Giovani... verso Palermo e dalla Francia. L'estate "in uscita" e "in entrata" di San Bonaventura
Nel mese di agosto, la comunità di San Bonaventura di Cadoneghe sarà coinvolta in due particolari esperienze estive: un camposcuola in Sicilia sulle orme del beato don Pino Puglisi e l'accoglienza di una quarantina di ragazzi dai 13 ai 16 anni, provenienti da tutta la Francia. Esperienze in entrata e in uscita per respirare la chiesa, nella sua dimensione concreta, sincera, feconda.
Nel mese di agosto, la comunità di San Bonaventura di Cadoneghe sarà coinvolta in due particolari esperienze estive.
Così le racconta don Silvano Berto, il parroco: «La Giornata mondiale della gioventù a Cracovia è un’esperienza che mostra una chiesa in cammino, che varca i confini. In sintonia con questo evento, a San Bonaventura si intrecceranno due esperienze giovanili che arricchiscono e provocano tutta la parrocchia. In uscita, con la proposta ai giovani di quarta superiore (nella foto in alto) di un camposcuola in Sicilia sulle orme del beato don Pino Puglisi, grazie alla disponibilità di Emilio Cannata, il seminarista di Palermo che ospitiamo per i suoi studi a Padova. In entrata, con l’ospitalità in parrocchia di un gruppo di giovani francesi delle superiori, che cammineranno sulle orme di sant’Antonio».
Dal 3 al 9 agosto, accompagnati dai loro educatori, da don Silvano e dal seminarista Emilio, sei ragazze e un ragazzo di quarta superiore si recheranno nei luoghi dove è vissuto “3P” – padre Pino Puglisi – come era chiamato dagli amici.
«Durante l’anno – spiegano Marina e Michael, i due educatori del gruppo – abbiamo approfondito con i ragazzi il tema del servizio e della vita cristiana come testimonianza, poi abbiamo visto il film Alla luce del sole di Roberto Faenza, per conoscere la vita di don Puglisi e introdurci al viaggio».
Continua il seminarista Emilio: «Nei giorni del camposcuola saremo ospitati nel seminario vescovile di Palermo e ci faranno da guida anche due seminaristi. Con i giovanissimi ascolteremo la testimonianza del padre gesuita Carlo Aquino e di Enza Maria Mortellaro, che conobbe don Pino, autori di un libro su di lui; poi visiteremo Godrano, paese in provincia di Palermo dove operò per quasi dieci anni. Non mancheranno diverse esperienze di bellezza: escursioni in montagna e soste al mare, per ammirare nel creato le tracce di Dio; inoltre contempleremo i mosaici del duomo di Monreale. Don Pino stesso amava questa chiesa e affermava che noi siamo come una tessera di questo mosaico, ognuno ha un proprio posto e quel posto è fondamentale per completare il disegno finale».
Dal 12 al 18 agosto, una quarantina di ragazzi dai 13 ai 16 anni, provenienti da tutta la Francia, sarà invece accolta dalla comunità di San Bonaventura.
Li accompagnerà padre Michel Claeys, prete della diocesi di Autun in Borgogna (zona centrale della Francia), che da diverso tempo organizza delle esperienze estive per i giovani sulle orme dei grandi santi. Quest’anno è la volta di sant’Antonio.
«Per tre settimane – spiega padre Michel – i ragazzi, accompagnati dai loro educatori, vivranno un’esperienza che toccherà tutte le dimensioni della loro crescita umana e cristiana. Gli ingredienti di questo campo itinerante sono diversi. L’avventura: i ragazzi vivranno lontani da casa e affronteranno le “sorprese” del viaggio. La vita comunitaria: ci saranno momenti di festa, gioco, condivisione. La spiritualità: al centro c’è Cristo, incontrato nell’eucaristia, nella preghiera durante la giornata, nel silenzio. La cultura: in ogni luogo gusteremo la bellezza trasmessa dall’arte».
Il programma dei giorni trascorsi a Cadoneghe prevede la visita alla basilica del Santo, ai Santuari antoniani di Camposampiero e all’Arcella e alcune uscite alla scoperta di Padova e Venezia. L’esempio di sant’Antonio, che ascolta e annuncia la parola di Dio e che vive in povertà, farà da sfondo alle attività che coinvolgeranno gli adolescenti nel corso delle tre settimane.
«Esperienze – conclude don Silvano Berto – in entrata e in uscita per San Bonaventura. È una sistole e diastole che ci fa respirare la chiesa, nella sua dimensione concreta, sincera, feconda. Ringraziamo i giovani e gli educatori, che tengono aperti i nostri orizzonti».