La Passione di Cristo nei giardini del Don Guanella

La Via Crucis della XXXI Prefettura di Roma al Don Guanella diventa segno di comunità viva: famiglie, amici e ospiti, insieme, ripercorrono la Passione di Cristo, testimoniando un’apertura verso il territorio e un annuncio di speranza.

La Passione di Cristo nei giardini del Don Guanella

Si è svolta al Don Guanella la Via Crucis della XXXI Prefettura di Roma che, come ogni anno, nella struttura di via Aurelia, assume le forme della rappresentazione della Passione del Signore. Nella preghiera iniziale mons. Ignazio Sanna, arcivescovo emerito di Oristano, ha ricordato che non siamo estranei alla Passione di Cristo, che ha portato la sua croce per noi, al nostro posto, prendendo con sé le nostre debolezze. Qui, in questo luogo dove la debolezza umana diventa forza di salvezza, guidata dalla speranza, come sta testimoniando a tutto il mondo anche il Santo Padre in Vaticano, si può comprendere meglio il valore della Passione di Cristo e trovare il coraggio di dire il nostro sì.

La rappresentazione è partita dall’Ultima Cena, dal pane spezzato per i fratelli, per passare alla preghiera solitaria nel Getsemani e all’arresto; e via via fino al Sinedrio, al Pretorio da Pilato, fino a salire sul Calvario. I giardini e i viali della struttura sono stati attraversati da un flusso ordinato e attento di persone che hanno seguito con sentita partecipazione tutti i momenti della rappresentazione. Poco prima di arrivare al Calvario, ognuno ha potuto prendere una croce da portare con sé sull’ultimo tratto, fino ai piedi della croce di Cristo; sono state adagiate lì, una accanto all’altra, a ricordare che il nostro percorso passa per quella strada.

Alla fine della rappresentazione, don Fabio Lorenzetti, direttore del Centro di riabilitazione, sottolineando la numerosa partecipazione delle parrocchie della Prefettura, ha voluto anche rimarcare un segno particolare dell’Ultima Cena: “È stata piena anche di bambini e di giochi, perché così è stata anche per Nostro Signore; nella sua ultima cena avrà invitato qualcuno dei suoi amici oltre agli Apostoli. In questa festa pasquale noi diventiamo in qualche modo famiglia, famiglia di Gesù, non per rimanere chiusi e coccolati intorno al tavolo ma per andare ad annunciare. Quindi possiamo dire: Natale con i tuoi ma forse anche Pasqua con i tuoi per andare altrove, in tutto il mondo e annunciare che Cristo è risorto”. “La Passione – ha proseguito don Fabio – è uno dei momenti dell’anno che ci caratterizza con un’apertura formidabile sul territorio; ci stiamo raccontando come ‘Borgo Guanella’, un entrare fuori e uscire dentro: cioè un andare e venire di persone che fanno tanto bene a noi ma fanno bene anche al territorio circostante, quello ecclesiale e sociale. Sempre di più Borgo Guanella, Casa San Giuseppe, Opera Don Guanella vogliono essere, con le loro attività e i loro servizi, un momento di riflessione che ci fa vedere prospettive diverse nel mondo”. Sulla preparazione e la partecipazione delle famiglie, degli amici e degli ospiti stessi del Don Guanella, don Fabio ha spiegato: “La preparazione è avvenuta durante la Quaresima e ci ha dato forza e sostegno anche l’esperienza dell’attraversamento della Porta Santa; nei giorni precedenti abbiamo avuto l’aiuto dei volontari, alcuni dei quali hanno svolto qui una settimana di formazione; ci hanno aiutato a dare quel tocco di vivacità giovanile che serve sempre a questa nostra esperienza”.

Mauro Monti

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Fonte: Sir