Carlo Cavallin, in volo tra note e vangelo. Ecco il nuovo disco "Bagaglio leggero"
È di prossima uscita il sesto album di don Carlo Cavallin, parroco di Madonna Incoronata a Padova e cantautore da vent'anni. Bagaglio leggero è il titolo suggestivo di questo ultimo lavoro che riprende i brani degli esordi e li attualizza con nuove sonorità più calde e mediterranee.
Il bagaglio è leggero per portare con sé poche cose, indispensabili. Tra queste il vangelo e la musica, forma espressiva che più di ogni altra riesce a far toccare a don Carlo la reale profondità della sua stessa fede, senza distorcerla, in un silenzioso dialogo con quel “Tu” mai esplicitato nelle canzoni, ma sempre presente come un’unica nota di sottofondo, come emblema di ogni composizione.
C’è l’essenza del sacerdote, inestricabilmente unita con quella dell’uomo in perenne ricerca della Verità, nel nuovo album di don Carlo Cavallin, parroco di Madonna Incoronata e cantautore da vent’anni. Era il 1996 quando usciva il primo lavoro Angeli stonati, seguito poi da A piedi nudi (1998), Amarti (2005), Nel canto di te (2008) e Sulla strada (2012), che raccoglie tredici brani scritti per gli incontri di spiritualità per i giovani “Gli occhi della Parola” in seminario maggiore a Padova e “Un giovane diventa cristiano” a villa Immacolata di Torreglia.
Bagaglio leggero ha visto la luce in un contesto totalmente nuovo, maggiormente artistico, ma soprattutto per un forte desiderio interiore del suo stesso autore: «Questo nuovo disco – spiega don Carlo – nasce dal mio incontro di qualche anno fa con Cristiano Gallian, musicista professionista che, tra gli altri, ha lavorato per lungo tempo con il Gen rosso e che ora ha da poco collaborato all’ultimo disco del cantautore padovano Luca Francioso». A Rovigo, nel 2007, Gallian ha fondato il Lounge room studio: sala prove e di registrazione e, successivamente, anche etichetta indipendente per la distribuzione digitale, ma anche su tradizionale supporto cd.
«Nutrivo l’esigenza di riprendere i brani di quel primo album – continua don Carlo – perché sentivo che continuavano ad avere un valore pregnante, ma necessitavano di essere rielaborati con una riformulazione più moderna e attuale con sonorità mediterranee, molto ritmiche e calde. Quando con Cristiano ci siamo rimessi sui testi, mi è ritornata la voglia di comporre da cui sono germinati due inediti: sono C’è un tempo, uscito in anteprima a Natale sulle principali piattaforme digitali, e Come abbiamo fatto che chiude l’album». Un ritorno alle origini, dunque, quando gli anni di sacerdozio erano ancora pochi e c’era, forse, maggior libertà di sognare il futuro, di vedersi e sentirsi prete anche attraverso uno spartito disegnato di note.
«La musica mi ha sempre aiutato a raccontarmi meglio e, riprendendo quei testi di vent’anni fa, ho scoperto che è ancora così. Alcune consapevolezze interiori, che iniziavo allora a maturare con la fede, si sono rivelate vere ancor oggi. Adesso la mia fede è meno ingenua, è cambiato il mio sguardo, ma anche il mondo in cui sono inserito; però alcune “scintille” interiori sono state confermate dalla mia stessa storia. Volevo custodire quel bagaglio con cui ero partito e che avverto ancora leggero in tutti i sensi: non mi appesantisce, raccoglie i tesori “racimolati” in questi 26 anni da prete nell’incontro con le persone e con Dio».
Non c’è un pubblico prescelto per l’ascolto di questo lavoro eseguito negli scampoli di tempo tra un impegno pastorale e un altro, con la consapevolezza che quelli sono e rimangono il primo “impiego”, la vera professione, non soltanto di fede. C’è un grande desiderio di condividere riflessioni, pensieri, istanti di una vita al seguito di Gesù e del suo insegnamento. «Il brano a cui mi sento maggiormente legato è proprio l’ultimo Come abbiamo fatto, perché è una sorta di considerazione ad alta voce sui discepoli, su chi ha vissuto accanto al Maestro. E, alla fine, posso dire che contiene un personale bilancio dei miei primi 25 anni di sacerdozio».
Il lavoro durato due anni ha attraversato un percorso artistico e sonoro molto meticoloso, «quasi artigiano», non solo da parte di don Carlo, che ha scritto musiche e testi, ma anche di tutti i musicisti coinvolti e che si sono appassionati al progetto: in primis Cristiano Gallian alle chitarre che ha curato gli arrangiamenti insieme a Marco Pollice; Alberto Piva e Marco Pollice alle tastiere, Vito Perrini alle percussioni, Alberto Piva alle backing vocals, Mattia Fabris al sax. Una particolarità di questo disco e che lo impreziosisce maggiormente è la partecipazione di Mite Balduzzi, voce storica del Gen Rosso, autore di numerosi album per il canto spirituale e liturgico, tra cui la messa per coro Verbum panis. «Mi piaceva l’idea che un mio testo musicale fosse cantato da Mite, con la sua esperienza e la sua sensibilità artistica; ne è nata l’interpretazione di Sì sarà così, che racconta l’esperienza della Gmg di Parigi del 1997 e che rappresenta quasi un’opera in sé dentro al mio disco». Bagaglio leggero, di prossima uscita, sarà venduto in parrocchia (via Siracusa 52, Padova) domenica 29 maggio e dal 23 maggio alla libreria Gregoriana San Paolo (via Vandelli 6, Padova) e online nei maggiori negozi musicali digitali (Itunes, Amazon, Google play...).