A un anno dal tornado. Domani il vescovo Claudio a Dolo
La visita del vescovo Claudio, domenica 10, per fare memoria di quanto è accaduto un anno fa e guardare con occhi nuovi passato, presente e futuro, si inserisce in una due giorni di eventi e manifestazioni. «Dal vescovo ci attendiamo che dia visibilità alle famiglie colpite e che ancora si trova in difficoltà. Chi aveva l’assicurazione ha potuto fare qualcosa, altri no». Però in molti hanno avuto fiducia nelle Caritas parrocchiali, le uniche ad aver raccolto delle risorse finora. Eppure le famiglie colpite non hanno mai pensato solo a se stesse, ma è nata una rete significativa di relazioni umane.
A un anno dal terribile dal tornado che ha distrutto case e strutture, le comunità di Cazzago, Dolo e Sambruson hanno scelto di far memoria di quanto accaduto per poter guardare con occhi nuovi passato, presente e futuro. Venerdì 8 luglio, alle 17.25, ora dell’inizio del tornado, le campane delle tre chiese parrocchiali hanno suonato all’unisono. Questo l’inizio di due giorni di iniziative e proposte che hanno il proprio culmine nella mattina di domenica 10 luglio con la presenza del vescovo Claudio.
Nella serata di venerdì 8, a partire dalle 20.30, sono stati tre i momenti che hanno visto coinvolta la comunità civile e religiosa. L’associazione Famiglie tornado ha proposto una marcia con partenza dalla rotonda di via Belloni a Dolo, dove il tornado ha avuto inizio, fino a raggiungere le strade oltre il Naviglio, in zona Sambruson, quella colpita più duramente. Dal municipio di Dolo fino a piazza Cantiere, per tutta la serata sono state proposte diverse espressioni culturali. In piazza IV novembre a Cazzago c'è stato un consiglio comunale straordinario, in cui vengono date onorificenze ai vigili del fuoco e un encomio pubblico alla protezione civile.
«Il filo conduttore che colgo in questi eventi – sottolinea don Alessandro Minarello, arciprete di Dolo e vicario foraneo – è la positività di chi non solo ricorda un fatto drammatico ma dice grazie per tutto il bene visto e che ancora continua a fluire. Fin dal primo giorno, le nostre comunità sono entrate in contatto con un’enorme realtà di persone, tantissimi giovani, arrivata da tutte le parti del Veneto e che in modo semplice ha dato una mano. La fase della prima emergenza è superata, quasi tutte le famiglie sono rientrate. Soprattutto a Cazzago. La gente si è data molto da fare e il clima di queste settimane ha visto crescere la fiducia. Vedo quotidianamente nei singoli e nelle famiglie quanta attenzione e gratitudine prestano verso chi li ha aiutati».
La visita, seppur breve, di mons. Cipolla rientra in quest’ottica. «Dice prima di tutto un’attenzione – continua il vicario – e il desiderio di essere informato per portare la sua partecipazione e vicinanza». Domenica 10 luglio, alle 9.30 in piazza IV novembre, il vescovo Claudio incontra la comunità religiosa e civile di Cazzago; alle 10 si sposta in via Melloni e fratelli Bandiera a Dolo e quindi alle 10.30 in via Carrezioi a Sambruson. Alle 11 presiede la celebrazione eucaristica, concelebrata dai parroci di Arino, Cazzago, Dolo e Sambruson, e trasmessa in diretta da Telechiara. In ogni tappa della visita, un corredo fotografico fa memoria della situazione di un anno fa.
«Ci si aspetta che la sua presenza – afferma don Amelio Brusegan, parroco di Sambruson – manifesti solidarietà e vicinanza. Attendiamo la sua benedizione e soprattutto che dia visibilità alle famiglie colpite, che hanno ancora bisogno di un concreto aiuto. Chi era coperto da assicurazione ha potuto fare qualcosa, altri no».
E l’unico aiuto concreto finora arrivato, sono i soldi raccolti dalle Caritas parrocchiali: una prima tranche di 500 euro a famiglia e ora un’altra di mille. «Tutti hanno dimostrato una grande prossimità, offrendo ciascuno quel che poteva, anche sollecitando aiuti da privati, consorziandosi in associazioni per dare un sostegno».
«Abbiamo toccato con mano la grandissima generosità di persone, enti, associazioni, anche laiche, che si sono fidati delle Caritas parrocchiali – aggiunge don Davide Zaffin, parroco di Cazzago – Abbiamo sentito una grande vicinanza e le famiglie colpite hanno sempre pensato non solo a sé, ma alle altre! È nata una rete di relazioni umane che è cresciuta durante l’anno, pur nel nascondimento e semplicità. La parrocchia ha avuto il ruolo di coordinare le iniziative e promuovere la solidarietà e la costruzione di rete fra famiglie».
Il fatto che due vescovi a un anno di distanza ritornino sugli stessi posti ha un valore aggiunto. «Ci sentiamo incoraggi e sostenuti, non abbandonati. Perché se i segni esteriori del passaggio del tornado cominciano lentamente ad attenuarsi, e le case si aggiustano, sono le ferite interiori che rimangono. I bambini hanno paura del temporale, appena si rannuvola gli anziani fanno capolino dalle finestre... Tutto porta a riflettere sul senso della vita».