Arzercavalli, la festa di Sant'Antonio sa di accoglienza
L'occasione delle celebrazione la offre il centenario del capitello dedicato al Santo. Ma la presenza dei frati minori di Trento e dei conventuali della basilica di Padova, compreso il rettore padre Enzo Poiana, accompagna la parrocchia in questo momento in cui dà ospitalità a 17 profughi sbarcati in Sicilia attraverso i «barconi della vergogna».
“Sant’Antonio tra noi...” nelle giornate di festa e riflessione proposte dalla parrocchia di Arzercavalli, dal 30 maggio al 21 giugno. Spunto per gli eventi è il centenario del capitello che sorge all’incrocio del centro del paese e ospita una statua del santo, ritratto da tradizione con Gesù bambino in braccio e giglio in mano.
«A sant’Antonio – spiega don Francesco Milan, parroco di Arzercavalli e Fossaragna – la nostra comunità scelse di votarsi per “fede di popolo in anno di terribile guerra nel 1915”, come riporta la scritta ai piedi del monumento. Non esistono documenti ufficiali sulla sua origine, ma i ricordi degli anziani lo attribuiscono all’impresario Cornelio Ruzzon».
Un altro racconto rintraccia come committente Pietro Martello, soldato scampato a un proiettile vagante agli esordi del conflitto mondiale, il 13 giugno, giorno del santo. Il miracolato avrebbe quindi inviato nel paese d’origine i suoi pochi risparmi per far realizzare un’opera in onore del protettore.
«Da allora attraverso le atrocità delle guerre e poi lungo tutto un secolo, sant’Antonio ha accompagnato e custodito la vita del paese, che ora gli si rivolge riconoscente. Nelle nostre riflessioni saremo accompagnati dalla presenza viva dei frati minori di Trento e della basilica di Padova, che animeranno momenti liturgici e di fraternità qui e nella vicina Fossaragna».
I religiosi trentini giungono ad Arzercavalli sabato 30 maggio nel pomeriggio e sono disponibili per le confessioni prima della messa delle 19 che apre le festività. La domenica le liturgie del mattino sono seguite da un incontro con gli anziani, alle 15, nella sala comunale Roghel. La prima settimana di giugno poi, ogni giorno a turno nelle due chiese parrocchiali, si tengono l’adorazione eucaristica con recita delle lodi, dalle 8 alle 8.50, e messa serale sempre alle 19. Mattinate e pomeriggi sono dedicati dai frati alle visite agli ammalati, alle famiglie e a particolari realtà sociali e lavorative locali.
Gli appuntamenti serali iniziano alle 21, nella sala parrocchiale di Arzercavalli, a partire da lunedì 1° giugno, con un incontro per gli operatori pastorali. È poi aperto a tutti, la sera successiva, un momento di riflessione e testimonianza missionaria. Il 4, dalle 20 alle 21, durante l’adorazione eucaristica sono possibili colloqui individuali con i francescani, che venerdì si dedicano ai gruppi dei giovani. Incontri con i ragazzi della catechesi e i loro genitori sono previsti sabato 6, mentre domenica 7 c’è un ritrovo comunitario con pranzo a Fossaragna. I frati minori conventuali di Padova presentano invece la figura e il messaggio di sant’Antonio i mercoledì sera del 3 e 10 giugno. Il 17 accompagnano poi l’arrivo ad Arzercavalli, da Padova, di una reliquia del santo, con successiva visione e commento del film Sant’Antonio guerriero di Dio.
Sarà presente alla serata il rettore della basilica padovana, padre Enzo Poiana, che tornerà anche domenica 21 a concelebrare la messa delle 11, nella parrocchiale di Arzercavalli, con processione finale della reliquia. Quest’ultima rimarrà visibile in chiesa pure nei tre giorni precedenti, dalle 18 alle 22.
«Un programma intenso – commenta don Milan – che rinsalda il nostro rapporto con sant’Antonio. Oggi come cent’anni fa, la gente torna a chiedere il suo sostegno di fronte alle difficoltà mondiali odierne, che toccano anche i nostri piccoli centri». In tempo di guerra la parrocchia, che chiese protezione a un santo straniero, di origine portoghese, fu pronta a ospitare numerose famiglie di sfollati cittadini. E la solidarietà resta un tema centrale anche in queste prossime giornate di preghiera, visto il nuovo impegno di accoglienza a cui il paese è stato chiamato da alcune settimane. «Ad Arzercavalli sono presenti 17 profughi, sopravvissuti ai “barconi della vergogna” giunti in Sicilia. È una presenza che smuove le coscienze. Molti di loro sono cristiani e vengono a messa, mentre tutti frequentano un corso di lingua italiana promosso da alcuni volontari della parrocchia. Vogliamo coinvolgerli tra noi anche in questi momenti di festa con sant’Antonio».