«L'ottavo sacramento sono i poveri»

L'esperienza di don Mauro Da Rin Fioretto, sacerdote della nostra diocesi, fidei donum in Ecuador dal 2005, oggi parroco, responsabile della pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Yaguachi e referente nazionale per la Caritas. Dall'insegnamento di don Giovanni Nervo ha tratto la convinzione che "Il bene va fatto bene" e fondamentale è la formazione. Tutti i progetti che il Centro missionario di Padova sostiene in Ecuador. 

«L'ottavo sacramento sono i poveri»

Un missionario “multitasking”. Don Mauro da Rin Fioretto, nato a Padova nel 1972, dal 2005 è tra i fidei donum in Ecuador. Ne ha viste tante in questi anni: prima parroco a Quito, poi sulla costa a Guayaquil. Passa dunque a Duran dove insegna teologia ed è padre spirituale del seminario. Infine, ora, nella diocesi di Yaguachi, oltre a essere parroco della comunità intitolata a San Francesco di Assisi, è responsabile diocesano della pastorale sociale e del lavoro. Da novembre 2015 assume anche l’incarico di responsabile nazionale della Caritas.

La sua settimana è racchiusa all’interno di un’agenda fittissima, divisa tra la parrocchia e la capitale Quito, dove però c’è sempre spazio per l’incontro con l’ultimo. «Penso di essere l’unico in questo momento in Ecuador che riesce a entrare in contatto con tutti i livelli della pastorale sociale e della Caritas. È un po’ faticoso, tra la dimensione parrocchiale e quella nazionale ci sono linguaggi e dinamiche diverse, ma veder crescere questo lavoro mi dà tantissima soddisfazione».

All’arrivo di don Mauro, su 45 parrocchie che compongono la diocesi di Yaguachi, solo cinque avevano una forma di Caritas. Ora sono 13: «Contiamo di costituirne per l’anno prossimo almeno altre dieci». Per liberare la solidarietà non bastano le buone intenzioni: «Tanta gente fa il bene, ma come diceva don Giovanni Nervo: “Il bene va fatto bene”». È facile fare il bene in maniera superficiale, cercare invece di innescare processi che permettano al povero di muoversi con le sue gambe è molto più complesso.

Per questo, sia in diocesi a Yaguachi che a livello nazionale la formazione è tutto: «Sono attivi percorsi sulla dottrina sociale della chiesa, su come fondare un gruppo Caritas, mentre a Quito la scuola nazionale lavora sullo sviluppo umano integrale». Nell’Ecuador, che sotto il governo riformista di Rafael Correa assiste a un continuo sviluppo, restano tuttavia alcune sacche di miseria: «Lo stipendio minimo, per legge, è di 366 dollari al mese. Ma un nucleo familiare per vivere ha bisogno almeno di 670 dollari. Per questo c’è tanto lavoro non in regola, si campa alla giornata, e, non essendoci una grande propensione al risparmio, ogni emergenza si trasforma in un disastro: gli strozzini sono un dramma sociale».

Ma le storie di solidarietà partono dal basso: «In Ecuador c’è davvero tanta buona gente. La signora Luisa, vecchietta della mia parrocchia, con un figlio a carico disabile e alcolista, aveva chiesto aiuto perché la sua capanna di bambù stava cadendo a pezzi. In due domeniche, dopo messa, alcuni falegnami, elettricisti e semplici braccia hanno rimesso la sua casa a nuovo. La gente ha lavorato insieme e ha avuto modo di conoscersi e di fare comunità». Da questa esperienza don Mauro nota:

«La solidarietà è una dimensione che ci accomuna tutti. Nel vangelo di Matteo, al capitolo 25, Gesù si identifica con il povero: i poveri sono dunque l’ottavo sacramento. Vivere la solidarietà a Padova, a Duran o a Quito è quello che ci fa sentire davvero uniti tutti nel corpo che è la chiesa».

La strada l’ha indicata Gesù, con le opere di misericordia: «Sarebbe bello aggiungere a queste anche le nuove. Nella nostra regione collaboriamo con la Croce rossa per diffondere la cultura della donazione del sangue: in pochi lo donano e ce n’è tanto bisogno. Per noi è un’opera di misericordia. È importante dunque ascoltare le realtà del territorio per percepirne i bisogni. Questo può farlo la Caritas, ma il soggetto attivo è sempre la comunità cristiana». 

I progetti della chiesa di Padova in Ecuador

Lungo il cammino di quaresima attraverso le opere dei missionari fidei donum della diocesi di Padova, questa settimana il Centro missionario mette in luce le realtà presenti in Ecuador. È possibile ricordarle nella preghiera e sostenerle con una donazione personale o comunitaria.

  • Il primo progetto, dal nome “Combattere le dipendenze”, ha come obiettivo intervenire sul drammatico dilagare di alcol e droga tra i più giovani. Spesso, anche solo l’assenza di luoghi sani di aggregazione può spalancare ai ragazzi le porte della schiavitù dalle sostanze. Per questo, i missionari hanno pensato di assumere un educatore-allenatore per coordinare pomeriggi di sport e attività per i ragazzi. La somma richiesta per un trimestre è di mille euro. 
  • Il secondo progetto coinvolge attivamente don Mauro da Rin Fioretto nella diocesi di Yaguachi e consiste nel sostegno di una rete di formazione di nuovi operatori per la pastorale sociale e la Caritas. In questi anni il numero di gruppi è lievitato, ma ancora non basta a coprire efficacemente le 45 parrocchie che compongono la diocesi: con 300 euro a trimestre è possibile favorire la formazione di nuovi volontari. 
  • L’ultimo progetto è a sostegno del doposcuola “Semilla de Mostaza. Semi di senapa”, che vede impegnati 40 ragazzi, dai 7 ai 15 anni, nella parrocchia dell’Arbolito a San Jacinto de Yaguachi. Vi partecipano “ragazzi a rischio” e c’è bisogno di sempre più educatori qualificati per accompagnarli lungo i pomeriggi, tra studio e attività di socializzazione, con ricadute positive anche per le famiglie. Lo stipendio mensile di un educatore è di 500 euro.
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