Valdastico nord, fra Veneto e Trentino ancora niente intesa
È slittata all’ultimo minuto la riunione del Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica, che il 30 giugno avrebbe dovuto far chiarezza sull’intesa tra governo, regione Veneto e provincia autonoma di Trento in tema di Valdastico nord. La novità delle ultime settimane è l’apertura del Trentino, ma l’accordo è tutt’altro che raggiunto. La provincia autonoma chiede la rinuncia alla nuova Valsugana.
Se ne riparlerà entro luglio, quando il comitato dovrà istituire il tavolo paritetico per discutere i dettagli del progetto e il quadro finanziario.
Una situazione che sembrava impossibile alla vigilia, dato che con la fine di giugno scadeva anche la concessione dell’autostrada A4 alla Serenissima, società mista pubblico privata, presieduta dal sindaco di Verona Flavio Tosi, da sempre al centro della questione A31 nord.
Quella che sembrava una dead line insuperabile è stata dunque bypassata
Alla base pare esserci la presa di coscienza da parte della commissione europea (organismo che gestisce le concessioni autostradali) della volontà comune tra stato, regione e provincia autonoma di realizzare il nuovo collegamento fra il Veneto centrale e Trento. Uno scenario, stando alle voci che filtrano da ambienti trentini, tutt’altro che consolidato.
Se la novità delle ultime settimane sta nell’ammorbidimento delle posizioni trentine, storicamente schierate per il no all’autostrada, l’accordo rimane tutto da costruire
L’«intervenuta intesa» di cui parlava la regione Veneto in un comunicato del 24 giugno di fatto non esiste. E la risposta trentina, affidata a una nota dai toni gelidi non si è fatta attendere: «Non c’è nessuna intesa da parte della provincia autonoma di Trento per la realizzazione della Valdastico – ha scandito il governo trentino poche ore dopo – Contrariamente ad alcune voci circolate oggi, la provincia autonoma comunica di non avere espresso alcun pronunciamento a proposito, ricordando nel contempo che il proprio atteggiamento sul tema rimane quello assunto fin dal 2010, improntato cioè ad un principio di leale collaborazione all’interno delle procedure di legge».
Insomma, Trento si siede al tavolo, come la obbliga a fare una sentenza recente della corte costituzionale, ma il suo parere rimane vincolante
Le condizioni perché l’accordo si possa realizzare sono state espresse dal presidente Rossi nell’incontro preparatorio al Cipe di mercoledì 25 giugno.
Trento chiede il ricongiungimento fra A31 e A22 più a nord di Besenello, per alleggerire il traffico in alta Valsugana e nell’area dei laghi di Levico e Caldonazzo, e soprattutto la rinuncia alla nuova Valsugana per la quale la giunta Zaia nel 2011 ha approvato il project financing da 731 milioni di euro proposto dall’ati composta da Pizzarotti, Mantovani, Cis e Cordioli.
Per comprendere quale sarà il futuro della Piovene-Trento occorre dunque attendere, e nel caso di fumata bianca anche rivedere il tracciato della parte trentina. Di certo uno degli obiettivi del Veneto, il rinnovo della concessione a Serenissima fino al 2026, appare ogni giorno più vicino.