Mons. Luigi Rossi a trent'anni dalla morte. Una vita spesa con e per i laici
Mons. Luigi Rossi – arciprete del Duomo di Cittadella dal 1986 al 1995 – moriva il 13 aprile di trent’anni fa. Per l’occasione la parrocchia ha voluto istituire una borsa di studio presso la Facoltà teologica del Triveneto per approfondire la teologia del laicato attraverso i suoi scritti

A Cittadella – dove è stato arciprete del Duomo dal 1986 al 1995 – domenica scorsa è stato ricordato mons. Luigi Rossi. Nell’autunno 1958 scriveva: «Dio vuole servirsi di me fin d’ora per fare del vero bene alle anime (...). Per questo non mancherà di darmi le grazie sufficienti». Nel trentennale della sua morte – avvenuta il 13 aprile 1995 – la comunità di Cittadella con riconoscenza e gratitudine ha istituito una borsa di studio presso la Facoltà teologica del Triveneto per approfondire la teologia del laicato attraverso gli scritti di mons. Rossi, raccolti presso l’ufficio parrocchiale. Dopo un lavoro di repertamento e analisi del materiale si è proceduto a una lettura comparata tra i documenti pastorali e i diari personali del cammino spirituale messi a disposizione dal cugino mons. Dianin Giampaolo, vescovo di Chioggia. Nato il 12 gennaio del 1936 a Teolo, entrato in Seminario minore, i primi anni di formazione restano persi nella distanza temporale. È dal 1958 che emerge la scelta profonda di vita negli scritti del suo cammino spirituale. Dopo l’ordinazione presbiterale, datata 10 luglio 1960, così annota: «Gesù Sacerdote Sommo ed Eterno rendete il mio sacerdozio quale voi l’avete ideato». In queste poche parole si raccoglie tutto il senso del suo sacerdozio secondo lo spirito del tempo: essere scelto da Dio per servirlo come mediatore, consapevole del rischio di diventare un prete “borghese”. Dopo la laurea in Diritto civile, il 13 luglio 1966, scrive: «Una laurea non è certo un punto di arrivo ma di partenza. I superiori sapranno che cosa fare di me: essi sono interpreti per me della volontà divina». Per 26 anni questa disposizione lo accompagnerà in ogni incarico ricoperto presso la Curia diocesana. Assistente diocesano dell’Unione uomini di Azione cattolica, insegnante al liceo Tito Livio, giudice del Tribunale ecclesiastico del Triveneto, sarà attento recettore del rinnovamento e trasformazione della Chiesa uscente dal Concilio Vaticano II. Promotore di cammini di formazione per il laicato dell’Ac, lavorerà intensamente negli anni preparatori al Sinodo sui laici del 1987. Così scrive nel suo diario nel 1986: «Laicità non alternativa all’ecclesialità, ma un modo specifico di vivere la comune appartenenza alla Chiesa, caratterizzata dall’inserimento nelle realtà terrene». Quasi un manifesto di quello che sarà il suo ministero fino al 13 aprile 1995, giorno della sua nascita in cielo. Questo non è che un primo assaggio dell’eredità lasciata dalla figura di mons. Luigi Rossi, prete diocesano, figlio del Concilio Vaticano II, innamorato del popolo di Dio e di Cristo. Le iniziative attuate per rendere vive le esperienze di fede dei credenti hanno fatto sì che il vicariato di Cittadella fosse luogo di esperienza concreta della comunione cristiana. Da questo primo estratto resta da compiere il lavoro di riflessione sull’eredità che ancora può diventare risorsa per questo cambio d’epoca ecclesiale.
Ilenia Zuccotto