In cammino con Elisabetta, le missioni nel cuore
Gli oggetti del passato diventano opere di bene per il presente: nella casa madre delle suore terziare francescane elisabettine, in via Beato Pellegrino 44 a Padova, il 12-13-14 maggio si può fare una “passeggiata nell'anima, da Elisabetta alle Elisabettine”. Alla scoperta della storia di Elisabetta, con un occhio anche alle missioni.
Per celebrare i 200 anni dalla chiamata di Elisabetta Vendramini, che ricorrono proprio quest'anno, il 17 settembre, le suore terziare francescane elisabettine, nella casa madre, in via Beato Pellegrino 44 a Padova, hanno pensato di proporre una “passeggiata nell'anima, da Elisabetta alle Elisabettine”, nelle giornate di venerdì 12 maggio (dalle 15 alle 20), sabato 13 (9-20) e domenica 14 (9-19) .
«Elisabetta – spiega suor Aurora Peruch, vicaria generale e referente per questa iniziativa – è chiamata alla carità. La sua scelta si fa strada in un orfanotrofio a Bassano, ma sarà a Padova, nella cosiddetta Contrada degli sbirri, aiutando i figli di nessuno, gli esposti, in una zona malfamata e violenta che Elisabetta darà vita ad una piccola comunità. Con lei le suore elisabettine portano la carità nella città e, poi, in tutta Italia e nel mondo. Vanno in Egitto, Sudan, Kenya, Palestina, Argentina, Equador, Sud Sudan. E proprio dalle missioni nasce l'iniziativa che proponiamo: le offerte per i progetti missionari sono sempre meno, ci siamo dette allora perché non raccogliere dei fondi con quello che abbiamo?».
Ecco dunque che all'interno della casa madre verranno esposti mobili antichi, oggetti, beni, cornici di proprietà delle suore: il ricavato sarà poi devoluto a progetti missionari in favore di bambini, ragazzi, donne e malati. Nello specifico andranno in Egitto per un dispensario per persone malate, a Marafa (Malindi) per una scuola e in America Latina per donne vittime di violenza.
All'entrata dell'esposizione, che è da via Beato Pellegrino 44, dove un portone immette in un androne antico, si viene accolti da un video sulla storia delle missioni e visualizzati i progetti che si vogliono sostenere, da qui si passa poi alla grande sala dove vengono esposti gli oggetti e i mobili, corredati di una scheda tecnica, predisposta da esperti del settore in collaborazione con le suore.
Ci sarà anche un angolo speciale: Elisabetta negli ultimi anni della sua vita, inferma, era solita accogliere le persone dando loro un bussolà, un dolcetto tipico. In questo angolo alcune volontarie offriranno quei biscotti a ricordo della giornata.
Un percorso quindi che permette di conoscere la casa madre, con il suo chiostro antico, la chiesa di san Giuseppe, ma anche la storia di un personaggio che a Padova ha fatto tanto per gli ultimi.
«Abbiamo una bella storia da raccontare – continua suor Aurora – l'iniziativa quindi è un pretesto, un'occasione importante per raccogliere dei fondi, per convertire oggetti del passato in opere di bene per il presente, ma un obiettivo importante è anche ricordare la nostra madre, da lei noi operiamo la carità nei posti in cui ci troviamo».