Il seminario minore ringrazia don Giovanni Bortignon
Mercoledì 7 ottobre la comunità del seminario minore ha salutato e ringraziato don Giovanni Bortignon, che per tre anni ha guidato come rettore questo importante istituto. I ragazzi, i genitori, le suore e gli educatori, durante la messa di comunità, hanno espresso riconoscenza e molto affetto per la persona di don Giovanni e per l’esperienza condivisa. Don Giovanni, dal canto suo, ha impostato la sua omelia sull’acrostico della parola “grazie”.
A fine messa gli è stata consegnata un’icona di Maria, simile a quella venerata nella cappella dell’adorazione del seminario minore. Un dono che esprime continuità di relazione attraverso la preghiera.
Durante la serata di festa, i ragazzi delle superiori hanno ripercorso, attraverso un cartellone, i momenti più significativi degli ultimi tre anni, consegnando a don Giovanni un libro di lettere scritte da personaggi famosi.
Don Giovanni ci ha ricordato che «la vita è fatta di scelte, di strade che si incrociano e corrono insieme, di strade che si separano. È la nostra vita di preti, dentro la quale ognuno cerca di dare il meglio di sé come cooperatore di Dio nel suo grande disegno di salvezza».
Da parte di tutto il seminario vogliamo sottolineare due aspetti che hanno contraddistinto il ministero e la presenza di don Giovanni Bortignon tra di noi.
Il primo grazie è per aver avuto sempre a cuore il seminario e i seminaristi. L’amore per il seminario è il punto principale che l’ha contraddistinto in questi anni. Ci teneva in modo particolare a ogni aspetto della vita dei ragazzi.
Possiamo ricordare i lunghi colloqui con gli educatori, nei quali si rifletteva su questioni educative e sulle tappe di crescita di ciascuno dei seminaristi. Allo stesso tempo si prendeva cura di ogni attività tecnica del seminario: dalla gestione dei servizi all’accoglienza dei gruppi, evitando di coinvolgere gli educatori impegnati nella cura dei ragazzi. Ha portato avanti tali servizi con discrezione e impegno.
Il secondo grazie è per la vita fraterna condivisa. Lui amava ripetere che ciò che gli piaceva e lo sosteneva nel suo delicato compito in seminario era il far parte di una fraternità di preti con la quale condividere riflessioni, scelte e vita quotidiana.
Gioiva interiormente quando insieme si vivevano momenti di formazione e tanto più quando si tentava di tradurre in pratica i frutti della ricerca educativa dell’équipe.
Un altro prezioso momento vissuto insieme sono stati i ritiri spirituali degli educatori dove ognuno portava il proprio contributo nella meditazione.
Grazie, don Giovanni e buon ministero ovunque il vescovo Claudio ti chiamerà!