Padova “riconsegna” la parrocchia di Santa Maria Estrella de la evangelización alla chiesa di Quito
Il 26 giugno, a Quito, capitale dell’Ecuador, è stata “riconsegnata” al clero locale la parrocchia fondata da don Francesco Fabris e dal compianto don Luigi Vaccari nel 1998 a Carapungo Alto, periferia della città. All’appuntamento, che ha visto il coinvolgimento dei fidei donum, laici e consacrati, passati e presenti in Ecuador, hanno partecipato anche il direttore del centro missionario don Gaetano Borgo e il vicario generale mons. Paolo Doni.
Il 26 giugno 2016 è un’altra di quelle date destinate a rimanere fissate per sempre nel grande libro dell’epopea missionaria della chiesa di Padova.
Quel giorno, a Quito, capitale dell’Ecuador, è stata “riconsegnata” la parrocchia di Santa Maria Estrella de la evangelización, fondata nel 1998 nella periferia della capitale, a Carapungo Alto, da don Francesco Fabris e dal compianto don Luigi Vaccari.
All’appuntamento, che ha visto il coinvolgimento dei fidei donum, laici e consacrati, passati e presenti in Ecuador, hanno partecipato anche il direttore del centro missionario don Gaetano Borgo e il vicario generale mons. Paolo Doni.
«La riconsegna – spiega don Saverio Turato, missionario a Quito dal dicembre 2011 (insieme a don Giovanni Olivato e Luigina Baldon) – è scritta nel destino del nostro carisma di fidei donum. Abbiamo l’opportunità di accompagnare una chiesa sorella con l’idea di essere d’aiuto fino a quando c’è la necessità. Ora che il clero di Quito è cresciuto, ci è parso opportuno mettere le nostre forze a disposizione di un’altra diocesi».
«La parrocchia di Santa Maria Estrella de la evangelización – racconta don Turato – ha conosciuto negli ultimi 18 anni un forte sviluppo sotto tutti i punti di vista: la città si è espansa, si è costruito molto, così i 58 barrios e conjuntos che formano i quartieri della parrocchia hanno dato accoglienza a migliaia di persone che sono venute ad abitare qui».
Le stime indicano una popolazione di 30 mila abitanti: un’impresa arrivare a tutti.
«La parrocchia non è solo vivere la messa – spiega il fidei donum – ma si basa sui tre pilastri costituiti da annuncio, liturgia e carità. Ormai, grazie al lavoro dei volontari e dei consigli pastorali, la parrocchia è bene avviata; anche le strutture e i progetti realizzati sono un bel traguardo».
All’indomani delle celebrazioni è giunto in parrocchia don Manuel Calispa del clero di Quito: sarà lui, ecuadoregno tra gli ecuadoregni, a portare avanti l’opera avviata dai padovani.
«Adesso è arrivato il momento di riconsegnare: fa parte della nostra realtà – conferma don Mauro da Rin Fioretto, fidei donum con un passato a Quito, che ora si divide tra Duran e l’incarico nella Caritas nazionale dell’Ecuador – La chiesa esiste infatti per annunciare a tutti: non si radica nelle strutture, ma apre gli orizzonti. La missione ci fa uscire dalle nostre mura e ci “svecchia”. Forse abbiamo comunicato troppo poco... Tutti però dovremmo vivere la dimensione missionaria, per relativizzare un po’ di cose e vivere con freschezza l’annuncio del vangelo. La missione ci fa più cattolici, più universali».
«Il nostro servizio non è mai definitivo – conclude il vicario generale don Paolo Doni – ha senso finché è richiesto e finché è necessario. La nostra missione non è un prendere possesso o mettere radici permanenti, ma un vero servizio. Rappresenta un grande patrimonio della nostra chiesa di Padova».
Di fronte alla lapide e alla croce che ricorda don Luigi Vaccari, morto in un incidente stradale nel 1988, cita Tertulliano: «“Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”. È questo il dono più bello che facciamo alla chiesa di Quito, un dono che fruttificherà».