Dolo, torna a risplendere la Madonna dei molini
Domenica 26 aprile viene riaperta la cappella della Madonna delle Grazie nel Duomo dedicato a san Rocco di Montpellier. Qui è custodita l'effige della Madonna dei Molini di fronte alla quale nel 1813 il parrocchiano Giovanni Candian riebbe la vista. I dolesi dimostrarono la loro devozione proprio il 26 aprile del 1814 quando fecero addirittura irruzione a Palazzo ducale a Venezia per riprendersi la statua requisita da Napoleone Bonaparte. Il grande restauro è stato reso possibile da offerte e dai proventi dello stand gastronomico della sagra.
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Domenica 26 aprile alle 18 la parrocchia di Dolo riapre solennemente la cappella della Madonna dei Molini dopo un importante restauro. Un evento molto atteso dalla comunità, dopo il recente bicentenario del miracolo avvenuto nelle vicinanze del molino ad acqua immortalato dal Canaletto.
Un restauro accurato che ha visto la diretta e costante attenzione dell’ufficio per i beni culturali della diocesi e della soprintendenza alle belle arti di Venezia. Oggetto del complesso intervento conservativo è stata l’intera cappella realizzata sul lato destro della navata, a fianco del presbiterio, intitolata a Maria Santissima delle Grazie, detta anche Madonna dei Molini per il miracolo della vista concesso il 17 aprile 1813 al parrocchiano Giovanni Candian, cieco da molti anni.
Secondo le cronache del tempo, il fedele inginocchiato in preghiera davanti alla statua della Madonna Immacolata, eretta nelle vicinanze dell’antico molino ad acqua, fu abbagliato da una luce intensa raffigurante la Madre di Gesù, riottenendo subito la vista. Il 28 agosto dello stesso anno le truppe di Napoleone Bonaparte, imperatore di Francia e re d’Italia, requisirono la statua mariana nascondendola nei depositi del palazzo Ducale di Venezia. Soltanto un anno dopo, il 26 aprile, la risposta dei fedeli fu tanta e tale da riportare la statua addirittura all’interno del duomo arcipretale dedicato a san Rocco di Montpellier. Da allora, la cappella della Madonna dei Molini rappresenta uno dei luoghi sacri veneziani più frequentati.
Considerato che gli ultimi interventi di manutenzione risalgono agli anni 60-70 del secolo scorso, la cappella ha richiesto un generale e approfondito restauro dei vari elementi che la costituiscono, in particolare le strutture murarie, l’intera statua mariana in pietra di Nanto e la vetrata policroma ottocentesca raffigurante l’Annunciazione. I lavori nella parte alta del piccolo tempio, hanno anche portato alla luce le originarie decorazioni murali nella volta del vano principale. Una scoperta che ha rivelato le antiche condizioni delle superfici, delle forme e degli stati pittorici. Una particolare pulizia e stuccatura hanno subito l’altare di alabastro e l’annesso altorilievo attribuito all’artista Antonio Gai (1686-1769), raffigurante L’orazione di Cristo nell’orto, posto sulla parete sinistra della cappella.
La progettazione, direzione e realizzazione dei lavori sono stati delle restauratrici Francesca Bartolomeoli, Federica Montesanto e dell’architetto Nevio Rostellato. «Grazie al ricavato dello stand gastronomico della scorsa estate e delle offerte, gran parte anonime, ricevute – spiega il parroco di Dolo, don Alessandro Minarello – si è reso possibile ridare l’antico suo splendore alla cappella e alla statua della Madonna dei Molini. Per tutti i fedeli della Riviera del Brenta è questo un luogo di particolare amore e devozione alla Beata Vergine delle Grazie, a cui affidare le nostre preoccupazioni e sofferenze, chiedendo una grazia».