
Il 26 marzo si è tenuto a Padova un incontro di formazione pensato per creare squadra: destinatari più di 200 volontari che animano i centri d'ascolto vicariali Caritas nella diocesi di Padova, un tipo di volontariato "tosto" che ha bisogno di continui momenti di riflessione e di ripartenza. "Piccoli passi possibili" sull'esempio dei discepoli di Emmaus, "incontrati" e "accompagnati" da Gesù verso una vita nuova.
Per il terzo anno consecutivo i volontari dei centri d’ascolto vicariali Caritas si sono dati appuntamento per un’intera giornata di formazione pensata per loro. Lo scorso 26 marzo, di domenica, all’istituto don Bosco delle suore di via san Camillo de Lellis, c’erano più di 200 volontari, provenienti dai centri d’ascolto di ben 29 vicariati.
«L’incontro si è ricollegato ai due precedenti – racconta Daniela Crivellaro di Caritas Padova – per continuare a seguire il tema generale di cosa significa accompagnare le persone che si affidano ai centri d’ascolto, affrontando il tema nelle sue diverse sfacettature».
Queste domeniche annuali di formazione hanno due obiettivi: «Sicuramente è importante la formazione, specie per quanto riguarda l’accompagnamento, che consenta di continuare a sviluppare una propria riflessione personale, ma ritrovarci tutti insieme, pur provenendo da diversi territori, ci permette di confrontarci e di riconoscere linee comuni, principi e risorse di questo tipo di volontariato che è anche cammino umano e cristiano».
La giornata ha avuto come titolo “Piccoli passi possibili”, ovvero quegli inquadrati ma sostanziali cambiamenti che permettono di aiutare una persona a rimettere insieme la sua vita.
Nella mattinata sono intervenuti la biblista Roberta Ronchiero, docente alla Facoltà Teologica del Triveneto, e il sociologo Luigi Gui: entrambi hanno usato come spunto il brano pasquale dei discepoli di Emmaus: «La prima lo ha descritto dal punto di vista teologico, sottolineando l’accompagnamento di Gesù nei confronti dei due discepoli, il secondo, invece, ha sottolineato la portata sociologica di questo mettersi al fianco».
Dopo gli interventi degli esperti la giornata è proseguita con attività laboratoriali per unire gli spunti del mattino all’esperienza vissuta nell’ascolto nei vicariati, al fine di giungere ad una nuova sintesi.
“Piccoli passi possibili”. «Dai laboratori delle edizioni precedenti è emerso come questo tipo di volontariato porti le persone a ricoprire il ruolo del “supereroe”. Ai volontari sono riversati tutti i problemi di chi bussa ai centri d’ascolto vicariali: o ti lasci schiacciare, perché umanamente non ce la fai, o rischi di andare in “iper-volontariato”, e ti fai prendere dalla foga per voler risolvere tutto. Allora, di fronte a queste ricchezze e a questi limiti, di fronte al rischio tipico per chi fa volontariato, proviamo a partire da ciò che è possibile. Togliamo le risorse, i beni, le prestazioni: quello che conta nel nostro servizio e nutre le persone sono le relazioni. Così, per noi è importante capire come coltivare le relazioni con la persona».
A condurre uno dei laboratori c’era Cristian Buson: «Con me – ci racconta – c’erano molte persone provenienti da varie realtà della diocesi. Nel primo momento erano divisi in gruppetti da tre: il primo doveva costruire una torre con quadrati, rettangoli e cartocini colorati, ma da bendato, guidato dalla voce del secondo, mentre il terzo poteva giudicare se quello che vedeva gli piaceva o no». Poi, dall’analisi della prima fase, una bella metafora del servizio nel centro d’ascolto Caritas: «La persona bendata è l’utente del centro d’ascolto, quella che li aiuta è l’operatore che è lì per lui, il terzo sono le persone esterne, che però in qualche modo condizionano il lavoro di accompagnamento».
«Le persone hanno sì giocato – ammette Buson – ma sono entrati nel ruolo e hanno trasformato l’attività in un’occasione di riflessione. Ci tengono davvero a quello che stanno facendo, spesso mettendo insieme più ruoli tra la Caritas vicariale e quella della loro parrocchia».
Tra i volontari delle diverse Caritas parrocchiali venuta per formarsi c’era anche Cecilia Salmaso, coordinatrice del centro d’ascolto di Legnaro: «Ci rendiamo conto che il nostro è un tipo di volontariato che prevede un nostro coinvolgimento totale – afferma Salmaso – per cui è davvero importante sapersi confrontare con i vari aspetti, dalla Parola di Dio, che è ispirazione e centro di tutto, all’aspetto più umano e psicologico».
Significativi entrambi gli interventi della mattina: «La biblista Ronchiero, parlando di Gesù che incontra i discepoli di Emmaus, mi ha come risvegliata sulla presenza di Cristo tra di noi: dopo la Pasqua, Cristo è presente». E da questa consapevolezza, rinasce la voglia di mettersi al servizio: «Cristo ci spinge a ripartire, lavorando insieme tra volontari. È da poco che sono dentro Caritas, ma sento che questo convegno è la dimostrazione che quello che stiamo facendo è importante, sia per noi ma anche per le comunità».